Reggina, domani al Granillo il big match con il Due Torri: 3 punti per sognare dopo un mercato intelligente

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Reggina, il punto della situazione: domani l’ultima partita del girone d’andata, una vittoria potrebbe spalancare la porta ai grandi sogni di Lega Pro

La Reggina torna in campo domani al Granillo (ore 14:30) contro il Due Torri, la squadra di Piraino, piccolo borgo nebroideo di 3.900 abitanti, brillantemente allenata dall’ex amaranto Antonio Venuto. Nel girone d’andata i messinesi hanno fatto benissimo: hanno 28 punti, uno in più della Reggina, e hanno perso solo 3 volte con appena 8 gol subiti. Sono la squadra che ha perso di meno e subito meno gol di tutto il girone I della serie D. La Reggina in classifica ha un punto in meno del Due Torri, che nella prima sessione del mercato ha perso 6 calciatori e ha dato vita ad un piccolo ridimensionamento. Dopotutto i suoi punti di forza, il mister e la solidità di squadra (tecnica e morale) restano solidi e quindi non possono far calare le attenzioni della Reggina che non può sottovalutare la partita soltanto per il poco blasone degli avversari.

Reggina-Due Torri al Granillo è già andata in scena in Coppa Italia di serie D, e gli amaranto hanno vinto 1-0 una partita molto tirata e sofferta. Ma era un’altra Reggina. Adesso è cambiato tutto. La prima sessione di mercato ha modificato gli assetti della squadra, e mentre gran parte della tifoseria si dice delusa e scontenta per il mancato arrivo di un attaccante “pesante” e per le partenze considerate eccessive (8 cessioni) rispetto agli arrivi (4 acquisti), in realtà andiamo contro tendenza e crediamo che sia stato fatto un lavoro intelligente. La Reggina, infatti, nel girone d’andata aveva fatto male con limiti molto pesanti che hanno compromesso la prima parte della stagione; era giusto cambiare. Il Direttore Generale Martino ha smobilitato gran parte della squadra che aveva costruito qualche mese fa, rimangiandosi le scelte fatte e – di fatto – riconoscendo gli errori commessi. Insistere e perseverare sarebbe stato molto peggio, perché sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Ben venga, quindi, cambiare e anche smentirsi, se si fa per il bene della squadra. Sono partiti calciatori importanti che certamente faranno molto bene altrove, e che sicuramente potevano fare molto meglio a Reggio dove hanno deluso. Arena, Dentice, Riva, Pescatore, Mautone, Condomitti, Russo e D’Angelo sono gli 8 che hanno dato l’addio, al loro posto sono arrivati Foderaro, Forgione, Cane e Oggiano. La società, quindi, può respirare dal punto di vista economico (fattore molto importante) e la squadra si può considerare rinforzata nell’11 titolare soprattutto dal punto di vista di grinta, fame e volontà.

Anche il Siracusa ha operato in modo analogo: via Mascara, Crocetti e Testardi, presi Gallon, Mounard e Arena che tornerà al Granillo da avversario. La Cavese ha mantenuto lo stesso organico del girone d’andata rinforzandosi significativamente in attacco con Puntoriere e Criniti: sarà un bellissimo girone di ritorno ma se la Reggina vuole provare a competere, deve assolutamente battere domani il Due Torri e avvicinarsi ulteriormente alla vetta perché inevitabilmente lo scontro diretto Frattese-Cavese in programma domani accorcerà ulteriormente la classifica nei primi posti, e se la Sarnese non dovesse vincere a Palmi, in caso di vittoria contro il Due Torri la Reggina risalirebbe fino al 4° posto.

Oggi pomeriggio l’anticipo Siracusa-Rende completa il quadro, in base ai risultati di questo turno la dirigenza amaranto dovrà decidere se vale la pena di investire ulteriormente qualche decina di migliaia di euro per un colpo importante in attacco e un difensore centrale che potrebbero rivelarsi fondamentali per giocarsi la promozione con Siracusa e Cavese, che nel girone di ritorno dovranno venire al Granillo (si ricomincerà il giorno dell’Epifania con la 1ª di ritorno, al Granillo Reggina-Aversa Normanna). In caso contrario bisognerà soltanto guardarsi dai playout, al momento distanti 8 punti dalla Reggina (esattamente gli stessi che distano dal primo posto) per riprovarci con più programmazione nella prossima stagione. Ovviamente non ci potranno più essere scuse, una piazza come Reggio Calabria non può accettare la mediocrità dei Dilettanti per troppo tempo ma senza novità importanti c’è il rischio di rimanerci a lungo. La nuova società, pur con tutti i suoi limiti, ha il merito indiscusso di aver dato continuità alla storia amaranto e di mettere a disposizione le proprie modeste risorse finanziarie per la bandiera amaranto.

Nulla si muove dal punto di vista di nuovi investitori, nuovi soci o nuovi soldi. Soltanto chiacchiere da bar. Non c’è nessuno che possa entrare in società e dare una significativa scossa economica, la città ha fatto scappare una risorsa straordinaria come Nick Scali e adesso si appella a piccoli amministratori di bottega della porta accanto. Una delle tante contraddizioni di questa comunità. Fatto sta che tutti sanno bene come questa società abbia dovuto versare 350 mila euro a fondo perduto per l’iscrizione in serie D, e che senza quest’esborso avrebbe potuto costruire una vera e propria corazzata, ma questo non può rappresentare un alibi perché se la spesa complessiva del club a fine stagione sfiorerà il milione di euro, o gli 800 mila euro, l’anno prossimo si potrà dire (sempre come alibi) che dopo aver speso così tanti soldi il primo anno, bisognerà tirare la cinghia il secondo. E così andrà. Il rammarico più grande è che con questa stessa spesa, pochi mesi fa si sarebbe potuta salvare la Reggina in Lega Pro, con la vecchia società, il Centro Sportivo Sant’Agata e soprattutto quella categoria conquistata con le unghie e con i denti sul campo nello spareggio playout di Messina. Il Messina, appunto, che in estate ha cambiato società e ha trovato una nuova dirigenza povera di soldi ma ricca di idee che ha speso meno euro della nuova dirigenza amaranto ma ha ottenuto il ripescaggio in Lega Pro, ha iniziato persino 3 settimane dopo della nuova Reggina e si allena ogni giorno al San Filippo (come ogni anno, perché non ha un centro sportivo) e nonostante tutto il manto erboso del San Filippo ben figura in Lega Pro, ed è in corsa per la promozione in serie B. Questo per dire quanto poco sarebbe bastato per riportare subito la Reggina tra i big, e per smentire altre bufale che fungono da alibi in casa amaranto come il ritardo della preparazione, gli allenamenti al Granillo che comprometterebbero il terreno di gioco e altre simili fandonie. A meno che non si voglia credere che nella dirimpettaia Messina (o in molte altre realtà) queste regole non valgano, e cioè che ci si possa allenare ogni giorno nel campo delle partite domenicali senza renderlo un campo di patate, e che in queste categorie si possa essere molto competitivi pur iniziando in ritardo rispetto agli altri.

Insomma, il rammarico resta anche perchè più passa il tempo e più in città cresce la consapevolezza di quant’è accaduto. Sia dal punto di vista ambientale che istituzionale è mancata la voglia di evitare il baratro, nonostante si potesse fare. Probabilmente, forse, chissà, ci si voleva a tutti i costi “liberare” di Lillo Foti, come se il più grande presidente della storia, l’uomo della leggendaria serie A e dei 28 anni più gloriosi di tutta l’ultracentenaria storia amaranto, fosse un nemico da combattere. Ma Foti non è un fesso, ha trovato nuova linfa e si è ulteriormente rilanciato dando una nuova vita al Centro Sportivo Sant’Agata che oggi più che mai è un’eccellenza della formazione sportiva e calcistica nel panorama italiano ed internazionale. Gli unici ad averci veramente rimesso qualcosa sono stati i tifosi che con la loro passione e la loro voglia di tifare per la Reggina hanno dovuto subire l’umiliante schiaffo della mancata iscrizione in Lega Pro per questo tipo di manovre “di palazzo”, strettamente legate alla “fuga” di Nick Scali dalla città, e adesso si trovano a commentare il “big match” con il Due Torri solo pochi mesi dopo l’eroica e storica impresa del San Filippo. Non è un caso che gli unici rapporti personali stretti e positivi che l’imprenditore italo-australiano mantiene vivi a Reggio sono quelli con Lillo Foti. Simbolo di quello che poteva essere ma non è stato.

Adesso però, al netto del rammarico per quanto accaduto, bisogna guardare al futuro, con la speranza che non sia così mediocre come il presente: nonostante tutto, basterebbero tre punti con il Due Torri per rilanciare il grande sogno dell’immediato ritorno in Lega Pro. Senza guardare troppo in là perchè verrebbe lo sconforto. Bisogna vivere alla giornata, sperare di vincere sul campo e poi chissà…

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