Un reggino per la “svolta” a destra dell’Argentina: finisce l’epoca del peronismo, Paese in festa [FOTO]

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Il liberale Mauricio Macri, originario di Reggio Calabria, vince la sfida con Daniel Scioli, anche lui figlio di immigrati italiani provenienti dal Molise

LaPresse/Reuters

Il candidato di centro/destra Mauricio Macri, originario di Reggio Calabria, ha vinto le elezioni presidenziali in Argentina con il 53% dei voti al ballottaggio contro Daniel Scioli, anche lui figlio di immigrati italiani (i genitori di Scioli erano emigrati da Monteroduni, borgo molisano). Con la vittoria di Macri, finisce l’era Kirchner durata ben 12 anni e definita anche l’era di peronismo ‘kirchnerista’. “E’ cambiata un’epoca, oggi è una giornata storica“, ha detto il leader di Cambiemos salutando i sostenitori dopo la sua vittoria. Macri, sindaco di Buenos Aires ed ex presidente del Boca Juniors, è il primo reggino Presidente dell’Argentina.

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Con questo voto, l’Argentina cambia infatti pagina dopo due mandati della presidentessa Cristina Kirchner (2007-2015), succeduta al defunto marito Nestor (2003-2007). “Metterò tutta la mia energia per costruire l’Argentina che sogniamo, con una povertà zero“, ha promesso Macri. Il capo del governo di Buenos Aires si è anche rivolto alla comunità internazionale: “Lo dico ai fratelli dell’America Latina, del mondo, vogliamo avere buone relazioni con tutti i paesi, vogliamo lavorare con tutti“. In concreto questo significa un cambiamento di schieramento con migliori rapporti con gli Stati Uniti e un allontanamento dal Venezuela di Nicolas Maduro.

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A seguire i risultati nella sede di Cambiemos a Buenos Aires c’era anche Lilian Tintori, moglie di Leopoldo Lopez, uno dei principali oppositori in Venezuela, attualmente in carcere. Sia Scioli, del Frente para la Victoria, che la presidente Cristina Kirchner si sono congratulati con Macri. “La volontà del popolo ha eletto un nuovo presidente, Mauricio Macri, con il quale mi sono complimentato al telefono, augurandogli successo per il bene del paese“, ha detto Scioli, governatore della provincia di Buenos Aires e candidato del partito peronista della Kirchner. Macri, da parte sua, nella prima dichiarazione dopo l’esito del voto, ha promesso una netta discontinuità con le politiche economiche e sociali del governo precedente ma, ha precisato, il cambiamento sarà “senza vendette e regolamenti di conti“. Insomma, arriva dall’Argentina un vero esempio di democrazia moderna e matura. In particolare, dal nuovo esecutivo ci si aspettano delle misure più favorevoli ai mercati e agli investimenti esteri e, di riflesso, migliori rapporti con gli Stati Uniti e minori legami con il fronte sudamericano più legato al chavismo o alle sue varianti: Venezuela, Bolivia, Paraguay ed Ecuador, ma anche il Brasile, alle prese con una dura recessione come peraltro la stessa Argentina.

Le foto della festa della scorsa notte in Argentina:

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