Reggio, botta e risposta tra Sul e Cisl

StrettoWeb

“Sarò molto breve e preferisco non fare poemi tediosi, il tempo preferisco perderlo per cose utili e produttive per i colleghi, così come ho fatto fino ad ora. Innanzitutto, il sottoscritto è stato chiamato in causa dal SUL, e non il contrario, nel momento in cui, legittimamente, e il sig. Aldo Libri dovrebbe saperlo, il Coordinamento Provinciale Polizie Locali ha chiesto un tavolo tecnico all’Amministrazione oltre un mese e mezzo fa, tavolo tecnico che ogni sigla può richiedere anche separatamente. Il SUL contestò il mancato invito e protestò contro la Cisl Fp, rivendicando azioni giudiziarie contro tutti. Diffonde un’informazione errata, il sig. Aldo Libri, quando asserisce che il sottoscritto ha escluso le altre sigle. Nella richiesta fatta per l’istituzione del tavolo tecnico non vi è menzione alcuna su quanto detto, lo sfido a produrre documentazione che provi il contrario. Per trasparenza e su richiesta, potrò diffondere e pubblicare la richiesta di tavolo tecnico da me inviata facendo verificare l’asetticità del mio comportamento rispetto a tutte le sigle. Per quanto riguarda la citata sentenza della Corte Costituzionale, che già conoscevo da tempo, precisamente la 231/2013, dice tutt’altro” afferma in una nota Giovanni Falcone della Cisl. “Non sono un fine giurista, ma un semplice sindacalista che ancora capisce qualcosa quando legge, io. Ebbene, questa sentenza, che non è demolitiva ma additiva, non elimina il famoso requisito della rappresentatività della organizzazione sindacale che, ad oggi, è fissato nella misura del 5 percento del totale dei lavoratori della categoria cui si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro, ma semplicemente si limita a garantire le agibilità sindacali ai quei sindacati che, sempre rappresentativi come appena detto, non abbiano firmato il contratto di lavoro, purché partecipanti alla negoziazione. La ratio di tale intervento – prosegue– da parte della Corte Costituzionale, sta proprio nell’evitare che una sigla sindacale, per il rischio di perdere le sue prerogative, si senta costretto a firmare un contratto che magari non condivide. Invito il sig. Aldo Libri a leggere la parte finale della sentenza da lui portata avanti come un vessillo, proprio dove la Corte Costituzionale parla del problema della rappresentatività che dev’essere risolta, eventualmente, dal legislatore, scegliendo tra una o più delle soluzioni segnalate. Il Comune di Reggio Calabria è consapevole di tutto questo e non ha sicuramente bisogno della mia consulenza. Tornando ai problemi reali e toccando la questione ufficio del personale, chi ha contezza di cosa sia un Comando di Polizia Municipale, dovrebbe sapere che, come già ribadito, esso deve godere di una sua autonomia, distaccandosi da tutti gli altri settori, proprio per le sue peculiarità, e ritengo impensabile una gestione centralizzata del personale della polizia municipale, ma, come dissi, il problema è di competenza del dirigente, spettando a lui il compito di meglio individuare come gestire il personale. Armamento. Il problema armamento – aggiunge– non è difatti un problema, l’indennità di vigilanza viene, come già ho ribadito, riconosciuta in forza delle funzioni che ogni agente svolge, così come previsto dalla L. 65/86 e dall’art. 37 del CCNL del 6/7/1995. Esso può essere ridotto se il personale dell’area di vigilanza non svolge le funzioni di cui all’art. 5 della L. 65/86. Se poi qualche agente non percepisce proprio l’indennità in toto è perché non è inquadrato nell’area di vigilanza. Mi sono informato e non mi risulta che ci sia personale che svolge servizio esterno non armato, tranne, probabilmente, i colleghi arrivati da poco, due, e che sono in attesa del decreto di pubblica sicurezza che S.E. il Prefetto dovrà loro conferire. Per quanto concerne le visite mediche, si diffonde ulteriormente un’inesattezza, il personale della polizia municipale viene sottoposto a controlli, di solito annuali, ai sensi del D.lgs. 81/2008, io personalmente l’ho fatta a novembre-dicembre 2014, inoltre, in caso di problemi particolari, quali quelli psichici, il Prefetto, su segnalazione del Sindaco, può revocare il decreto di pubblica sicurezza e di conseguenza l’arma. Infine, parlando della mia appartenenza ai COBAS, non posso che dire che nella vita, di solito, si è portati a migliorare, e così ho fatto passando alla Cisl Fp, mentre c’è chi di passi indietro ne ha fatti tanti, in tutti i sensi. “Buon” caro Aldo Libri, poco importa che si parli male di me, a condizione che lo si faccia in modo forte e a voce alta. Una cosa è certa – conclude–  il sottoscritto dopo aver fatto attività sindacale per aiutare i colleghi indossa la divisa e lavora tra la gente per la gente, aiutando i concittadini, c’è, invece, chi il sindacato e la nomina a RSU la sfrutta per vantaggi personali e per rivendicazioni o frustrazioni personali”.

 

Condividi