Federico (Federazione Intesa): “la sede dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati resti a Reggio”

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agenzia beni confiscati “Quando nel marzo 2010 il Parlamento votò all’unanimità la legge di conversione del decreto legge istitutivo dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (acronimo ANBSC ), la città di Reggio Calabria divenne la sede principale di un ufficio pubblico di rilievo nazionale, un evento più unico che raro nel panorama della pubblica amministrazione italiana. Se è vero che i simboli hanno il loro valore, mai come in questo caso, ubicare la sede principale a Reggio Calabria, istituire nella nostra città un così importante presidio di legalità, nel cuore della provincia reggina della ‘ndrangheta, oggi la mafia di tutte le mafie, ha rappresentato un avvenimento storico nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata. Molti passi in avanti sono stati fatti, basti pensare che a Reggio Calabria, sede delle funzioni dirigenziali di coordinamento per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati oltre a quelle di supporto tecnico-logistico per il funzionamento dell’Ente, si sono aggiunte, in questi anni, quattro sedi secondarie, nuovi presidi di legalità: Roma, Palermo, Milano e Napoli”, scrive in una nota Lorenzo Federico, dirigente di Federazione Intesa Fp. “Oltre 15.000 sono i beni amministrati dal personale dell’Agenzia sin dalla sua istituzione, tra beni mobili, immobili e aziende. L’impegno per rendere pubblici tutti i dati relativi a tali beni è quotidiano. Si spera a breve che questo lavoro venga completato. L’Agenzia ha destinato, nonostante l’esiguità di risorse umane, oltre 7.000 beni a favore degli enti previsti dalla normativa vigente in materia. Giova ribadire, altresì, che per la sede di Reggio Calabria è stato stipulato a suo tempo un contratto di comodato d’uso gratuito con l’Amministrazione Comunale e sempre nello stesso stabile, grazie al contributo finanziario concesso al Comune di Reggio Calabria, agli inizi del 2014, dalla Regione Calabria, per l’esecuzione di alcuni lavori di adeguamento, sarà ospitato, si spera a breve, un ufficio ONU c.d. “Antenne sulle Economie Criminali” frutto della convenzione firmata nel dicembre dell’anno 2012, a Vienna, tra l’allora Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ed il direttore esecutivo dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), massimo organismo ONU per la lotta internazionale al traffico di droga ed al crimine, Yury Fedotof, alla presenza, tra l’altro, dell’ambasciatore Filippo Formica, rappresentante italiano permanente presso le organizzazioni internazionali. Le sedi secondarie –prosegue– di Roma, Palermo e Milano sono ospitate in beni confiscati in via definitiva, quindi già di proprietà dello Stato, mentre la sede di Napoli è ubicata in un immobile del Ministero della Giustizia. Costo per locazioni passive quindi pari a zero.

Il bilancio per il funzionamento dell’Agenzia, ibeni-confiscati-mafianoltre, è in attivo ed anche questo è frutto delle attività amministrative svolte proprio presso la sede principale di Reggio Calabria. Molto c’è ancora da fare. In questi ultimi tempi il dibattito sulla riforma dell’ANBSC si è fatto sempre più acceso. Riforma letteralmente vuol dire “modifica volta a dare un nuovo e migliore assetto a qualcosa”. D’accordo con chi ha proposto –aggiunge– al pari della mia organizzazione sindacale, l’aumento della dotazione organica fissa del personale dalle attuali 30 a 300 unità, il mantenimento delle articolazioni territoriali dell’ANBSC, veri e propri presidi di legalità ( Reggio Calabria, Roma, Palermo, Milano e Napoli ), l’attribuzione della vigilanza sull’ANBSC dal Ministero dell’Interno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, considerata la necessità, specie in tema di gestione e destinazione delle aziende confiscate, di coinvolgere più Ministeri. Le proposte da respingere sempre al mittente sono invece quelle che prevedono Roma come sede principale dell’Agenzia Nazionale, con il “declassamento” a sede secondaria della sede di Reggio Calabria, che perderebbe così il rango di sede principale. A tal proposito, ho appreso che il 2 settembre scorso i Consiglieri di Centrodestra del Comune di Reggio Calabria, dando seguito alla mia iniziativa sindacale del 27 luglio scorso, hanno presentato una mozione con la quale chiedono al Sindaco Giuseppe Falcomatà, alla sua Giunta ed a tutto il Consiglio Comunale di adottare ogni utile iniziativa a difesa della sede principale dell’Agenzia Nazionale a Reggio Calabria e per il rilancio ed il rafforzamento della stessa. Tale mozione finalmente sarà discussa, dopo quasi due mesi dalla sua presentazione, nella seduta del Consiglio Comunale che si terrà il 22 ottobre p.v. Non mi risulta- ribadisce- che analoga mozione sia stata presentata in seno al Consiglio dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria. Invito, pertanto, da “sindacalista reggino”, il Presidente della Provincia Giuseppe Raffa, il Presidente del Consiglio Provinciale Antonio Eroi e l’Assessore alla Legalità Eduardo Lamberti Castronuovo a farsene promotori. La riforma dell’Agenzia è in dirittura di arrivo. Nel mese di novembre p.v. dovrebbe approdare nelle aule parlamentari ed i “segnali” che giungono da Roma danno la sede dell’Agenzia di Reggio Calabria praticamente “declassata”. Bisogna reagire a questi attacchi che hanno avuto il loro inizio già dal 2011. Nel mese di maggio dello scorso anno sia il Ministro dell’Interno Angelino Alfano che il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi dichiararono, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, che la sede principale dell’Agenzia Nazionale non sarà spostata da Reggio Calabria. Manterranno questa promessa o i reggini subiranno l’ennesima mortificazione ? Nel frattempo – conclude– adoperiamoci tutti affinché non si torni indietro rispetto ad una scelta illuminata, e condivisa nel 2010 da tutte le forze politiche , per la città “metropolitana” di Reggio Calabria”.

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