Reggio, l’Ordine dei Medici: “aggredito un medico ai Riuniti”

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Reggio, l’Ordine dei Medici: “ennesimo episodio di violenza nei confronti di un medico in servizio presso il reparto di ortopedia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria”

ospedali riuniti“Manifestazioni di protesta fatte ed altre da fare, da Scilla a Melito, da Locri a Polistena, nomine di Commissari su Commissari, ricorsi su riscorsi, schermaglie politiche, casi di malasanità più presunti che reali sbandierati a caratteri cubitali dai media, assunzioni solo a parole, carenza di personale e mezzi: possiamo affermare, davanti a questo scenario, che la sanità calabrese vive in un clima di perenne tensione e questo contesto ambientale si riverbera, inevitabilmente, sul rapporto medico – paziente. Ci farebbe piacere che si tornasse a parlare di salute e che la sanità tornasse ad essere un discorso fra medico e paziente. In questi mesi abbiamo assistito a tanti proclami ed a pochissimi fatti che hanno determinato un innalzamento palpabile dell’asticella della tensione nel pianeta sanità”, scrive in una nota l’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio. “Semplici cittadini, sindaci, istituzioni, associazioni, parrocchie, tutti in piazza per reclamare più attenzione per gli ospedali del territorio e per rivendicare il proprio diritto alla salute. Incominciamo a pensare che siano maturi i tempi perché la sanità torni ad essere dei medici. In questo status quo è necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità perché, altrimenti, curare i pazienti calabresi diventa davvero difficile. 

Ed è, in questo contesto –prosegue la nota– che si medicospiega l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di un medico in servizio presso il reparto di ortopedia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria; uno stimato professionista come il collega Francesco Scordino che ha visto scagliarsi contro due pazienti che pretendevano di essere visitati direttamente in reparto senza essere prenotati o senza essere passati dal pronto soccorso. Nell’esprimere la nostra vicinanza al Dr. Francesco Scordino, vogliamo ricordare che solo qualche settimana fa sono stati aggrediti i cardiologi Amodeo e Pennisi, prima di loro i colleghi Costarella, Topa e Nucera senza mai dimenticare coloro che in passato, sia in città che in provincia, sono stati vittime di aggressioni personali od intimidazioni o hanno persino dato la vita a causa di una esacerbazione di tale condizione. Considerando che questi ultimi episodi – aggiunge la nota– si sono registrati tutti presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria avevamo avanzato una proposta concreta ovvero: realizzare un sistema di videosorveglianza in tutti gli spazi comuni della struttura onde consentire un intervento immediato delle forze dell’ordine e l’individuazione dei soggetti responsabili, regolamentare l’accesso all’ospedale individuando una sola entrata al pubblico (al momento sono molteplici); utilizzare ed incrementare l’attività delle guardie giurate in convenzione dislocandole nei reparti e non relegarle a ruolo di posteggiatori; concentrare gli ambulatori in un posto accessibile dall’esterno impedendo l’accesso indiscriminato di tutti gli utenti nei reparti; redigere un regolamento comune all’accesso ed al colloquio con i parenti dei pazienti. A poco serve il presidio di Polizia quando interviene ad aggressione avvenuta essendo imprescindibile che tale presidio venga rafforzato per consentire, per quanto possibile, un’attività preventiva. Ci siamo appellati a tutte le istituzioni competenti ma nulla è stato fatto in tal senso. Vogliamo, forse, aspettare che accadono episodi con conseguenze ancora più gravi? Dobbiamo forse frequentare corsi di difesa personale, piuttosto che quelli di formazione ed aggiornamento, per poter garantire la nostra sicurezza sul luogo di lavoro? Riteniamo urgente prevedere, non solo per gli Ospedali Riuniti ma per tutti i presidi ospedalieri della provincia, un aumento dei sistemi di sicurezza. E proprio per questo – conclude la nota- provvederemo a chiedere a breve un incontro al Prefetto di Reggio Calabria, convinti, sempre di più, che la salute non ha prezzo. Anche quella del medico”.

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