Reggio, caso Atam. Per i sindacati è “l’ennesimo inciucio ai danni dei lavoratori”

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Atam Reggio Calabria (1)“In data 30 settembre abbiamo ricevuto dall’Azienda l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per ben 21 unità lavorative, al fine di consentire all’Atam di presentare all’udienza del 14 ottobre ’15 una pianta organica di 290 unità, come previsto dal piano di risanamento precedentemente presentato presso la Procura della Repubblica”. Lo affermano in una nota per la Federazione Autonoma Italiana Sindacale Autoferrotranvieri il segretario Regionale Francesco Elia, il Responsabile Territoriale ai Trasporti Giovanni Itri e il segretario Aziendale Teresa Catalano.

“Niente di più falso! Il suddetto piano, elaborato non dal prof.Gatto e dai suoi consulenti, bensì da una Società esterna e costato ben 200.000 euro, prevede a fine 2015 un organico di 312 unità lavorative, e non 290: l’obiettivo del raggiungimento di un organico di 290 unità è previsto, infatti, solo per fine 2017″.

“Perché non rispettare quanto dettato dal piano di risanamento? Perché far pesare ancora sui lavoratori un aggravio del 5% netto sullo stipendio (così dicono), quando l’Amministratore Unico afferma in una nota stampa che nel primo semestre di quest’anno si è registrato un attivo di oltre un milione e mezzo?”

Atam Reggio Calabria (2)“Alla data del 10 ottobre (data della firma dell’accordo), inoltre, dopo essere stati convocati solo telefonicamente dal prof. Antonino Gatto, siamo stati “cacciati” (solo noi) in malo modo dal tavolo delle trattative (tavolo al quale avevamo tutto il diritto di presenziare) dall’avv. Mazzotta, e nel totale silenzio-assenzo del prof.Gatto, sol perché evidentemente eravamo testimoni scomodi dell’ennesimo inciucio che si stava consumando in Azienda sulle spalle dei lavoratori”.

“Ci preme sottolineare che l’attuale Amministratore Unico, con l’ausilio dei suoi consulenti avv. Giuseppe Mazzotta e ing. Matteo Gatto, che costano all’Azienda, o per meglio dire ai lavoratori (grazie al contratto di solidarietà), 148.200 euro (dato consultabile sul sito aziendale), hanno dapprima voluto necessariamente avviare la procedura del concordato in bianco (sul cui costo non è dato sapere), affidare l’incarico al dr. De Giovanni di redigere il sovraindicato piano di risanamento (200.000 euro), sobbarcare ai lavoratori un anno intero di solidarietà, per poi dirci solo alla vigilia dell’udienza in Tribunale, che l’Azienda deve in ogni caso applicare un nuovo contratto di solidarietà”.

“In caso contrario, sarebbero stati costretti a licenziare 21 unità: questa volta la suddetta O.S. non si è prestata a questo gioco al ricatto, non ci siamo resi complici di tutti questi soprusi ai danni della povera gente che ogni giorno lavora e che ora si trova costretta nuovamente a pagare, grazie all’accordo siglato con alcune organizzazioni sindacali, ancora un anno di solidarietà solo ed esclusivamente per mantenere tutti questi sprechi. Ci rifiutiamo, inoltre, di dover presenziare alle trattative aziendali condotte esclusivamente dall’avv. Mazzotta, al quale l’Amministratore Unico pare abbia delegato tutte le sue funzioni, mentre lo stesso si limita a presenziare senza proferire parola alcuna. Ci auguriamo che gli organi competenti e l’Ente proprietario tengano ben conto di quanto si stia consumando in Azienda ormai da molto, troppo tempo, e intervengano al più presto per mettere fine a questo scempio” concludono.

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