Roma: stroncata filiera di contraffazione che correva sul web

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Ricostruita l’intera filiera produttiva, individuando un articolato network di aziende che provvedevano alla produzione degli articoli contraffatti ed alla loro commercializzazione

guardia-di-finanzaI finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno portato a termine un’articolata operazione di polizia che ha permesso di disarticolare l’attività di un sodalizio criminale dedito alla realizzazione e commercializzazione di articoli di abbigliamento “casual” e di gadget recanti marchi e loghi contraffatti di note società nazionali ed internazionali operanti nel mondo del calcio, della musica e del cinema. Nello specifico, nel corso delle complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica – DDA di Roma, è stata ricostruita l’intera filiera produttiva, individuando un articolato network di aziende che, a vario titolo, provvedevano alla produzione degli articoli contraffatti ed alla loro commercializzazione, che avveniva attraverso una rete di negozi “su strada” ma, anche e soprattutto, per via telematica. E proprio grazie alle accurate indagini informatiche espletate sul web che le Fiamme Gialle romane sono state in grado di mappare la complessiva operatività criminale dell’organizzazione. Sono stati, così, scoperti diversi siti internet, pagine dedicate di social network nonché veri e propri “negozi virtuali”, attraverso i quali il sodalizio pubblicizzava e commercializzava i prodotti contraffatti. A capo dell’organizzazione due imprenditori, uno romano e l’altro frusinate, entrambi di 31 anni, i quali si sono avvalsi anche di un terzo soggetto, una donna, che li ha coadiuvati sia nella fase della produzione che dei rapporti commerciali con la nutrita schiera dei clienti, curando anche la fase dei successivi incassi. Fondamentale, quindi, per il buon fine degli affari è stata l’appartenenza di uno degli associati a frange di tifo organizzato. Ed è proprio a questi ultimi che era rivolta la maggior parte della tipologia di prodotti d’abbigliamento casual commercializzati, ovvero, le magliette, le felpe, i cappelli, le tute recanti i marchi o i loghi di plurime squadre di calcio nazionali ed internazionali creando, di fatto, una sorta di monopolio nella produzione di materiali per il mondo “Ultras”.

Gdf - foto LaPresse
Gdf – foto LaPresse

Per quanto concerne la conoscibilità dei loro prodotti concernenti la galassia del calcio, decisivo è risultato essere il “passaparola digitale” proprio tra gli esponenti del mondo delle tifoserie organizzate di calcio, con i quali in alcuni casi gli indagati avevano rapporti diretti e di amicizia. Tra gli articoli più gettonati spiccano capi “Vintage” come le tute della AS Roma con il famoso sponsor anni 80 “Barilla” o le maglie dell’Hellas Verona campione d’Italia 1984/85. Anche i principali clienti della società investigata, dislocati in Campania e Veneto, si erano dotati di specifici siti internet attraverso i quali veniva commercializzato quanto prodotto del sodalizio criminale. A questo punto sono scattate le perquisizioni che hanno consentito, non solo di confermare le ipotesi accusatorie a vario titolo ascritte ai tre indagati – per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti contro la fede pubblica – ma anche di sequestrare i macchinari utilizzati nella fase produttiva e nelle successive fasi di perfezionamento dei capi contraffatti nonché cospicui quantitativi di merce pronta ad essere commercializzata. E’ stata data, altresì, esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo disposto dal competente GIP del Tribunale di Roma finalizzato all’inibizione/oscuramento di numerosi siti e pagine di social network attraverso i quali, come detto, venivano commercializzati gli articoli contraffatti.

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