Messina: l’ira dell’Amam si abbatte sul sindaco di Calatabiano, ma l’interessato minaccia querela. E in città c’è chi chiede l’intervento di Renzi

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La crisi idrica inizia a prendere una piega preoccupante: sono passati 18 giorni e ancora non si vede la luce in fondo al tunnel

Foto Andrea Di Grazia/LaPresse
Foto Andrea Di Grazia/LaPresse

Dopo gli innumerevoli disagi patiti dai messinesi, costretti da 18 giorni a vivere in una situazione critica con l’acqua centellinata grazie all’ausilio delle autobotti, le notizie che giungono da Calatabiano hanno procurato ulteriore sconforto. I fatti li abbiamo descritti nel primo pomeriggio, allorquando dal Comune etneo è arrivata la notizia dello stop ai lavori decretato dal primo cittadino Giuseppe Intelisano. Una mossa che non è andata giù ai vertici dell’Amam, finiti immediatamente sulla graticola per non aver seguito in loco gli sviluppi delle operazioni concordate a tavolino con la Protezione Civile e col commissario all’emergenza. Non a caso Leonardo Termini, presidente della partecipata, ha attaccato frontalmente il primo cittadino della piccola comunità in cui si è registrato lo smottamento che sta causando esasperanti difficoltà.

sede amamIl blocco del personale tecnico, ha chiarito Termini, sarà un capo d’imputazione che penderà sulla testa d’Intelisano. Questi avrebbe la responsabilità di essersi messo di traverso innanzi a un piano che aveva avuto il beneplacito del Governo: “se ci sono sindaci che non si ritengono vincolati al volere dell’Esecutivo e vanno per la loro strada, ci vadano pure, non sarà un problema mio” ha tuonato il dirigente della società addetta all’erogazione, ribadendo come il veto abbia arenato l’opera degli ingegneri per una celere risoluzione del problema.

L’accusa è chiara: la volontà di muoversi in proprio, manifestata dal sindaco del catanese, delinea un comportamento para-anarchico che sta ledendo gli interessi di una comunità da 250mila abitanti. Un atteggiamento, questo, che si era già manifestato nei giorni scorsi a detta di Termini, e che ora è palesemente diventato di dominio pubblico.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAOffese che Intelisano però rispedisce al mittente, mettendo il presidente dell’Amam innanzi al bivio: o la smentita o la querela. “I lavori non sono mai stati interrotti neanche per un minuto. C’è stato solo un momento in cui la Forestale, in sopralluogo, ha chiesto alla ditta di Reggio Emilia e agli operai dell’Amam il piano di sicurezza ed è stato risposto che non c’era. Nonostante questo – ha precisato il primo cittadino – non ho emesso nessuna ordinanza di interruzione lavori. Qualcuno vuol far credere che io emetta atti per creare problemi alla città di Messina, queste sono dichiarazioni lesive”.

La versione del sindaco etneo è stata peraltro confermata da Calogero Foti, il quale – nel resoconto dei lavori di giornata – ha così precisato: “nella mattinata sono arrivati i tubi speciali e predisposto il tracciato, mentre per quanto riguarda il monitoraggio della frana è stata posizionata la stazione totale robotizzata, i prismi per la misurazione di eventuali spostamenti del terreno ed è stato collocato il radar per l’analisi interferometrica necessario al controllo del movimento franoso. Tutto procede come stabilito dal cronoprogramma e domattina, con la piena collaborazione di tutte le componenti interessate, i lavori proseguiranno secondo quanto previsto”.

Parallelamente, in città, si registra il durissimo monito della Confcommercio, della Uil-Tucs, della Filcams Cgil e della Fisascat Cisl. Le sigle hanno stigmatizzato il caos istituzionale che sta accompagnando un’emergenza surreale, cagionando danni a cittadini e imprese. C’è chi sta stringendo i denti per non abbassare le saracinesche, spiegano le associazioni di categoria, e questo proprio mentre il balletto fra le parti diventa ancora più farsesco. Da qui la richiesta di un intervento deciso e risolutivo da parte della presidenza del Consiglio. A Palazzo Zanca, invece, gli esponenti del consesso civico hanno gettato le basi per istituire una commissione d’inchiesta: essa dovrà valutare la condotta del Comune e della partecipata interessata nei prossimi tre mesi.

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