Reggio, scoppia la bufera su Piazza De Nava: “Reset” e “La Svolta” firmano le aiuole, accusate di “fare propaganda”

StrettoWeb

Scoppia la bufera sulle aiuole di Piazza De Nava a Reggio Calabria, dopo la pulizia di domenica scorsa quando anche il Sindaco Falcomatà, dando un esempio positivo di partecipazione istituzionale, è sceso in piazza ripulendo erbacce, tagliato l’erba, pitturato le panchine. E poi ha sottolineato su facebook che “le belle iniziative vanno diffuse e condivise perché sono contagiose! La partecipazione è la più alta forma di libertà che possa esistere, l’impegno ad aver cura della propria città è un esempio di cittadinanza attiva. Grazie a tutti coloro che ci sono stati, a chi ha portato un amico, a chi ha offerto i caffè, a chi è passato a salutarci, a chi non ci è potuto essere, a chi semplicemente legge e condivide“.

Quello che però adesso sta facendo discutere è la “firma” della pulizia, con un controverso “La Svolta“, che riporta lo slogan elettorale dello stesso Falcomatà in una delle aiuole ripulite, e “Reset” in un’altra aiuola. Una firma che sminuisce la “partecipazione dal basso” riducendola ad una “partecipazione di partito“. Monta la polemica sui social network, in realtà coloro che l’hanno realizzata si difendono spiegando che sono i nomi delle associazioni che hanno adottato le aiuole. Infatti dopo le elezioni comunali dello scorso novembre, sia “Reset” che “La Svolta” (due liste elettorali a sostegno di Falcomatà) sono diventate Associazioni con l’intento di dare continuità al loro impegno sociale e politico. Hanno deciso di “adottare” le aiuole di piazza De Nava, come molte altre associazioni in città, e non capiscono per quale motivo non possano inserire il loro nome, come fanno tutti.

Ma gli oppositori replicano che si tratta comunque di associazioni legate all’amministrazione, con tanto di espressioni in consiglio comunale, e che quindi l’opportunità delle scritte su un bene pubblico di tutta la città non è particolarmente elegante. Tra propaganda e buon senso, la città si divide ancora una volta su beghe di cortile, mentre i problemi più seri e importanti rimangono irrisolti e – cosa ben più grave – in molti casi neanche attenzionati, tanto dalla maggioranza (rivolta più all’immagine che alla sostanza) quanto da un’opposizione sempre più “morbida”.

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