Lo scalo crotonese non soffre soltanto le situazioni di crisi della società di gestione, ma patisce un ritardo negli investimenti decennali, con sistemi che, ad oggi, non sono ancora “decollati” o ancora peggio progettati finanziati e poi definanziati. L’aeroporto di Crotone ha la necessità di definire tre punti cardine per lo sviluppo: aerostazione, pista e sistemi tecnologici. L’aerostazione Pitagora è stata progettata per la gestione di 250.000 passeggeri l’anno, quota ampiamente superata. Abbiamo bisogno – aggiunge– di un deciso ampliamento della struttura, con più gate ed un area dedicata ai passeggeri che possa essere più che raddoppiata rispetto all’attuale. Abbiamo la necessità di un’aerostazione più moderna, più vivibile ma soprattutto più economicamente sostenibile (con più spazi commerciali, con un parcheggio ancora più ampio dell’attuale, con spazi per info point e prettamente dedicati al turismo). Secondo punto: pista. Il progetto dell’allungamento della pista c’è già, una volta c’erano anche i finanziamenti per realizzarlo, oggi basta riattivare i canali e le giuste fonti per invertire la rotta. Infine: sistemi tecnologici, e non ci riferiamo solo alla Torre di controllo, ma anche a sistemi come, per esempio, il sistema ILS (atterraggio luminoso), ancora non collaudato su Crotone. Completare questi lavori potrebbe dare una radicale svolta al nostro aeroporto. Vocazione naturale per le attività connesse al mare, e così i ritardi accumulati per l’adozione del Piano regolatore portuale potrebbero rivelarsi un’occasione per pensare ad un progetto di sviluppo più articolato. Sfruttando le risorse economiche e finanziarie previste dal Master Plan si potrebbero realizzare nel breve termine : un bacino di di carenaggio: sarebbe l’unico tra lo jonio, tirreno inferiore e basso adriatico; un invaso per travel Lift; una struttura per centro di addestramento e formazione maestranze e figure professionali sia per gestioni ormeggi e conduzioni marina sia dell’indotto per la cantieristica della nautica da diporto; implementare le tratte e servizi croceristici; intercettazione e servizi per tratte commerciali (autostrada del mare); realizzare un porto a secco; implementare aree per la realizzazione di cantieristica per stazionamento a lungo termine e per rimessaggi Yacht e mega yacht.
Puntare su Porto vecchio e water front, attraverso la realizzazione ed implementazione dei servizi ai diportisti (transiti e non) con utilizzazione dei manufatti esistenti da trasformare ed adeguare a strutture turistiche ricettive. Se da un lato vogliamo puntare sul potenziamento e sullo sviluppo delll’esistente, dall’altro vogliamo puntare su investimenti ed infrastrutture che consentirebbero al territorio di uscire dall’isolamento, e in questo senso ben si collocherebbe nel nostro territorio la metropolitana leggera di superficie. La metropolitana di superficie Sibari-Crotone –Catanzaro Lido offre un’alternativa alla carente viabilità regionale, che ad oggi non riesce a sanare il divario che ha la provincia di Crotone rispetto alle altre città del territorio, dovuto all’assenza di collegamenti agili e di facile percorso, si rende necessaria per la sua fattibilità più snella nei costi e nei tempi di realizzazione rispetto ad un “sognato tratto autostradale” e/o nuovo percorso della SS 106. L’intervento dovrebbe vertere sull’elettrificazione della linea, sull’acquisto di locomotori idonei a percorrere la tratta in maniera agile – che in condizioni normali potrebbe garantire l’attraversamento dell’intera linea (Sibari – Catanzaro Lido) in meno di 2 ore – e di carrozze idonee al trasporto di disabili e biciclette contribuendo così in evidente maniera ad un impatto ambientale più sostenibile, oltre all’ammodernamento di tutte le stazioni attraversate ed oggetto d’interesse economico e turistico ed a linee sussidiarie che colleghino gli scali ai centri cittadini. C’è un tassello che manca per completare il quadro infrastrutturale del nostro territorio. Un tassello che, se anche di minor impatto rispetto agli altri, è di fondamentale importanza: la viabilità. Le ricerche mostrano come si sia incrementata la proporzione di popolazione che lavora lontano dalla residenza. I nuovi posti di lavoro si collocano nelle periferie esterne , piuttosto che nel centro città. Aumentano le migrazioni dagli spazi urbani e dal centro verso le periferie esterne integrando le stesse riqualificandole. In questo quadro diviene essenziale puntare anche su interventi di messa in sicurezza, adeguamento e sviluppo delle strade provinciali , si pensi alle strade provinciali che collegano le aree di Strongoli-Casabona- S.Nicola dell’Alto nonché le aree del cirotano e di Umbriatico, tracciati ormai quasi abbandonati, in alcuni tratti percorribili con serie difficoltà con restringimenti delle carreggiate che rendono la percorribilità insicura e che portano all’isolamento e poi al definitivo abbandono di questi piccoli centri dalla fragile economia. Per concludere –ribadisce– abbiamo voluto ricordare come Crotone abbia oltre una naturale vocazione verso il mare, infrastrutture esistenti e nuove sulle quali puntare, un’ulteriore carta da giocare: il patrimonio culturale ed archeologico. Nelle linee guida del “Masterplan per il Mezzogiorno” si sottolinea l’importanza del PON Cultura che, «svolgerà un ruolo fondamentale di sviluppo degli attrattori culturali di cui il Mezzogiorno è ricco per la diffusione di attività turistiche che valorizzino le peculiarità del territorio». La città di Crotone possiede due grandi attrattori turistici: Capo Colonna, e il suo centro storico con il Castello di Carlo V. Recuperare i fondi destinati all’Antica Kroton (ben 100 milioni di euro) e metterli a disposizione di un progetto di riqualificazione del parco archeologico e del centro storico della città, potrebbe rappresentare quella svolta sugli attrattori culturali. Riteniamo che il primo incontro sia servito per individuare e verificare la reale concreta possibilità di elaborare un piano di sviluppo fattibile, siamo soddisfatti per il lavoro che siamo riusciti a produrre e soprattutto per aver partecipato in modo coerente ad una discussione che auspichiamo consenta al territorio di sfruttare l’occasione offerta dal Master Plan. Rinnoviamo il nostro impegno e la nostra disponibilità a dare un contributo fattivo, a tal fine proseguiamo nel nostro lavoro progettuale e propositivo, sicuri che si sceglie la strada della collaborazione e del lavoro i risultati possano finalmente arrivare”, .