Messina, emergenza idrica. La ricostruzione della Prefettura: ecco cos’è accaduto dopo la frana a Calatabiano

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L’emergenza è finita, ma le polemiche non si placano. Da Palazzo del Governo è arrivata una nota che ricostruisce i fatti, giorno dopo giorno

Si è svolta nel pomeriggio odierno, alla presenza dei sei presidenti di circoscrizione, un’ulteriore riunione di aggiornamento in relazione alla crisi idrica che ha interessato per più di una settimana il territorio comunale e si è preso atto che l’erogazione è tornata a regime in tutta la città con la conseguente cessazione delle funzioni attribuite all’Unità di crisi, comprese quelle conferite al Dirigente dell’Ispettorato ripartimentale delle Foreste (sovrintendere alla distribuzione delle autobotti). Restano confermate, invece, le attribuzioni conferite all’Ingegnere Capo del Genio Civile (monitorare i lavori di ripristino della condotta) e al Comandante Provinciale dei Vigili del fuoco (monitorare le operazione di approvvigionamento in rete).

Nella circostanza, da parte dell’Ingegnere Capo del Genio Civile, è stata richiamata l’attenzione sulla necessità che il sito in questione, che deve essere costantemente monitorato, sia oggetto di due interventi: a) ancoraggio della condotta al terreno roccioso sottostante, b) consolidamento della collina mediante interventi di rinaturalizzazione. Quanto sopra è stato prontamente segnalato al Sindaco e al Dipartimento Regionale di Protezione Civile.

Una precisazione è stata poi offerta da Trotta in merito al quadro normativo in materia di protezione civile, che assegna ad enti e soggetti diversi attribuzioni e competenze. Il riferimento è alla legge 24 febbraio 1992 n.225, istitutiva del Servizio nazionale di Protezione Civile. L’attuale sistema normativo ha individuato nel Sindaco l’autorità comunale di protezione civile che ordinariamente interviene per il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione. Il Prefetto assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza, anche di natura tecnica, nel caso in cui l’evento, interessando il territorio di più enti locali, necessiti di un coordinamento intercomunale, ovvero, su richiesta dell’Ente locale, nel caso in cui gli interventi attuabili dal singolo comune, non appaiano sufficienti a fronteggiare le necessità.

L’art 54 TUEL attribuisce al Sindaco, nella qualità di Ufficiale di Governo, il potere di adottare provvedimenti contingibili e urgenti, conferendo al Prefetto soltanto un potere sostitutivo in caso di inerzia.

Nel quadro normativo sopra richiamato si inserisce anche l’emergenza idrica di Messina di questi ultimi giorni.

La ricostruzione

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

Nel pomeriggio di Venerdì 23 Ottobre, un tratto della condotta idrica di Fiumefreddo, sita nel Comune di Calatabiano in provincia di Catania, che rifornisce l’acquedotto della città di Messina, ha subito una lesione a causa di un movimento franoso. Tale evento ha comportato la completa interruzione dell’erogazione dell’acqua in tutto il territorio comunale.

La Prefettura è venuta prontamente a conoscenza del guasto e contemporaneamente ha preso atto anche dell’intervento tempestivo avviato dai tecnici dell’AMAM. La circostanza è stata naturalmente portata a conoscenza anche del Comune di Messina e della Protezione civile regionale.

Nella serata di sabato 24 ottobre, la Prefettura è stata avvisata che al Presidente dell’AMAM non era stato consentito di partecipare ad una riunione in corso presso il Comune di Calatabiano riguardante l’evento. Della questione veniva subito interessata la Prefettura di Catania per gli interventi ritenuti opportuni. Non si è avuta alcuna notizia circa un’ordinanza che sarebbe stata adottata da quel Sindaco per inibire l’accesso ai luoghi della frana.

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

Poiché risultava, nella serata di domenica 25, che la condotta non era stata ancora resa agibile, veniva convocata una riunione in Prefettura per la mattina del lunedì successivo. A tale riunione, finalizzata ad accertare le criticità e a conoscere quali provvedimenti intendeva attuare l’Amministrazione comunale, per fronteggiare la carenza idrica, hanno partecipato rappresentanti dell’AMAM, dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, del Comune di Messina, delle Forze dell’Ordine, del Comando Provinciale dei Vigili del fuoco, dell’Asp e delle Strutture Ospedaliere presenti sul territorio.

Nella circostanza è emerso che i lavori di riparazione del guasto, sebbene proseguissero a rilento, a causa delle avverse condizioni metereologiche, sarebbero stati ultimati nell’arco di 48 ore e che non si erano verificate ancora particolari criticità conseguenti alla assenza di acqua, salvo qualche segnalazione da parte dell’Ospedale Papardo, di Case di cura e di qualche Ufficio pubblico che lamentava la carenza idrica e di cui l’Amministrazione Comunale si è fatta subito carico.

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

Nella mattinata di mercoledì 28 ottobre la Prefettura prendeva contatti per le vie brevi con il Dirigente dell’AMAM, il quale assicurava che il ripristino della condotta era avvenuto e che vi era qualche difficoltà nel deflusso delle acque all’interno della condotta per via del formarsi di bolle d’aria che richiedevano interventi di sfiato.

Nel pomeriggio di mercoledì 28 Ottobre, non ricevendo ulteriori notizie, è stato necessario contattare il Gabinetto del Sindaco che riferiva che il punto della condotta danneggiato era stato interessato da ulteriori smottamenti, tali da rendere necessari altri interventi di ripristino che avrebbero posticipato la ripresa dell’erogazione.

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

La mattina del 29 ottobre il Prefetto, in considerazione del protrarsi dell’emergenza ed allo scopo di fare una ricognizione puntuale della situazione, convocava una riunione tecnica straordinaria di coordinamento delle Forze di Polizia per esaminare i possibili riflessi sull’ordine e la sicurezza pubblica e nel contempo per puntualizzare i due fondamentali aspetti connessi all’emergenza medesima: il primo relativo ai profili tecnici riguardante i lavori di riparazione della condotta di Fiumefreddo di pertinenza di AMAM e Comune; ed il secondo, connesso alle specifiche esigenze della popolazione, secondo un prestabilito ordine di priorità, riguardante le fonti di approvvigionamento e di distribuzione dell’acqua. Venivano altresì impartite puntuali disposizioni tese ad intensificare i controlli per evitare operazioni speculative. Veniva poi attivata in Prefettura una unità di crisi, composta da dirigenti e funzionari prefettizi, allo scopo di fornire all’Ente locale un riferimento per ogni utile interlocuzione.

Su esplicita richiesta dell’Amministrazione Comunale veniva altresì convocata per la stessa mattina del 29 ottobre un’ulteriore riunione tecnica, nella quale sono stati affrontati i sopra richiamati aspetti e si è convenuto sulla necessità di incrementare i mezzi per la distribuzione idrica, rivelatisi insufficienti per fronteggiare tutte le necessità e sul coinvolgimento a tal fine della Protezione civile regionale per fornire autobotti a supporto di quelle già utilizzate dal Comune.

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

In merito all’approvvigionamento, veniva presa in considerazione la proposta avanzata dall’Autorità Portuale di richiedere l’intervento di una nave cisterna di proprietà privata della capacità di 5000 tonnellate. Si individuava infine nell’Autoparco Municipale l’organo cui veniva affidato il compito di gestire e coordinare le operazione di distribuzione dell’acqua.

Nel pomeriggio del 29 ottobre, poiché a seguito di una verifica del funzionamento del sistema messo a punto in Prefettura, venivano registrate disfunzioni di tipo gestionale – organizzativo che rischiavano di pregiudicare le operazioni di soccorso, il Prefetto si determinava ad assumere mirate iniziative e pertanto a) richiedeva alla Protezione Civile e all’Esercito una congrua disponibilità di autobotti, b) veniva chiesto alla Società mercantile Marnavi l’invio di una nave cisterna per garantire una sicura disponibilità di acqua da immettere nella rete idrica cittadina c) il Dirigente dell’Ispettorato ripartimentale delle Foreste e l’Ingegnere Capo dell’ Ufficio del Genio Civile venivano incaricati rispettivamente di sovrintendere alla redistribuzione delle autobotti e di monitorare i lavori di ripristino della condotta di Fiumefreddo in fase di esecuzione, d) venivano altresì convocati dal Prefetto i Presidenti delle Circoscrizioni Comunali per avere diretta contezza delle criticità presenti nei territori di rispettiva giurisdizione e subito dopo venivano presi accordi con l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste per stabilire le modalità operative per la distribuzione a mezzo autobotti.

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

Nella giornata del 30 Ottobre, su espressa richiesta di questa Prefettura, giungevano in città cinque autocisterne, grazie all’ausilio fornito dalla Protezione civile regionale, ed altre cinque venivano impiegate da parte della XXIV Artiglieria della Brigata Aosta su disposizione del Distaccamento provinciale.

Lo stesso 30 Ottobre l’Unità di crisi veniva integrata con un’ulteriore figura professionale nella persona del Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco per monitorare le operazioni di approvvigionamento in rete.

Dal 31 Ottobre in poi si sono svolte quotidianamente due riunioni per monitorare l’andamento della situazione complessiva e fronteggiare eventuali nuove criticità con un immediato confronto tra le figure professionali individuate all’interno dell’Unità di crisi.

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