19 marzo, a Reggio tutti si chiamano Peppe: Sindaco, ex Sindaco, Pres. Provincia, ex Pres. Provincia, Arcivescovo e…

StrettoWeb

I Giuseppe di Reggio Calabria: tanti auguri di buon onomastico

Auguri a tutti i Giuseppe del mondo: è 19 marzo e come ogni anno si celebra l’onomastico del nome più diffuso in Calabria, e tra i più diffusi del Sud Italia. In modo particolare a Reggio Calabria, dove per una lunga tradizione che si tramanda di generazioni in generazioni, i “Giuseppe” sono tantissimi, diverse migliaia in città e molti di più in Provincia.

Praticamente a Reggio “tutti” si chiamano “Peppe”: Buon Onomastico al Sindaco, Giuseppe Falcomatà, ma anche all’ex Sindaco, Giuseppe Scopelliti. Buon compleanno al Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, ma anche all’ex Presidente della Provincia, Giuseppe Morabito.

Buon onomastico al Sostituto Procuratore della DDA Giuseppe Lombardo, all’Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, all’Assessore alle Politiche Sociali del Comune Giuseppe Marino, e all’ex Assessore allo Sport Giuseppe Agliano. Si chiama così anche il Sindaco del Comune più importante della Provincia, Gioia Tauro: Giuseppe Pedà. E c’è anche il Presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte: Giuseppe Bombino.

Osservate la fotografia sulla destra: è di un paio di anni fa. A sinistra il Presidente della Provincia Giuseppe Raffa, a destra l’Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, nel mezzo il Commissario Prefettizio. Già: la stagione di Giuseppe Scopelliti era già finita, quella di Giuseppe Falcomatà ancora non era iniziata. Il Governo di Giusepp … scusate, di Mario Monti aveva commissariato il Comune, e il Commissario Prefettizio che in più occasioni rappresentava la città guidandola in quel periodo era il dott. Castaldo. Ovviamente Giuseppe Castaldo. La gente non lo ricorda con particolare trasporto, ma oggi facciamo gli auguri anche a lui.

Guardate che è una cosa incredibile: su scala Nazionale, la proporzione è abbastanza diretta. Il Presidente della Repubblica Mattarella si chiamerebbe Giuseppe, il suo predecessore Napolitano pure. Il Presidente del Consiglio Renzi si chiamerebbe Giuseppe, il suo più grande e recente “ex” Berlusconi pure. Persino Bergoglio sarebbe Papa Giuseppe, altro che “Francesco“, o i vari “Matteo“, “Sergio“, “Silvio” o “Giorgio“.

Allora è proprio vero, a Reggio “tutti” si chiamano “Peppe”. Tutti ci chiamiamo così: anche chi sta scrivendo quest’articolo. E mio cugino, stesso nome stesso cognome.Giuseppe Caridi. A proposito: auguri anche a lui.

Se a Reggio vi investe uno all’incrocio, la probabilità che si chiami Giuseppe è elevatissima. E non perchè tutti i Giuseppe guidano male, ma perchè “tutti” si chiamano Peppe.

Viene il dubbio che in realtà non si chiami così anche il Presidente della Reggina, Lillo Foti, che però all’anagrafe risulta Pasquale. Ci dev’essere qualcosa di strano. Nel dubbio gli auguri li facciamo pure a lui, anche se apparentemente non c’entra proprio niente. Certamente gli toccano a Giuseppe Ranieri, amministratore delegato del club.

A proposito di sport: provate un po’ a indovinare il nome del fondatore della gloriosa Viola Basket. Ovviamente Giuseppe, il giudice Viola noto come “Peppino” (vedi foto a destra), che nel 1966 istituiva la Cestistica Piero Viola in onore del fratello.

Rimanendo in ambito sportivo, non si può dimenticare il portiere reggino Giuseppe Pellicanò, estremo difensore di molte squadre di serie A e B tra gli anni ’70 e ’80. Era un grande para-rigori, addirittura in serie B nel 1982/1983 ne parò 12 su 13 quando difendeva la porta dell’Arezzo. Sempre con l’Arezzo nella stagione 1984/1985, durante la partita di Cagliari abbandonò i pali subendo un gol a porta vuota per soccorrere un avversario che stava soffocando per aver ingerito una gomma da masticare durante la gara. Il portiere reggino gli salvò la vita. In serie A, nel campionato 1988/1989 durante un Fiorentina-Hellas Verona, si ritrovo l’attaccante avversario Caniggia lanciato in contropiede da solo verso la sua porta. Pellicanò uscì dai pali camminando disinvolto e urlando all’attaccante avversario che era stato fischiato fuorigioco: l’attaccante ci cascò e interruppe l’azione graziando il portiere che a quel punto si fiondò sul pallone facendolo suo. Pillole che solo un Giuseppe reggino…

E non pensate che la tradizione dei “Giuseppe” VIP reggini sia una moda degli ultimi tempi. Torniamo ai Sindaci. Lo scrivevamo in apertura: una tradizione che si tramanda da generazioni. Come dimenticare Giuseppe Valentino, il Sindaco della ricostruzione post terremoto del 1908 e ideatore del Lungomare poi definito da d’Annunzioil più bel chilometro d’Italia“. Sua la scelta di arretrare il fronte abitato all’attuale Corso Vittorio Emanuele per proteggere l’area abitata da eventuali nuovi maremoti, realizzando le aiuole che oggi rappresentano una delle principali attrazioni della città e al tempo stesso difendono le sue abitazioni dal mare.

Un altro noto sindaco reggino, che poi divenne anche deputato, fu Giuseppe Genoese Zerbi: Ammiraglio, a lui si deve la realizzazione del Lido Comunale nella Rada Giunchi. Sindaco fascista, fu l’ideatore della conurbazione della “Grande Reggio”, la città che conosciamo oggi con l’annessione di 14 comuni limitrofi tra cui a Nord Catona, Gallico, Rosalì, Salice, Sambatello e Villa San Giuseppe, a Sud Gallina e Pellaro fino a Cataforio e Podargoni nell’entroterra.

Molto più recente l’attività di Giuseppe Reale, sindaco nel 1993, uomo di cultura, a lungo deputato molto impegnato per la città prima di diventare Sindaco, a lui si devono l’istituzione dell’Università Mediterranea, dell’Accademia di Belle Arti e la trasformazione del “Tito Minniti” in un Aeroporto civile. Fondatore, rettore, e presidente onorario dell’Università per stranieri “Dante Alighieri”.

Ma il politico reggino Giuseppe più importante della storia non è mai stato Sindaco della città: parliamo di Giuseppe De Nava. Di famiglia nobile, era un esponente della destra liberale e convinto sostenitore dei Governi Zanardelli-Giolitti. Prima sottosegretario di Stato, poi Ministro dell’Industria, Commercio e Lavoro, poi Ministro dei Trasporti, poi Ministro dei Lavori Pubblici e poi delle Finanze, poi ancora Ministro del Tesoro, De Nava entrò come Ministro di importantissimi dicasteri in 5 differenti governi del Paese: era tra i politici più preparati e competenti di quei tempi, tanto che il Governo lo inviava a rappresentare l’Italia nelle più importanti conferenze internazionali. E nel 1922 poteva anche diventare Capo di Governo: alla vigilia dell’avvento del fascismo, infatti, venne incaricato dal Re Vittorio Emanuele III di costituire un governo, ma non ci riuscì a causa degli insanabili contrasti che vi erano tra i partiti in quel delicato momento storico. Nonostante una carriera politica di tale caratura, De Nava non dimenticò mai le proprie origini. Aiutò moltissimo Reggio e Messina nella ricostruzione post terremoto del 1908 e dopo la sua morte, a Roma nel 1924, si scoprì come nel suo testamento avesse donato la villa di famiglia al Comune di Reggio Calabria insieme alla sua straordinaria raccolta libraria e documentaria, destinandone l’uso a biblioteca reggina.

Insomma, dalla Grande Reggio alla Città Metropolitana, dal Lungomare al Tapis Roulant, Reggio deve praticamente tutto ai vari sindaci “Giuseppe” che si sono succeduti nel corso della sua storia. Ma i “Giuseppe” reggini noti non sono solo politici e sportivi.

Un altro famoso “Giuseppe” reggino fu il poeta Giuseppe Morabito, nato nel 1900 e morto a Messina nel 1997. Famoso in tutto il mondo per i suoi componimenti poetici in latino, allievo di Alfredo Bartoli, nel 1954 ha ottenuto la medaglia d’oro al Certamen Hoeufftianum, il prestigioso concorso di poesia latina bandito dall’Accademia Reale delle Arti e delle Scienze dei Paesi Bassi. Vinse inoltre il primo premio nel Certamen Locrense del 1928, cinque volte medaglia d’oro nel Certamen Vaticanum, e tre volte il primo premio nel Certamen Capitolinum. Morì alla veneranda età di 97 anni, ma non per cause naturali: a ucciderlo un incidente stradale proprio di fronte la sua abitazione peloritana. Un episodio che scosse tutta la comunità locale e il mondo degli studiosi per cui Morabito era un importante punto di riferimento.

E se tra i Giuseppe della città ci sono politici, giudici, avvocati, imprenditori, preti e tanta gente comune, ovviamente ci sono anche molti noti criminali, a partire dal glorioso brigante di Santo Stefano, Giuseppe Musolino, la cui storia è avvolta in un’aura leggendaria, fino a molti ‘ndranghetisti moderni. Sarà un caso, ma anche qui tra i “boss” più potenti soprattutto in città e in provincia, molti sono “Giuseppe”. A partire dal “tiradrittu“, Giuseppe Morabito di Africo, 81 anni, considerato il numero 1 della ‘ndrangheta, “ben più importante di Provenzano” secondo la Commissione Antimafia del Parlamento (vedi foto a destra). A Reggio città c’è Giuseppe De Stefano, 46 anni, figlio dello storico capobastone Paolo ucciso nel 1985. A Melito di Porto Salvo Giuseppe Iamonte, 67 anni, figlio dello storico boss Natale da cui ha ereditato il comando della cosca della jonica, mentre Rosarno è terra di Giuseppe Bellocco, 68 anni. Accomunati tutti dal nome, ma anche dallo “status”: sono tutti e 4 carcerati e oggi festeggeranno l’onomastico dietro le sbarre. Arrestati quasi tutti da un altro Giuseppe, Giuseppe Pignatone, Procuratore Capo di Reggio Calabria dal 2008 al 2012. Siciliano di Caltanissetta, ha scritto alcune tra le pagine più importanti della storia della città.

Ma i “Giuseppe” di Reggio sono tanti e vari. In ogni famiglia ce n’è uno: se chi sta leggendo non si chiama Giuseppe, avrà un fratello, un cugino, uno zio, un nipote o comunque almeno un parente (male che vada) che si chiama così. E se, caso rarissimo, non dovesse trovarlo nelle ramificazioni familiari, certamente conoscerà Giuseppe l’edicolante, Giuseppe del panificio, o Giuseppe il barista, Giuseppe l’infermiere, Giuseppe l’istruttore della palestra, Giuseppe il benzinaio, Giuseppe il prof. di storia, Giuseppe il pescivendolo. Si chiama Giuseppe anche quello del Corriere che porta i pacchi a casa, Giuseppe l’impiegato dell’ufficio in cui dobbiamo fare un documento, Giuseppe l’immigrato che sta al semaforo di cui non conosciamo il vero nome e quindi lo chiamiamo così.

Qualche settimana fa StrettoWeb ha premiato il vincitore di un concorso per una poesia di San Valentino: tante lettere ricevute, il premio è andato alla migliore. Scritta da Giuseppe Gangemi. Tanti auguri anche a lui.

Insomma, ogni mattina a Reggio Calabria quando sorge il sole, non è importante che tu sia Sindaco o lattaio. L’importante è che ti chiami Giuseppe.

E allora scusateci se ci siamo dimenticati qualcuno: con un più generico “Buon Onomastico Reggio Calabria” facciamo prima. E già che ci siamo rivolgiamo un augurio doppio a chi è anche Papà. Perchè 19 marzo significa anche Festa del Papà. Anzi, in tutti i posti del mondo è prima di tutto Festa del Papà. Non a Reggio Calabria dove ci sono più Giuseppe che Papà.

Condividi