Messina, Teatro Vittorio Emanuele: orchestrali minacciano il silenzio

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Ancora una volta il problema dei contratti torna a galla. L’ente si scaglia contro la Cgil: le loro ostruzioni non bloccheranno il cartellone, ma la responsabile regionale del sindacato – Rosa Raffa – è già sul piede di guerra, spalleggiata da Clara Crocè

vittorio emanueleSe di una cosa non si parla, non vuol dire che non esista. Risale acremente a galla la questione contratti per gli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. La CGIL, che minaccia congiuntamente il silenzio per gli spettacoli del 2 e del 9 dicembre, non intende giustificare ulteriori contratti su Partita IVA, e reclama la stagionalizzazione dei musicisti. Ciò che denunciano Clara Crocè e Rosa Raffa, rispettivamente segretaria generale FpCgil e coordinatrice dei provinciali regionali, è il comportamento del Sovrintendente Saija, il quale non fa altro che “mettere lavoratori contro lavoratori”, come ha affermato il Sindaco Accorinti, e non rispettare quanto emerso durante le riunioni sindacali, secondo le due sindacaliste. Non risparmieranno, inoltre, di presentarsi dinnanzi al giudice del lavoro per risolvere la questione. Ma secondo Saija, la situazione è ben diversa: fa riferimento ad un tavolo, quello delle trattative, caotico e da cui non è emersa alcuna decisione da parte dei sindacati, ma semplicemente l’attestazione, da parte di quest’ultimi, su una posizione diametralmente opposta rispetto a quella del teatro.

In questo cataclismatico marasma, l’unico che sembra aver davvero a cuore non solo il futuro della stagione del Vittorio Emanuele, ma l’intera faccenda, con particolare riferimento alla questione degli orchestrali, è il Teatro, che nelle ultime ore sta conducendo strenue trattative con quest’ultimi. Una cosa, è certa: se la questione non verrà risolta definitivamente, una volta per tutte, a risentirne sarà la città di Messina che, forte di un lieve ma consistente ripresa culturale, non può permettersi di andare  in down proprio adesso, specialmente se causa di questo è la sua principale istituzione culturale.

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