Messina, Signorino corregge il tiro: la nota del Ministero un atto dovuto

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Il vice-sindaco smentisce le interpretazioni negative: da Roma nessun giudizio, né positivo né ostile

In merito alla ulteriore richiesta istruttoria per il piano di riequilibrio finanziario da parte del Ministero dell’Interno, il vicesindaco Guido Signorino precisa: “Non c’è nessun giallo in merito alla nota del Ministero sul piano di riequilibrio. Questa è pervenuta il 12 ottobre; venuto a conoscenza del suo contenuto, nella stessa giornata ho incaricato per le vie brevi il Dirigente dell’Area Finanziaria di notificarla alla Presidenza del Consiglio e al Collegio dei Revisori, trovandomi io fuori sede nel seguente giorno di martedì per missione istituzionale. Raggiunto telefonicamente dal Presidente del Collegio dei Revisori il 13 sera, ho discusso con questi del suo contenuto, esponendoglielo in maniera dettagliata. Allo stesso modo, rientrato a Messina il 14, ne ho esposto il contenuto al presidente della prima commissione e a tutti coloro (giornalisti inclusi) che me ne hanno fatto richiesta. Il Dirigente (afflitto da problemi di salute) ha ritenuto, prima di estendere la nota alla Presidente del Consiglio e al Collegio dei Revisori, di corredarla di un commento. La nota è consegnata assieme a questo chiarimento. E, come si capisce, non costituisce di per sé alcun giudizio (né dolente, né favorevole) sul piano di riequilibrio”. In altri termini, secondo l’assessore al Bilancio, “prendendo atto di un ‘disavanzo tecnico’ (correttamente definito ‘modesto’), il Ministro invita a valutarne eventuale inserimento nel piano. Questa operazione può non essere necessaria, né necessariamente conveniente, per il Comune. Il ‘disavanzo tecnico’ (che non va confuso con l’avanzo di esercizio del bilancio 2014, che sarebbe di per sé pienamente in grado di sostenerlo), è pari ad € 1.780.842,45 e risulta dal ‘riaccertamento straordinario’ dei residui attivi e passivi dell’ente. È necessaria una delibera consiliare che ne indichi le modalità con cui si intende recuperarlo; la legge rende possibile riassorbirlo in un periodo trentennale. Nel caso di specie, questo avrebbe impatto sui bilanci comunali per meno di 60.000 euro l’anno. Tuttavia, per poter predisporre la delibera, il riaccertamento deve essere asseverato dai revisori e, al momento, revisori e ragioneria stanno procedendo a una valutazione congiunta della sua consistenza. La delibera per il suo riassorbimento potrà essere predisposta solo a conclusione di questa revisione. Il Ministero ha ritenuto che, non essendo intervenuto un atto di Consiglio, l’importo avrebbe potuto essere inserito come ulteriore e aggiuntiva passività nel piano di riequilibrio e ha invitato a voler procedere, solo ed esclusivamente per questa voce aggiuntiva, a rimodulare il piano di riequilibrio. Allo stesso tempo, però, il Ministero ha ritenuto opportuno invitare il Comune a operare una ‘rielaborazione ricognitiva’ del piano che ‘ne attualizzi i valori in ragione dell’attività espletata’. Questa espressione sembra indicare che, data l’attività di implementazione del piano (accordi coi creditori, evoluzione del contenzioso,…) condotta dall’ente dopo l’approvazione del documento, alcune voci inserite nel piano potrebbero aver modificato il proprio valore (ad esempio, per l’esito positivo di un giudizio che riduce un importo, oppure per un esito negativo che lo incrementa). La nota conterrebbe dunque un invito a rivedere questi valori, portandoli alla loro consistenza attuale. Se così fosse, il piano potrebbe ridurre il suo impatto, anziché appesantirsi”.

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