Messina: cristianesimo e Islam per una città plurale, dialoghi di conoscenza e riconoscimento reciproco

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L’integrazione sociale, la convivenza pacifica, la comprensione delle reciproche affinità e differenze sono i punti di forza sui quali questo progetto insiste per provare a superare il clima di diffidenza che spesso caratterizza i rapporti tra le due comunità

Islam (1)Si è aperto ieri pomeriggio, con una riflessione sul tema della Rivelazione il ciclo di incontri/confronto tra le comunità cristiana e musulmana, voluto dall’Arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela (rappresentata dagli Uffici Migrantes e quello per il Dialogo interreligioso insieme alla Consulta delle Aggregazioni laicali) e dalla comunità Islamica messinese. L’integrazione sociale, la convivenza pacifica, la comprensione delle reciproche affinità e differenze sono i punti di forza sui quali questo progetto insiste per provare a superare il clima di diffidenza che spesso caratterizza i rapporti tra le due comunità. I relatori di questo primo incontro, tenutosi nella chiesa SS. Annunziata dei Catalani e moderato da Dino Calderone responsabile della Consulta delle Aggregazioni laicali, sono stati Mons. Pietrò Aliquò, docente di Teologia e Cancelliere della Curia Arcivescovile e il Prof. Dario Tomasello, docente presso l’Ateneo Peloritano e rappresentante della comunità islamica messinese. All’incontro erano presenti, oltre  Monsignor Gaetano Tripodo, delegato ad omnia dell’Arcidiocesi di Messina Lipari e Santa Lucia del Mela (che ha definito la relazione come base indispensabile dell’integrazione) e il presidente della Comunità Islamica messinese, Mohamed Refaat, il dott. Abdelhafid Kheit, presidente della Comunità Islamica di Sicilia e Imam della Moschea di Catania. Kheith, da anni grande attivista e promotore di parecchie iniziative sull’integrazione religiosa, nel suo intervento ha definito il dialogo in termini di costruzione di un rapporto di reciproco rispetto dei valori propri: “Non esistono – ha detto – livelli di superiorità che distinguono le varie culture; Dio ci ha voluto insieme su questa terra per operare il bene comune, attraverso il dialogo e la cooperazione. Incontrare il diverso è una ricchezza un valore aggiunto alla fede che ciascuno di noi porta dentro”. L’Imam ha poi parlato con orgoglio della Sicilia, come possibile modello territoriale di convivenza pacifica tra musulmani e cristiani. Entrambe i relatori, poi, hanno delineato un percorso parallelo sui principi della Rivelazione cristiane e coranica, sullo sfondo di quella biblica. Mons. Aliquò ha parlato di un Dio, Padre, che desidera farsi conoscere per rivelare il suo progetto di comunione salvifica all’uomo che è sempre alla ricerca di chi possa appagare il suo desiderio più profondo, conoscere veramente se stesso. Tutto ciò avviene nel cammino della storia, nell’umanizzazione di un Dio che è misericordioso pur nella sua infinita potenza. La stessa misericordia è presente nel racconto di tutte le rivelazioni che precedono quella del Corano. Nell’Islam la Rivelazione viene presentata come ciclo salvifico sancito da un rapporto di amore e amicizia che si sviluppa sui due piani dell’esistenza, orizzontale e verticale. Sfondo dell’escatologia islamica è il sogno di un Dio estremamente misericordioso che richiama l’uomo a diventare ciò che Lui è. All’incontro erano presenti anche i genitori di Omayma, la tunisina trentaquattrenne uccisa a Messina dal marito, a colpi di bastone, lo scorso settembre. I temi dei prossimi incontri saranno Etica, Creazione, Bellezza e, nell’Anno Giubilare, il progetto culminerà con una riflessione sulla Misericordia.

Rachele Gerace

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