Reggio, ecco la mozione finale del forum “bambini a metà, i figli della ‘ndrangheta”

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I partecipanti al Forum, Bambini a metà, i figli della ndrangheta, tenutosi al Consiglio Regionale della Calabria sabato 14 Novembre 2015, ed al quale hanno partecipato magistrati minorili, dirigenti  penitenziari, amministratori regionali, operatori del privato sociale e dei mezzi dì informazione,dopo avere rilevato con preoccupazione la crescita nella regione calabria e nelle altre regioni meridionale del numero dei minori vittima della violenza mafiosa o del reclutamento nella criminalità organizzata,dopo avere ascoltato le storie di vita raccontate da Angela Iantosca nel libro che ha dato il titolo al Forum,  al termine dei lavori di approfondimento della tematica,hanno approvato la seguente mozione

Fanno appello  alle forze politiche e sociali affinchè il tema della condizione di disagio e di rischio sociale che vivono in Calabria migliaia di  i minori appartenenti a contesti familiari mafiosi,venga finalmente inserito nell’agenda della  politica e delle agenzie educative  ed affrontato attraverso idonei interventi di prevenzione e di recupero sociale che abbiano prioritariamente come destinatari le famiglie coinvolte.

Valutano  positivamente la sperimentazione avviata dal Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria che da tempo sta adottando provvedimenti di tutela dei minori ricorrendo quando necessario  anche alla soluzione dell’ allontanamento dal nucleo familiare d’origine per  sottrarre il minore a un destino ineluttabile, e nel contempo consentirgli di sperimentare contesti culturali e di vita alternativi a quello deteriore di provenienza nella speranza che possa affrancarsi dai modelli parentali sinora assimilati”.

Rilevano che la finalità non è quella di strappare i figli ai mafiosi attraverso l’allontanamento coatto ma di offrire loro una alternativa di vita attraverso l’ attivazione di una rete locale  nazionale di risorse e servizi di accoglienza e di accompagnamento educativo e sociale che portino ad uno sganciamento dal contesto familiare. Una logica educativa prima che punitiva, in grado di offrire percorsi di ri-socializzazione  a minori ad alto rischio di coinvolgimento nella criminalità organizzata”

Evidenziano l’importanza del lavoro da fare parallelamente sui genitori, detenuti e non, appartenenti alla ndrangheta per un tentativo di recupero delle loro responsabilità e funzioni genitoriali

Tutto quanto ciò premesso chiedono in particolare

  • Al Parlamento di approntare una legislazione che dia la possibilità alle donne ed ai minori che vogliono rompere con i clan e con l’appartenenza mafiosa, senza diventare collaboratori o testimoni di giustizia, di potere contare su strumenti legislativi mirati come la possibilità di cambiare generalità, trasferirsi in altre zone del paese e potere contare su una rete di protezione sociale e di sostegno. Di rilanciare su basi nuove la legge 216 del 1991 che interveniva sui minori a rischio di coinvolgimento nella criminalità organizzata
  • Al Ministero della Giustizia  di volere sostenere e estendere la metodologia di LIBERI DI SCEGLIERE anche ad altri Tribunali, prevedendo linee guida e risorse umane ed economiche  adeguate
  • All’assessorato regionale al Welfare della Regione Calabria di farsi carico di un piano regionale per l’infanzia e l’adolescenza che preveda l’attivazione di una rete di servizi, di centri di aggregazione, di politiche attive del lavoro per i minori e giovani a rischio, con particolare attenzione alle zone ed i quartieri a rischio di  povertà economica ed educativa. Di sottoscrivere il protocollo Liberi di scegliere e sostenere anche finanziariamente il lavoro la sperimentazione avviata dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria
  • Al Presidenza della Giunta regionale di prevedere nel prossimo Bilancio e nella  programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 uno spazio prioritario alle esigenze dell’infanzia e della adolescenza in Calabria attraverso misure ed azioni che abbiano una ricaduta ed una sostenibilità nel tempo e che siano  messe a disposizione degli Enti Locali professionisti in grado di affiancare i minori a rischio  e le loro famiglie. poiché l’approccio educativo con essi, non è uguale a quello di un comune minore in situazione di disagio o di devianza.
  • Alle Forze sociali, Chiesa, volontariato e terzo settore di individuare percorsi innovativi ad alta valenza socio-educativa in grado di intercettare i minori nei loro percorsi di crescita e dare loro risposte idonee.

I gruppi promotori del Forum continueranno la loro azione di sensibilizzazione e di advocacy sui diritti dei minori attraverso la la Rete Crescere al Sud promossa da Save The Children e Fondazione con Il Sud di cui fanno parte integrante. La presente Mozione viene inviata ai presidenti di camera e Senato, al Ministro della Giustizia, al Presidente della Giunta Regionale, al presidente della Conferenza Episcopale della Calabria, al portavoce regioanale del terzo settore, a Fondazione con il Sud ed alla rete Crescere al Sud di Save The Children.

 

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