Messina verso la normalità, ma l’allerta meteo resta un’incognita pericolosa

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L’Amam ha attivato anche la terza pompa: l’obiettivo è riempire in serata i serbatoi della partecipata ed iniziare, da domani, un’erogazione parziale

Foto Andrea Di Grazia/Lapresse

I numerosi tentativi messi in atto dall’Amam sembrano aver dato i frutti agognati: con l’attivazione della terza pompa di collegamento fra Calatabiano e Messina, Fiumefreddo sta erogando 700 litri al secondo verso la città. Un dato importante per l’Amministrazione, che può puntare a soddisfare il fabbisogno minimo delle utenze domestiche. Tutto ciò lascia presumere che, salvo sfaceli, entro poche ore il peggio potrebbe essere passato. E se Accorinti, dall’assemblea nazionale dell’Anci di Torino, garantisce che in serata tutto potrebbe essere risolto, specificando di essersi mosso da Messina soltanto quando ha visto l’acqua uscire dai rubinetti (bontà sua), più prudente si mostra – almeno per il momento – il suo braccio destro Guido Signorino, che evidenzia come l’impasse potrebbe essere rotta domani. In realtà per ritornare alla normalità serviranno almeno 10 giorni: qualora l’acqua affluisse regolarmente, essa andrà a riempire i serbatoi della partecipata per poi essere erogata, in un secondo momento e gradualmente, verso le diverse zone del perimetro cittadino. Con i serbatoi dei condomini vuoti, ha fatto notare il direttore generale La Rosa, “ci sarà una chiamata straordinaria che svuoterà presto le riserve“. Saranno necessarie, pertanto, 24-36 ore per entrare a pieno regime.

Gli unici dati scoraggianti vengono dalla Protezione Civile ma non riguardano né le condutture dell’acqua, né tantomeno il bypass cui si sta lavorando a Forza d’Agrò. Sono le piogge torrenziali, previste per il fine settimana, ad inquietare le autorità: l’allerta meteo da codice rosso offre brutti presagi, con temporali di forte intensità previsti tanto sul versante jonico quanto su quello tirrenico. Bisognerà allora vedere come reagirà il territorio collinare della provincia catanese, laddove gli smottamenti registrati hanno prodotto le criticità con cui ancora i tecnici si stanno confrontando.

Sul versante politico, registrato l’interesse di Alfano, il biasimo di Renzi e la mobilitazione dell’Esercito garantita dal Ministro Pinotti, a Messina non si placa la polemica. Per il presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, l’Amministrazione ha mostrato le proprie fragilità ed una preoccupante incapacità gestionale che ha evidenziato una palese sottovalutazione del pericolo.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Pdr-Sicilia Futura. Qui il portavoce Salvo Versaci ha ironizzato sulla propensione del primo cittadino a difendere le grandi cause del Tibet e della Palestina, lasciando però all’asciutto la propri comunità. “Messina – ha affermato quest’ultimo – sta sprofondando nel lerciume che copre le strade, quantomeno ciò che ne è rimasto, caratterizzandosi per l’incapacità di chi ha promesso il cambiamento“.

E sulla comparsata torinese di Accorinti anche l’esponente consiliare Antonella Russo, in forza al Gruppo Misto, ha voluto esprimere il proprio disappunto: “In queste ore – ha ammonito il Consigliere – in cui i suoi concittadini soffrono, come mai prima, le gravi conseguenze di una carenza d’acqua che si protrae da svariati giorni, il Primo cittadino, come il comandante di una nave, dovrebbe stare al timone della sua città e non lasciarla neanche per un secondo; a maggior ragione se decide di lasciare Messina solo per partecipare ad un evento in cui si confonderà tra 7mila sindaci italiani”. L’accusa di “schettinismo” è dietro l’angolo insomma, proprio mentre il Prefetto Trotta – colui che di fatto ha esautorato il primo cittadino dalle sue responsabilità operative – precisa che i costi della nave cisterna non si abbatteranno sulla popolazione, ma in quanto aiuto essenziale peseranno semmai sulle casse della Protezione Civile.

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