Ennesima aggressione ad un medico del Pronto Soccorso di Gioia Tauro

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Aggrediti un infermiere e un medico presso il pronto soccorso di Gioia Tauro

Sembra l’ennesimo episodio di una serie tv ma purtroppo è l’amara e dura realtà dei medici che operano in prima linea in Calabria. L’ultima vittima di questa violenza, insieme ad un infermiere in servizio presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro, è il collega Francesco Crea, uno di quei medici che, ogni giorno, presta la sua professionalità e la sua competenza al servizio dei cittadini. Alle quattro del mattino dello scorso 12 gennaio, mentre era in servizio, l’accompagnatore di un paziente che versava in condizioni non certamente preoccupanti e che, peraltro, è stato subito assistito, si è presentato al Pronto Soccorso visibilmente alterato e senza un motivo plausibile ha aggredito il personale presente. Un’altra brutta pagina di violenza che ripropone un problema sul quale siamo intervenuti più e più volte ma che, imperterriti, non ci stancheremo di denunciare. Lo afferma in una nota l’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria.

Il momento storico per la Sanità calabrese non è certo il migliore, tutt’altro. Proprio pochi giorni addietro abbiamo dovuto richiamare l’attenzione sulla presenza delle barelle nei reparti di ospedale, quale fisiologica conseguenza di una situazione perennemente emergenziale determinata da un piano di rientro fatto di lacrime e sangue (ad oggi pare proprio nel senso letterale del termine) ed un blocco del turnover, di fatto, ancora in vigore.

Tuttavia, la situazione che si appalesa ci lascia sconfortati dal totale immobilismo, se non anche indifferenza, che regna dinnanzi a questa escalation criminale e preoccupati per l’incolumità del personale medico e paramedico. Ad oggi, i nostri appelli, sono caduti nel vuoto e riteniamo che oltre ad esprimere la nostra assoluta solidarietà ai colleghi che, loro malgrado, sono incappati in questi spiacevoli episodi, è doveroso rinnovare il ricordo di quei medici che, negli anni passati, sono caduti sul campo vittime di una atroce ed incontrollata violenza. Un ricordo che diventa ancor più doveroso in considerazione del vile episodio verificatosi nei giorni scorsi quando ignoti hanno distrutto la stele in memoria del compianto Costanzo Catuogno, medico primario ucciso all’ospedale di Vibo Valentia nel gennaio 2001.

Non possiamo far altro che ripetere, se qualcuno questa volta ci ascolterà, che urge assumere le dovute iniziative volte a garantire un ambiente sereno e tranquillo dove operare al fine di tutelare la salute dei nostri concittadini.

Dopo tutta questa incredibile sequenza criminale ci chiediamo quali provvedimenti hanno preso o stiano per prendere le istituzioni preposte alla sicurezza ed all’incolumità pubblica considerando che è estremamente difficile continuare ad operare in queste condizioni.

Tuttavia, non basta l’aiuto delle istituzioni, serve anche quello dei cittadini. Ci appelliamo alla sensibilità ed al buon senso di tutti i cittadini calabresi rammentando l’importanza di un rapporto medico – paziente improntato all’insegna della fiducia e dell’armonia per il raggiungimento del comune obiettivo della salute psicofisica dell’individuo. A ciò, certamente, non giovano le campagne mediatiche e le speculazioni economiche da parte di associazioni costruite ad hoc.

Se da un lato, quindi, occorre prendere dei provvedimenti preventivi per la sicurezza di chi opera in Ospedale, ed in particolare nei Pronto Soccorso, magari rafforzando o ripristinando delle postazioni di Polizia, dall’altro, è necessaria un cambio di mentalità da parte di tutti i cittadini/pazienti perché è giunto il momento di dire nuovamente “basta” alle aggressioni in corsia.

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