Ponte sullo Stretto, Renzi fa sul serio. Lunedì l’incontro con Pietro Salini, riparte il grande sogno del Sud

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Dopo l’annuncio per il Ponte sullo Stretto, Renzi incontrerà l’amministratore delegato di Salini-Impregilo già vincitrice del bando per la grande opera dello Stretto

LaPresse/Fabio Cimaglia

Renzi fa sul serio per il Ponte sullo Stretto. Lunedì 9 novembre l’incontro, in Arabia Saudita, con Pietro Salini, amministratore delegato di Salini-Impregilo, il colosso italiano che dovrà realizzare la grande opera in base agli accordi già sottoscritti con il governo italiano. Renzi visiterà il cantiere della metropolitana di Riad, la cui realizzazione è affidata proprio a Salini Impregilo come molte altre grandi opere in tutto il mondo per quella che è una delle poche aziende orgoglio d’Italia in tutti i continenti (basti pensare al Canale di Panama).

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Il General contractor Eurolink,  consorzio di imprese internazionali guidato da Impregilo, ha in mano i contratti firmati con il Governo e può chiedere allo Stato il pagamento di penali miliardarie. L’Italia si ritroverebbe a spendere più soldi per non fare il Ponte rispetto a quanto costerebbe la realizzazione dell’opera. Dopo lo sciagurato “muro” innalzato dal governo Monti, con Renzi è ricominciato il dialogo e il 2016 dovrebbe essere l’anno della riapertura del tavolo tecnico per la realizzazione dell’opera, a cui Renzi ha ammiccato più volte fino al definitivo annuncio contenuto nel libro di Bruno Vespa.

Pietro Salini – foto LaPresse

Un anno fa, nell’autunno 2014, la società appaltatrice aveva già chiesto al governo di aprire i cantieri spiegando che se questo non fosse avvenuto, lo Stato avrebbe dovuto risarcire alla ditta oltre un miliardo. In sostanza, la definitiva chiusura di tutte le partite aperte con il General contractor Eurolink comporterebbe allo Stato una spesa pari a 700 milioni di euro (a tanto ammonta la richiesta della società che ha fatto causa allo Stato) e si arriverebbe a oltre un miliardo se si considerano gli oneri finanziari di vario genere e i costi di liquidazione della società ‘Stretto di Messina’.

Al premier, l’idea di pagare le penali per la non realizzazione di un’opera, che per di più è stata gestita in tempi passati da altri governi, non è mai andata giù. “È assurdo – ha sempre sostenuto e ribadisce in queste ore – pagare le penali per opere non realizzate”. E Impregilo ha sempre fatto presente di essere più interessata a realizzare l’opera che alle penali. Riparte così il grande sogno del Sud, molto più di un “ponte che unisce Calabria e Sicilia”. E’ quello “shock” economico e scientifico che può veramente rilanciare tutto il meridione dopo decenni di sottosviluppo e arretratezza. Sperando che questa sia veramente la volta buona…

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