Catania, la Dia sequestra beni per un valore di 2 milioni di euro ad esponente di spicco della famiglia mafiosa Ercolano-Santapaola

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La Presse/ Guglielmo Mangiapane

Dalle prime ore della mattinata odierna personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania sta eseguendo il decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta avanzata dal Direttore della D.I.A., Nunzio Antonio FERLA, nei confronti di COCIMANO Orazio Benedetto, di anni 51, elemento di vertice dell’organizzazione mafiosa etnea SANTAPAOLA-ERCOLANO. Più volte arrestato, è divenuto, dal 2009, reggente operativo dell’ala militare della “famiglia”, nonché detentore della “cassa degli stipendi”. Il COCIMANO, particolarmente vicino al pericoloso boss “santapaoliano” Maurizio ZUCCARO, è stato indicato dal collaboratore Santo LA CAUSA (di cui sarebbe stato il successore in seno all’organizzazione) come componente del gruppo di fuoco che nel 1996 uccise Luigi ILARDO, confidente del Colonnello dell’Arma dei Carabinieri Riccio negli anni della ricerca dell’allora latitante, capo di cosa nostra, Bernardo PROVENZANO (vicenda che tuttora costituisce oggetto di discussione nel noto processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia). Il medesimo collaboratore ne riferisce anche un ruolo chiave nell’omicidio del rampollo dei SANTAPAOLA, Angelo. Lo stesso è stato, inoltre, sottoposto più volte alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, sia nel 2011 che nel 2013. La ricostruzione del profilo criminale del COCIMANO, unitamente agli approfonditi accertamenti patrimoniali (estesi anche al suo nucleo familiare) svolti dal personale della D.I.A., hanno consentito di verificare la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dello stesso. Tale complessa attività investigativa è stata condivisa dal Tribunale di Catania che, a seguito della stessa, ha disposto l’emanazione del provvedimento ablativo in corso di esecuzione, riguardante il sequestro di beni stimati in oltre 2 milioni di euro, tra cui alcuni fittiziamente intestati a prestanome, consistenti in nr. 4 (quattro) società operanti nel settore dell’edilizia, nonché autovetture, motoveicoli, conti correnti e altri rapporti finanziari ancora da quantificare.

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