Reggio, Imbalzano sull’ultimo consiglio comunale: “tristissima pagina per la democrazia”

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Imbalzano: “non credo che nella storia politica della città di Reggio si sia mai verificato che le opposizioni fossero state materialmente impedite nel formulare le rispettive proposte al Consiglio”

“Nel momento in cui si valutano i caratteri del provvedimento di bilancio previsionale per l’anno 2015 del Comune di Reggio Calabria, il primo di questa già travagliata legislatura, sono diversi gli aspetti politici che meritano una riflessione critica. Innanzitutto il fatto che lo stesso sia  giunto all’esame dell’aula consiliare soltanto nel mese di settembre (e questo certamente non può rappresentare un vanto per l’Amministrazione) e ancora una volta privo di quell’ulteriore necessario confronto con il collegio dei revisori dei conti, con i quali- anche in questa sessione di bilancio- non si è  avuta la possibilità di dialogare. Sì , è vero, il bilancio previsionale per l’anno 2015 è dotato – e non poteva essere diversamente- dell’allegato con il quale il collegio ha espresso  parere favorevole sul documento contabile in discussione, ma non è inutile ribadire che- a nostro avviso-  in più  passaggi della relazione che i revisori hanno reso alla Giunta e al Consiglio sono rimaste  aperte delle questioni che risultano tuttavia poco chiare  -o per meglio definirle- sbrigativamente affrontate” afferma in una nota il consigliere comunale di opposizione Pasquale Imbalzano. “La presenza degli stessi sarebbe  risultata di certo utile al Consiglio e alla Città , e anche in questo caso possiamo amaramente affermare che in questo primo anno di legislatura si sia consumato un altro importante record negativo, ossia  che in tutte le sessioni di bilancio sviluppate fin ad oggi non si sia ricevuto il necessario e ineludibile  confronto tecnico con l’ organo di revisione contabile. Fatte le dovute premesse, è -tuttavia- politicamente rilevante porre in discussione ciò che è accaduto  durante i lavori del Consiglio Comunale. Siamo convinti – prosegue– di aver assistito  ad una tristissima pagina per la democrazia,  ove , oltre ai silenzi assordanti del Sindaco riguardo l’affaire Miramare,   il sodale compagno Delfino, Presidente del Consiglio, ormai senza pudore si è definitivamente eretto  a difensore di una sola parte politica, ovvero della maggioranza di csx da cui proviene. In effetti, non solo ha espulso ingiustamente un consigliere comunale di centrodestra, reo di aver chiesto di conoscere il nome dell’agitatore politico che si nascondeva tra il pubblico e che inveiva contro i consiglieri di opposizione, ma ha addirittura e nuovamente negato spazio alla minoranza durante la fase della trattazione degli emendamenti al piano triennale delle opere pubbliche, sostenendo che le circa 15 modifiche proposte fossero irricevibili(sic!) e per ciò solo non si dovessero neanche illustrare, quindi compiendo un gesto che è un “bavaglio” degno delle migliori tradizioni bolsceviche del pensiero unico.  

Non credo – aggiunge– che nella storia politica della città di Reggio si sia mai verificato che le opposizioni fossero state materialmente impedite nel formulare le rispettive proposte al Consiglio e che alle stesse venisse negato un  pronunciamento politico. È una triste nuova realtà che porta il nome di quel Presidente che svilisce e lacera con le sue “gesta”- giorno dopo giorno- il concetto di garanzia politica da assicurare all’intero emiciclo comunale, tanto alla maggioranza quanto soprattutto alla minoranza.  Per quanto concerne il bilancio non ci sono dubbi che ci si trovi di fronte ad un documento contabile essenzialmente asfittico, dove sia sul piano della programmazione delle politiche di intervento sociale, sia  sul finanziamento della spesa  per la riduzione fiscale e soprattutto sul piano delle opere pubbliche programmate i dati contabili  presenti rappresentino un volume assolutamente inferiore e non all’altezza  delle caratteristiche e alle esigenze sociali di una città come Reggio, che peraltro lamenta ritardi ormai cronici e risalenti nel tempo. Il tutto vieppiù determinato dall’imposto meccanismo dell’armonizzazione contabile su cui va anche qui compiuta una riflessione. Tale meccanismo, tale adeguamento legislativo, come sta avvenendo nel nostro Comune, quanto farà lievitare i già spaventosi deficit economici per miliardi di euro di importanti città italiane come Torino, Napoli, Roma? Oppure quanto inciderà contabilmente sui tanti comuni della Toscana, dell’Emilia, delle Marche affetti anche loro da rinomati e pesanti squilibri di bilancio? Non ci vuole molto per capire che i problemi che verranno fuori da questo cambiamento di prospettiva nella gestione economico contabile degli enti locali saranno di fortissimo rilievo. E la verità è – ribadisce– che l’orizzonte verso cui ci avviamo a Reggio e nel resto del Paese sarà quello di avere un bilancio sostanzialmente virtuale, perché paradossalmente  i residui attivi, ovvero i crediti che gli enti locali vantano con i terzi,  rischieranno di essere esposti per difetto, in quanto verranno contabilizzati soltanto quelli immediatamente esigibili e messi da parte quelli che non appaiono esserlo nell’anno a cui il bilancio si riferisce, salvo poi essere reinseriti all’anno successivo qualora mutino favorevolmente  le condizioni di esigibilità o – ancor meglio- vengano incassati crediti anche se non iscritti a bilancio e classificandosi –dunque- come maggiori entrate non previste. E’ ben evidente a tutti che non si è  nelle condizioni di prevedere effettivamente quali saranno le reali entrate già a partire da domani. Perciò  siamo  di fronte ad una interpretazione restrittiva delle norme contabili e dinnanzi a una previsione ultra prudenziale delle entrate previste, che potrà produrre avanzo annuale di amministrazione solo se il nostro Comune sarà in grado di contrastare e stanare nel brevissimo tempo  con efficacia una evasione fiscale che è storicamente pervasiva e diffusa. Noi chiederemo che  da qui a tre mesi il Consiglio Comunale sia posto nella condizione di conoscere e valutare adeguatamente una fotografia aggiornata dello stato finanziario del nostro Ente e chiederemo di sapere quali saranno i crediti che il Comune nominalmente avrà ancora da vantare nei confronti della platea dei debitori. Questo monitoraggio, unito a quello richiesto dal Collegio dei revisori nella relazione al bilancio, si pone come ineludibile per garantire la sostenibilità finanziaria del Comune, poiché è forte il dubbio che in questo bilancio vengono esposti soltanto una parte dei crediti che realmente il Comune vanta.  

Tuttavia sarebbe più onesto affermare che la declamata veridicità del bilancio 2015, a tutt’oggi  da verificare sulla scorta del monitoraggio che andrà effettuato, non è frutto di una precisa scelta politica, ma sarebbe semmai conseguenza  dell’imposizione tramite legge del meccanismo dell’armonizzazione contabile, che solo oggi incide e modifica i comportamenti  di costruzione della contabilità degli enti locali rispetto al passato, soprattutto nella redazione dei documenti programmatici, come per il bilancio di previsione,  che ne rappresenta uno degli aspetti più rilevanti. Pertanto – afferma ancora Imbalzano- a partire da oggi e  non certamente dal recente passato  che si impongono questi più stringenti criteri di contabilità, che pongono al centro la contabilità finanziaria come quella che più si avvicinerebbe ad una rappresentazione reale delle poste di bilancio. Questo è il dato politico che deve essere risaltato,  mentre deve essere invece ridimensionato  il goffo tentativo mistificatorio del csx di far apparire un’innovazione tecnica come innovazione politica, per poi trasformarla in operazione politica di successo, solo se – a dire il vero-  il risultato di bilancio venga raggiunto, orizzonte  rispetto al quale nutriamo forti dubbi. È ben evidente che non può che essere delineato così il bilancio preventivo adottato dal Consiglio ed è giusto che i cittadini siano messi a conoscenza di questi elementi. Questa è la trasparenza e la verità – conclude– che i cittadini si sarebbero aspettati dall’Amministrazione comunale e che invece spetta a noi – ancora una volta- come minoranza in Consiglio dover affermare”.

 

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