Messina, impianti sportivi abbandonati al degrado. Muscolino: “stiamo cadendo sempre più in basso”

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Oneri economici e danni d’immagine: così le società sportive fanno i conti con la rivoluzione accorintiana nello sport

La Pallavolo Messina ed il Crescere Insieme, a circa un mese dall’inizio delle attività sportive e sociali e, ad ormai un paio di settimane dallo start dei vari campionati, denunciano le difficoltà in cui sono costrette ad operare a causa della mancata programmazione da parte dell’Amministrazione comunale, incapace – a loro giudizio – di gestire un comparto, quello sportivo, al collasso e giunto al punto più basso della storia recente. “Per usare una frase tanto cara al primo cittadino, più che cambiare dal basso si sta cadendo sempre più in basso!” annotano in un comunicato.

Sull’argomento è intervenuto il presidente del sodalizio giallorosso Giorgio Muscolino: “Mesi fa denunciammo il degrado in cui versano ormai tutti gli impianti cittadini e le continue  difficoltà in cui le società sportive sono costrette ad operare. Alle tante promesse del sindaco prima e dell’assessore Pino dopo, ad oggi non è corrisposto nessun atto concreto. Al danno poi, si aggiunge la beffa, poiché è in dirittura di arrivo la delibera dell’amministrazione comunale che comporterà l’aumento delle tariffe degli impianti sportivi. Ecco perché suona come una beffa sapere che l’amministrazione sta pensando di intervenire sulle tariffe per l’uso degli impianti, viste le condizioni in cui versano gli stessi. Si ricorda altresì, che gli stessi impianti sono quasi tutti privi di agibilità e della messa a norma di diversi sistemi interni e le problematiche a cui vanno incontro tutte le società che fanno sport a Messina, tra le già tante difficoltà economiche, sono innumerevoli. Un aumento delle tariffe, legato a condizioni strutturali ottimali degli impianti, avrebbe un significato, in caso contrario si rischia solo di fare un grosso danno alle società sportive. Si contestano le voci inserite nel famigerato 36% dei costi a carico di chi usufruisce degli impianti, previsto dalla normativa vigente. Se tanto è dovuto non ci tireremo indietro ma è assurdo inserire tra i costi gli stipendi dei custodi che, in quanto dipendenti comunali, rientrano tra le spese indifferibili a cui va incontro l’ente a prescindere dall’utilizzo del dipendente stesso”.

Il confronto con le società, inizialmente ventilato dal Dipartimento Sport, non si è mai concretizzato, almeno finora, e le stesse realtà sportive si chiedono per quale ragione un sindaco presumibilmente attento come Accorinti non abbia pensato a stanziare parte dei fondi tasi per l’impiantistica sportiva.

Oggi – continua Muscolino – sia la Pallavolo Messina che il Crescere Insieme stanno subendo un danno tecnico ed organizzativo, oltre che di immagine, notevolissimo: i tre impianti utilizzati versano in condizioni deleterie e in alcuni casi non possono essere utilizzati. Al PalaJuvara le condizioni degli spogliatoi sono peggiorate e molte delle docce sono inutilizzabili; il PalaTracuzzi risulta ancora inagibile e le tante attività giovanili programmate non sono potute partire; al PalaRussello sono attualmente ospitati alcuni migranti per cui gran parte dell’impianto non è utilizzabile. Su quest’ultimo argomento occorre precisare alcune cose e sottolineare come l’attuale amministrazione sia impreparata ed inadeguata nella gestione amministrativa. Le nostre  società da anni svolgono attività soprattutto di carattere sociale e negli ultimi mesi hanno attivato anche alcuni accordi per far si che, alcuni dei tanti giovani migranti che vivono in città, possano svolgere attività sportiva. Questa premessa è doverosa per evitare che qualcuno possa affermare che la Pallavolo Messina e il Crescere Insieme siano contrarie alla presenza di giovani migranti all’interno degli impianti sportivi, visto il momento epocale che stiamo vivendo. La considerazione che viene fatta è quella se sia corretto che questi giovani migranti vengano ospitati in strutture non idonee all’accoglienza, soprattutto di minori non accompagnati. Ci risulta che le disposizioni ministeriali e le norme vigenti dicano altro. Ci chiediamo  se l’assessore ai servizi sociali sia a conoscenza di questa situazione e se sia nelle condizioni di gestire una emergenza di questo tipo”.

Il quadro che emerge lascia l’amaro in bocca, tra impianti non all’altezza o non utilizzabili e la difficoltà a portare avanti le attività sportive e sociali che rischiano di essere interrotte con devastanti danni di immagine. Da qui la richiesta di un confronto urgente su una seria programmazione, a patto che esso sia ricco di contenuti e non si trasformi, in corso d’opera, nell’ennesima sfilata di dichiarazioni sterili e buoni propositi.

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