Confisca nei confronti di Cammarata Francesco Antonio, risultato vicino alla famiglia di “cosa nostra” gelese riconducibile al noto boss Giuseppe Piddu MADONIA
In particolare, il CAMMARATA, titolare a Gela di una cava di estrazione di materiali inerti e di un’impresa per il trasporto e la posa degli stessi, secondo le risultanze investigative è risultato a disposizione e in rapporto d’affari con la citata organizzazione mafiosa, a cui ha trasferito, nel tempo, ingenti disponibilità finanziarie attraverso l’illecito sistema delle sovrafatturazioni di forniture e/o trasporti. In cambio, veniva garantito al CAMMARATA di acquisire – attraverso la forza di intimidazione del sodalizio mafioso – posizione dominante e di esclusivo controllo nel settore nevralgico delle forniture e del trasporto dei materiali inerti, diffusamente impiegati per la realizzazione di opere pubbliche e private, anche al di fuori della provincia nissena.
Oggetto del provvedimento sono imprese, quote societarie, beni mobili e immobili, nonché rapporti bancari, per un valore di 3 milioni di Euro. Spicca, tra tutti, la cava sita in contrada Bulala di Gela (CL).