Reggio, intimidazioni e criminalità. Il Ministro Alfano in città: “lo Stato non fa passi indietro per le reazioni della ‘ndrangheta”

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Reggio Calabria questo pomeriggio è stata la sede di un importante incontro: il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha incontrato le autorità di pubblica sicurezza della Calabria in una conferenza regionale per fare il punto sugli ormai troppo diffusi atti intimidatori avvenuti in città e a livello regionale

Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano quest’oggi è giunto qui a Reggio per presiedere un vertice in Prefettura sulla sicurezza pubblica nella Regione Calabria. All’ordine del giorno, anche il problema dei diffusi atti intimidatori nei confronti di amministratori, commercianti ed imprenditori locali. Una sensazione di grande preoccupazione, dunque, da Reggio arriva anche al Governo.

Il Ministro, al margine della conferenza con le autorità, ha incontrato i giornalisti ribadendo l’impegno dello Stato e l’imponente presenza delle forze dell’ordine nella Regione (un dispositivo di ben 10.800 uomini), colpita dalla ‘ndrangheta che “reagisce allo Stato”, secondo quanto dichiarato da Alfano.

Ciò che il Governo chiede è una proficua collaborazione da parte degli amministratori locali e della società civile, così da capire meglio quanto stia accadendo e delineare un monitoraggio completo e chiaro sulla situazione. “Si sta indagando – ha precisato AlfanoLo Stato in Calabria è pronto ad agire in questa trincea così difficile contro la ‘ndrangheta. Abbiamo ottenuto già grandi risultati e la ‘ndrangheta se ne è accorta reagendo anche recentemente”.

È una sintesi netta, fatta di “numeri e non di chiacchiere”, quella che Alfano annuncia dopo aver lungamente discusso con tutti i prefetti della Calabria, con i procuratori della Repubblica e con i presidenti di Corte d’Appello. “Abbiamo mandato rinforzi in questa terra per 162 unità per attività amministrative, 340 unità per attività di controllo del territorio, 333 unità per il potenziamento degli organici delle forze dell’ordine“. Un elenco di cifre che Alfano stesso afferma di leggere con pudore per la loro grandezza: “dal giugno 2014, da cui inizia il piano straordinario di intervento, alla fine di dicembre 2015 noi abbiamo avuto 796.810 persone controllate in Calabria, 530.164 veicoli controllati, 9.700 soggetti sono stati deferiti all’autorità giudiziaria in stato di libertà, vi sono stati 1.394 arresti in fragranza e 938 fermi di indiziati di delitto”.

Il Governo, continua a trasmettere il Ministro dell’Interno, si impegna su quattro nuove linee direttrici: mantenere e aumentare la pressione sul territorio, monitorare il settore degli appalti pubblici, monitorare le amministrazioni locali, rafforzare le piante organiche della magistratura.  “Quella di Reggio Calabria è la prima tappa”, chiosa Angelino Alfano, che assicura la sua presenza in ogni provincia della Regione “per dire che lo Stato non ha paura della ‘ndrangheta e la metterà in ginocchio come ha messo in ginocchio la mafia”. Cattura dei latitanti, carcere duro e aggressione patrimoniale con uso vigoroso delle misure di prevenzione: questa la strategia dello Stato trasmessa a Reggio dal Ministro Alfano, una strategia “no limits” per la Calabria.

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