Ferrovie calabresi: accordo tra Rfi, Cnr e Arpacal, più sicurezza dopo il “miracolo” della jonica

StrettoWeb
Foto Domenico Scopelliti

Mentre la ferrovia jonica reggina, colpita dal nubifragio dell’1 novembre scorso, è stata ricostruita con due giorni d’anticipo rispetto ai tempi preventivati, RFI (Reti Ferroviarie Italiane) ha siglato un importante accordo di collaborazione con il CNR e l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) per la mitigazione del rischio idrogeologico lungo la linea ferroviaria, anche alla luce di quanto avvenuto il 12 agosto scorso a Rossano, quando, in quell’occasione, vi furono interruzioni del servizio a causa dell’erosione della sede dei binari. I rigidi protocolli di sicurezza di RFI che, in occasione di allerta meteo, vengono attivati attraverso il controllo visivo della rete, ossia personale che ispeziona a piedi la linea, hanno consentito di interrompere, in entrambe i casi, la circolazione dei treni prima del verificarsi degli eventi alluvionali.

L’accordo tra RFI, CNR e Arpacal ha come obiettivo primario la mitigazione del rischio idrogeologico lungo la rete ferroviaria attraverso l’utilizzo di strumenti previsionali e di monitoraggio ad elevata risoluzione spazio-temporale in grado di individuare, con elevato dettaglio, le criticità lungo i binari.   Il progetto in atto denominato RAMSES (RAilway Meteorological SEcurity  System), il cui Protocollo D’intesa è stato firmato dai tre Enti la settimana scorsa,  è finalizzato ad effettuare previsioni estremamente localizzate, dell’ordine del chilometro, riducendo notevolmente la scala temporale da pochi minuti a 3-6 ore. Questa informazione, in tempo “quasi-reale”, risulta di notevole utilità per il sistema di Sicurezza di RFI che potrà valutare l’entità del rischio e quindi decidere la sospensione del servizio ferroviario. Il progetto, approvato dalla Direzione Centrale RFI e attualmente in stato sperimentale, è particolarmente articolato e complesso in quanto, oltre alla previsione meteorologica, prevede di quantificare anche gli effetti al suolo (allagamenti, verifica attraversamenti, frane). Mette in campo tutte le risorse oggi disponibili per l’osservazione dell’atmosfera e del territorio: satelliti, radar meteorologico, strumenti di misura al suolo, dati di fulminazioni, il tutto coordinato e inserito in un modello previsionale a scala locale. Partecipano al progetto l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CNR-IRPI), rappresentato dai responsabili Ing. Salvatore Gabriele per la componente idrologica e  Dott. Giulio Iovine per gli effetti al suolo, l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC), con responsabile l’Ing. Sante Laviola, il Centro Funzionale Multirischi dell’ARPACAL Calabria diretto dall’Ing. Raffaele Niccoli, la  Direzione Territoriale RFI di Reggio Calabria rappresentata dall’Ing. Stassi.

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