Messina, c’era una volta l’isola pedonale

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A Messina l’isola pedonale è stata oggetto di molteplici, agguerrite e cruente discussioni fra commercianti, istituzioni e cittadini. Questo Natale riapparirà magicamente?

1606664-isola_pedonaleChi trascorre parte della sua vita nella città di Messina, sicuramente non si sarà perso una delle molteplici ed avvincentissime discussioni sull’isola pedonale, croce e delizia della città dello Stretto. Chiunque abbia mediamente (ma va bene anche scarsamente) viaggiato per le città del mondo, sa bene che sensazione piacevoli si provino a passeggiare per le vie del centro, magari facendo qualche acquisto, senza doversi districare tra macchine ruggenti in ogni dove. Pensiamo a Via Roma o a Via Chiaia a Napoli, alle vie del centro fiorentino, a Via Condotti a Roma, e, senz’andar troppo lontano, al Corso Giuseppe Garibaldi della nostra dirimpettaia Reggio Calabria.

macchina negozioCos’hanno in comune tutte queste strade? Neanche a dirlo, il divieto di transito delle autovetture. Insomma, garantiscono ai pedoni una passeggiata tranquilla, senza smog e clacson prepotenti. Perché non fare questo anche a Messina? Mai domanda fu di cotanta difficoltà. Ci abbiamo provato, ma l’esperimento non è andato a buon fine. Per quale motivo? Quando si dice che il messinese sia un cittadino anomalo e ben differente dai suoi connazionali (anzi, sarebbe meglio dire, dai restanti individui della specie), non si parla a sproposito. Il messinese ha una concezione tutta sua degli spazi urbani, della viabilità e del divertimento: vi chiederete come mai agglutiniamo questi tre concetti. Sveliamo immediatamente il mistero: l’abitante di Messina vive la città come un posto da occupare, e non come uno spazio in cui respirare. A bordo della sua vettura, è titanicamente convinto di poter sostare (ricordate quella macchina posteggiata nel bel mezzo di Piazza Duomo?) e transitare in qualsiasi luogo il suo cuore desideri; raramente inserisce l’indicatore di svolta, ma maniaco delle quattro frecce, crede che sia meglio passeggiare in macchina anziché sforzare gli arti inferiori, facendo ingresso negli esercizi commerciali direttamente con l’autovettura, senza prendersi la gravosa briga di spostare i piedi dal tappetino a terra. Insomma, il messinese vive in macchina: per lui è uno stile di vita, una religione, una filosofia esistenziale. 

fioriera isola pedonale messinaAdesso, chiedersi cosa c’entra questa descrizione della fenomenologia automobilistica del messinese con l’isola pedonale, sarebbe banale. Le implicazioni sono evidenti. Tuttavia, c’è da dire una cosa: in un articolo dei giorni scorsi ci appellavamo al vero motore dell’economia e della cultura zanclea, che abbiamo individuato nella moda; quando a Messina si viene a creare qualcosa di nuovo, due possono essere le reazioni: apprezzare quello che si è fatto a tal punto da farlo diventare una ragione di vita, senza la quale mai si sarebbe potuto respirare, o criticare in toto la novità trovando milioni di falle anche indipendenti e totalmente estranee all’oggetto della questione. Nel caso dell’isola pedonale, la cittadinanza in genere ha risposto bene alla novità: a mostrare, dopo qualche giorno di assestamento, irruenti contrarietà sono stati alcuni commercianti (fatta eccezione per quelli associati con Millevetrine). Conoscendo benissimo il carattere del messinese, e la sua primigenia tendenza a fare acquisti come se fosse al McDrive, sono precipitati nel panico: hanno visto il calo abissale degli introiti, la fame con gli occhi, il fallimento. Così, aggiungendosi ulteriori critiche, criticità e chi più ne ha più ne metta, niente più isola pedonale.

Il quadro delineato, seppur insufficiente, monco e incompleto, è suscettibile d’approfondimento. Ci siamo chiesti perché scegliere proprio Via dei Mille, perché chiudere arterie di deflusso del traffico significative come le perpendicolari a Via Tommaso Cannizzaro e le parallele al Viale San Martino, nel caso specifico di Via Giordano Bruno. La scelta di Via dei Mille possiamo facilmente ricollegarla a Millevetrine, associazione che si è fortemente battuta per ottenere l’isola e non ha smesso di farlo sin’oggi. Ci piace interrogarci sulle possibilità diverse che avrebbe potuto avere la vicenda se, ad ospitare l’isola pedonale fosse stato il Viale San Martino e non Via dei Mille. Sicuramente, dovremmo riflettere sul fatto che numerosi negozi s’affacciano sulla parallela al Viale, ma dovremmo tenere anche in considerazione il fatto che chiudere il Viale San Martino all’incrocio con Via Maddalena, non sia stato un colpo di genio, dal momento che, proseguendo, s’incontrano i veri colossi dello shopping (Max & Co., Zara, Coin ecc.), i quali hanno continuato ad essere raggiunti dai messinesi con le proprie vetture, creando ulteriori disagi alla viabilità, già parecchio affollata per via delle arterie chiuse. Risultato? Messina nel caos: automobilisti impazziti in ogni dove, commercianti delle arterie allo sbaraglio, e burrasche di malanove su Sindaco e relativa squadra.

isola pedonale via dei milleAdesso che Natale s’avvicina, i messinesi si vestono di malinconia, e ripensano con triste amarezza ai tempi gloriosi dell’isola pedonale: chissà a quale delle due pensano, se a quella natalizia, dove indirizzare “la passiata” con i parenti, o a quella permanente, per cui tanti santi hanno tirato giù dal calendario le lingue mamertine. Quello che certamente si può dire è che una città turistica che non dedichi spazi al sereno transito di cittadini e forestieri, soprattutto all’interno di un “centro commerciale a cielo aperto” difficilmente può meritarsi quest’epiteto. Purtroppo, con gravosità ammettiamo che le troppe polemiche combinate alle troppe convinzioni ingabbiano Messina nella sua caoticità provinciale, impedendole di elevarsi a punto di riferimento del turismo nazionale e, cosa più importante, del benessere dei cittadini.

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