Reggio, Pollifroni: “pessimismo e sfiducia nel futuro sono i sentimenti che emergono tra i giovani”

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“Disillusione dilagante sulle possibilita’ di trovare lavoro, sfiducia nel futuro, rassegnazione e salari bassi. Pessimismo e sfiducia sono i sentimenti che maggiormente emergono dall’indagine, effettuata su un campione rappresentativo di 5mila persone tra i 19 e 32 anni. Oltre l’85% di questi infatti si e’ detto convinto che in Italia siano scarse o limitate le opportunita’ di lavoro legate alle proprie competenze professionali. Questo pessimismo e’ strettamente legato a una sfiducia nei confronti delle politiche passate: meno di un intervistato su 4 e’ convinto infatti che l’Italia avra’ un rilancio nei prossimi 3 anni; 1 su 5 lo esclude categoricamente (il 21%), mentre il 51% mantiene un minimo di speranza in attesa di segnali concreti di svolta. La principale causa della disoccupazione e’ attribuita dal 37% dei giovani ai limiti della domanda nel mercato del lavoro, considerata bassa sia per quantita’ che per qualita’, a cui va ad aggiungersi una mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo. Il 20,9% ritiene che si debbano migliorare i meccanismi di reclutamento, legati ancora a regole lontane dalla meritocrazia. Il 19,2% attribuisce ogni causa di questa situazione alla crisi economica mentre solo il 17,4% e’ autocritico: a loro avviso i giovani non trovano lavoro o per mancanza di esperienza o per una scarsa formazione e dalla difficolta’ di accettare alcuni lavori”, scrive in una nota Filippo Pollifroni, presidente dell’ Associazione di Volontariato Don Milani.

“È un futuro pieno di rischi e incognite quindi per il 70% dei ragazzi. Disoccupazione e precariato –prosegue– spingono sempre di piu’ i giovani ad essere concreti e pragmatici. Le difficolta’ del presente li inducono a rinunciare alla programmazione del futuro, per il 75,7% (80% al sud, 71,4% al nord). L’obiettivo primario e’ quindi quello di trovare un’occupazione retribuita a scapito di una propria realizzazione personale, rinviandola magari in futuro. A tal proposito il 70% pensa sarebbe giusto aspettarsi di percepire tra i mille e i 2mila euro mensili a 35 anni. Ma oltre la meta’ teme che non riuscira’ ad andare oltre i 1.500. E ancora-aggiunge– i settori in cui si pensa di cercare lavoro una volta terminati gli studi. A questo proposito e’ alta la percentuale di chi dichiara che cerchera’ lavoro nel pubblico (37%), soprattutto tra le donne al sud e tra i non diplomati. Dato anomalo se so pensa che solo il 13% degli intervistati occupati lavora in questo settore. Settori come l’artigianato, l’agricoltura e il commercio non vengono percepiti come un’opportunita’ dai giovani. Solo l’1% crede di poter trovare un’opportunita’ nei primi due, poco piu’ del 5% nel terzo. Infine, le difficolta’ a trovare un lavoro rischia di minare la fiducia da parte dei ragazzi non solo nelle istituzioni ma anche piu’ in generale nella societa’, portandoli a rifugiarsi quasi esclusivamente nella cerchia parentale. Il 35% ritiene infatti che la maggior parte delle persone non sia degna di fiducia. Al contrario, l’80% si ritiene soddisfatto dei propri rapporti con familiari e amici”, conclude.

 

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