Messina, inaugurato il Papardino. Sul Piemonte al Neurolesi scoppia una nuova polemica

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Gli emendamenti firmati da Formica e Grasso sarebbero incostituzionali: questa la denuncia dei Cinque Stelle che additano “l’espropriazione senza indennizzo”. Intanto un Vullo sorridente inaugura i nuovi locali del Punto Nascite

foto tratta dai social-network

I locali del Papardino destinati ad ospitare il Punto Nascite sono stati inaugurati ieri mattina alla presenza del primario del nuovo reparto, il dott. Caudullo, che guiderà l’equipe di ostetricia e ginecologia, transitata nella zona nord dal Piemonte su preciso mandato del direttore generale Michele Vullo. Assente, a dispetto degli inviti, l’ex assessore regionale Lucia Borsellino, che pure aveva promosso il trasferimento dei reparti e che ha promesso di visitare la nuova struttura nei primi giorni dell’anno venturo.

Frattanto da Palermo giungono cattive notizie: a giudizio di Valentina Zafarana, parlamentare all’Ars in forza al Movimento Cinque Stelle, gli emendamenti presentati da Santi Formica e Bernadette Grasso (FI) per l’accorpamento del Piemonte al Centro Neurolesi Bonino-Pulejo sarebbero tacciabili di incostituzionalità. “In buona sostanza, i beni dell’Azienda sanitaria passerebbero direttamente e gratuitamente alla proprietà dell’Irccs, è un’espropriazione senza indennizzo“, precisa Zafarana esprimendo un giudizio critico sul via libera arrivato da Beatrice Lorenzin. “L’Irccs non è un ente pubblico così come lo è un ospedale, pertanto potrebbe diventare, già domani, con un paio di firme, una società per azioni” prosegue Zafarana contestando alla Regione l’incertezza in cui versa il mondo sanitario isolano.

Una polemica in parte condivisa dall’Udc Gianpiero D’Alia, il quale ha evidenziato come “sottrarre l’Ospedale Piemonte all’azienda ospedaliera significa sfasciare il bilancio e lo stato patrimoniale di questa azienda con un grave danno per il servizio sanitario messinese”. L’esponente centrista evidenzia una contraddizione in termini in senso alle pronunce dell’Ars: “non si comprende perché nel caso dell’ex ospedale Regina Margherita, correttamente, il Parlamento siciliano ha confermato la proprietà dell’Asp 5, concedendo il diritto d’uso pluriennale all’assessorato ai Beni culturali per la realizzazione della cittadella della Cultura e, al contrario, per il Piemonte, anziché concedere lo stesso diritto per la realizzazione di quella della Salute a quanti si sono pubblicamente impegnati per realizzarla, si procede in silenzio e con piccole manovre di bassissimo profilo in commissione Sanità all’Ars a fare operazioni immobiliari di dubbia moralità in danno dei cittadini messinesi”.

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