A Reggio l’iniziativa sull’evoluzione professionale della donna nella pubblica amministrazione

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Cisl donneLo Stato è tradizionalmente il principale datore di lavoro delle donne e il Settore del pubblico impiego è stato considerato nel tempo come un nicchia di lavoro femminile qualificato, considerato che il 55% degli impiegati di fatto sono donne.
In Italia come nel resto d’Europa l’ingresso del personale femminile all’interno delle Pubbliche Amministrazioni è legato agli anni della guerra e del dopoguerra, quando le donne vennero chiamate a ricoprire i posti lasciati vuoti in organico dagli uomini: nel 1921, a seguito del censimento della popolazione, risultò che il 16,6% degli occupati era di sesso femminile, ben intesa la marginalità degli impieghi loro affidati e le basse retribuzioni. Nel 1936 le impiegate erano salite al 32% della forza lavoro impiegatizia, cifra che rimase praticamente inalterata fino al 1951. Eppure solo nel 1963 con la legge n. 66, si è stabilito che le donne potessero accedere a tutte le cariche professionali e impieghi pubblici, compresa la magistratura, senza limitazioni di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge. Da allora poco o nulla sembra cambiato. Malgrado infatti la consistente presenza femminile nel pubblico impiego e i profondi cambiamenti culturali e sociali susseguitisi nel tempo, non si è ancora realizzato quel cambiamento necessario a garantire eguali opportunità per uomini e donne. Infatti, se la presenza femminile è preponderante soprattutto nel Settore sanitario – assistenziale e scolastico, ai vertici il personale dirigenziale pubblico resta “azzurro” e nelle posizioni di vertice le donne ancora non costituiscono che un’esigua minoranza: si tratta del famoso “glass ceiling” o soffitto di cristallo di cui ancora si continua a parlare e che le donne del pubblico impiego non riescono a sfondare completamente. La situazione delle impiegate pubbliche appare poi fortemente a rischio alla luce della crisi economica mondiale deflagrata negli ultimi anni, che ha fortemente segnato il mercato del lavoro. Il Settore pubblico ha risentito molto della crisi stessa, soprattutto in termini di forti limiti imposti alle facoltà assunzionali, con conseguente blocco del necessario ricambio generazionale ed in termini di mancato rinnovo dei contratti a termine, che comporterà un aggravamento del tasso di disoccupazione. È’ facile comprendere quindi come la crisi rischi di colpire pesantemente l’occupazione femminile nelle Pubbliche Amministrazioni, come è facile comprendere altri risvolti negativi che incidono pesantemente sulla condizione delle donne nel pubblico impiego, derivanti dalle politiche di spending review adottate dai recenti Governi e dei tagli alle spese in quelle aree che riguardano sia l’impiego femminile sia i servizi, compresi i servizi sociali, di cui le donne sono non solo lavoratrici ma anche le principali beneficiarie. Il Coordinamento Donne della CISL Funzione Pubblica di Reggio Calabria, ritiene che la giornata dell’8 marzo debba servire come momento di riflessione per le donne del sindacato che devono porsi al servizio delle altre donne per adottare le politiche più appropriate, per monitorare e valutare l’impatto della crisi sulle donne. È’ necessario andare a colpire le disuguaglianze ancora esistenti, come l’omosocialità, la cooptazione tra uomini , le reti sociali difficili da costruire per le donne che scarseggiano di tempo a disposizione, la penuria di politiche di family friendly e l’insufficienza di sistemi di welfare che le tutelino. È’ necessario scardinare una cultura troppo sovente avversa al cambio di passo, in cui persistono vecchi stereotipi in un’organizzazione costruita ancora principalmente su modelli maschili e che penalizza la donna del pubblico impiego, sulla quale grava ancora tutto l’onere della cura familiare. Siamo di fronte ad una rivoluzione quella, femminile “incompiuta” come viene definita da alcuni e che aspetta di esplodere grazie anche al contributo delle donne impegnate nel sindacato. Il Segretario Generale della CISL Funzione Pubblica di Reggio Calabria, Luciana Giordano, si dice molto soddisfatta del lavoro di ricerca, analisi e proposta che le dirigenti sindacali della Federazione stanno realizzando per migliorare la condizione delle pubbliche impiegate nel territorio reggino. Definisce le cisline della Federazione del Pubblico Impiego “Donne forti e determinate, capaci di affrontare con grande professionalità ai tavoli di contrattazione i temi più delicati e complessi in materia di lavoro e soprattutto di rappresentare ed affermare l’esigenza di garantire in ogni contesto lavorativo le politiche delle pari opportunità”.

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