Aeroporto dello Stretto, l’avv.Sculco: “Sogas, telenovela infinita. Reggio non ha mai seminato grano”

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“Da quando ENAC ha deciso di avviare le procedure per la decadenza della concessione a Sogas, ho avuto modo di leggere una serie infinita di dichiarazioni, le più disparate, tutte tese a scaricare colpe e responsabilità sul signore della porta accanto: la Provincia di Reggio Calabria che, quale socio di maggioranza della SOGAS, con la presidenza Raffa, si sarebbe macchiata di colpe gravissime, strategicamente sbagliate, che hanno decretato il decesso di un moribondo! Orbene, senza volere assumere alcuna difesa d’ufficio, mi domando dov’erano e dove sono gli altri soci, componenti il CdA. Ricordo che si vince e si perde tutti assieme. Nella circostanza, nell’esclusivo interesse dell’aeroporto, della Città e quindi del tessuto sociale che la circonda, mi sarei aspettato, vagheggiando la “Città del Sole” di Campanella, che i suoi “Principi”, fuori da interessi di partito, di correnti e quant’altro, sedessero tutti attorno allo stesso tavolo non già per assistere al balletto dello scarica barile ma, al contrario, per trovare una onorevole soluzione, dignitosamente seria e duratura nel tempo, così da consentire al Nostro Aeroporto non di continuare a sopravvivere, ma avviarlo ad una reale rinascita attraverso un progetto ed un programma realizzati dalla “Politica”, ma d’intesa con manager che sanno  parlare di aeroporti”, scrive in una nota l’avv. Rino Sculco. “Invece –prosegue– si continua a litigare tra poveri, chiedendo vittime da sacrificare sull’altare del NULLA e facendo il gioco di altre realtà. Chi come me vive l’Aeroporto di Reggio Calabria dai primi anni 70 attraverso l’Aero Club dello Stretto, del quale sono socio e pilota di aviazione generale, sa perfettamente che i mali della SOGAS si perdono nelle nebbie del tempo. Al riguardo è sufficiente esaminare i bilanci degli ultimi 20/25 anni e dall’andamento degli stessi, sempre negativi e con diversi zeri, per rendersi conto della cronica malattia del “Gestore” che nulla ha fatto per uscire dal pantano, preferendo vivere di rimessa e producendo nel tempo un numero di posti di lavoro degni di aeroporti con ben altri volumi di traffico e passeggeri. Non intendo – aggiunge– avventurarmi in analisi di carattere storico/politico, non mi competono e non mi interessano, mi piace solo ricordare che negli anni 90 un altro socio, anch’egli pilota di aviazione generale, già Presidente dell’Aero Club dello Stretto che ci ha prematuramente lasciati per un male inguaribile – il Dott. Domenico Caputi – fu autore, attraverso un autonomo ricorso proposto davanti alla sezione del TAR di Reggio Calabria, e solo per lo sviscerato amore che nutriva verso il Nostro Aeroporto, di una favorevole sentenza volta a rimuovere le “limitazioni” che da sempre penalizzano lo scalo reggino. Quella sentenza non ha mai trovato completa attuazione ! Questo mio scritto non ha alcuna pretesa se non quella di invitare “chi decide” ad una riflessione, sperando di potere seminare un po’ di grano e vederlo finalmente germogliareconclude.

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