Incendiati 14 bus “Federico”, il grido d’allarme dell’azienda: “aiutateci!”

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Il terribile attentato contro l’azienda “Federico” ha lasciato il segno, l’amministratore delegato: “potremmo mollare”

bus federico incendiati“Il terribile evento doloso che ha provocato la distruzione di 14 bus adibiti a servizio di trasporto pubblico ci impone una riflessione sul modo stesso in cui debba essere interpretato l’impegno imprenditoriale, prendendo le mosse da quella che è la storia della nostra azienda. Autolinee Federico, nata nel 1929 su iniziativa ed intuizione della famiglia Federico, è riuscita a raggiungere livelli di leadership nel settore del trasporto di persone. Attualmente la società,  strutturatasi negli anni in Spa a seguito dell’acquisizione di altre realtà aziendali, conta circa 250 dipendenti al servizio di un’utenza giornaliera di migliaia di persone (studenti, anziani,  pendolari). Con attività concrete riteniamo di aver dimostrato che è possibile fare impresa onestamente anche al sud, terra asfissiata dalla presenza della criminalità organizzata,  ispirando il nostro agire ai principi della legalità. I fatti di Locri, rappresentano soltanto l’ultimo di una lunga serie di attentati ed atti intimidatori che l’azienda ha subito nel corso del tempo. Senza andare troppo a ritroso, si ritiene più che significativo ricordare che solo negli ultimi 30 mesi ci sono stati incendiati 25 pullman. Forse un record, ahi noi negativo, di cui avremmo fatto volentieri a meno. Adesso la misura è davvero colma”, scrive in una nota l’amministratore unica dell’azienda Gesualdo Federico. “Cominciamo ad avvertire, unitamente alla stanchezza di dover lottare contro un nemico spietato, un terribile sentimento di insicurezza e ed estrema vulnerabilità – prosegue– tale da far temere per la stessa incolumità dei nostri lavoratori,  degli amministratori e persino dei passeggeri. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura e ringraziamo quanti, e sono davvero tanti tra rappresentanti istituzionali e semplici cittadini, ci hanno manifestato solidarietà e vicinanza con attestati di stima ed inviti a non mollare. Purtroppo,  però,  adesso la solidarietà non è più sufficiente. E non è una questione economica, o almeno non solo economica. Certo, i danni materiali subiti sono ingenti e richiederanno uno sforzo ed un impegno  finanziario straordinario. Ma i segni indelebili di quanto accaduto sono soprattutto morali ed esistenziali. Un’amarezza profonda -aggiunge Federico– che mette in discussione l’impegno di una vita intera vissuta all’insegna del lavoro onesto e dei sacrifici. Oggi, pertanto, avvertiamo il diritto, oltre che il dovere nei confronti dei nostri lavoratori, delle loro famiglie e dei nostri stessi utenti, di chiedere ad alta voce la vicinanza concreta dello Stato e delle istituzioni locali, consapevoli che da soli non abbiamo più le energie per andare avanti. Aiutateci”, conclude Federico.

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