Questo Convento fu il primo nato in Sicilia dell’ordine dei frati minori osservanti per opera del beato fra Matteo d’Agrigento, seguace di fra Bernardino da Siena (1418 secondo la maggior parte degli storici locali)
La sepoltura nel sito è attestata dal testamento dettato dallo stesso Antonello al notaio Antonio Mangianti, il 14 Febbraio del 1479 e comprovato da tutti gli atti stilati dallo stesso notaio per quel sito, indicato sempre con “S.MARIAE de IESU.” Confermato anche da una recente segnalazione da parte di un erede dello stesso notaio, Paolo Erasmo Mangianti, professore genovese che ci ha segnalato una lapide funeraria esistente a Barcellona P.G. (ME), presso la cappella Picardi sita in via Matteo Bellinvia, n.50. La lapide, recante la data 1476, si trovava nel Convento di S. Maria di Gesù sup e spostata successivamente (probabilmente dopo la realizzazione della cappella di famiglia e a seguito di qualche evento alluvionale) a Barcellona. Una ricerca effettuate nel libro dei morti della chiesa di S. Giuliano e in quella di S. Matteo ci danno la conferma che tutte le sepolture avvenute nel Convento in parola venivano indicate allo stesso modo dell’atto del notaio Mangianti, anzi ancora alle fine del’500 due sepolture venivano indicate con l’antico nome di “ecclesia di S. Maria del Monte Carmelo” ricordando ancora quello eretto dai frati Carmelitani. Il sito era diventato negli anni un vero e proprio deposito di rifiuti, oltre la vegetazione cresciuta a dismisura che occultava l’area e ne impediva la semplice vista. Grazie anche al contributo di tanti volontari occasionali e di altre Associazioni (dalla Lega Ambiente dei Peloritani, al FAI, agli Scout, etc.) adesso il sito è visibile e fruibile, anche se è necessaria una costante pulizia e scerbatura, oltre ad una costante sorveglianza. “I resti della chiesa, oggi visibile e risalenti al 1856 –affermano il parroco don Roberto Scolaro, il coordinatore dei volontari Giuseppe Previti e l’Amministratore della Coop. Sociale Onlus Trapper, Michele Salvo– rischiano di crollare definitivamente se non si attua una copertura a salvaguardia. Per questo abbiamo voluto realizzare, considerato che ad oggi non c’è stato alcun finanziamento pubblico, questo “calendario illustrato” per raccogliere dei fondi che ci aiuteranno nell’iniziativa”.