Ponte sullo Stretto: il si della Camera, il ni di Delrio e i silenzi di Renzi. Ecco come riparte il grande sogno del Sud

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Ponte sullo Stretto: 29 settembre 2015 nuova giornata storica in un progetto ricco di colpi di scena

ponte strettoIl governo apre al Ponte sullo stretto di Messina, seppure nella forma di una ‘infrastruttura ferroviaria’. Lo ha detto il sottosegretario alle infrastrutture Umberto Del Basso De Caro intervenendo in aula alla Camera, e suggerendo una riformulazione della mozione di Ap-Ncd sulla Salerno-Reggio Calabria. Nel testo suggerito dal sottosegretario, si impegna a “valutare l’opportunita’ di una riconsiderazione del progetto del Ponte sullo Stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del mezzogiorno“.

ponte sullo strettoCon 289 voti favorevoli e 98 contrari, 21 astenuti la Camera dei deputati ha detto si’ alla “riconsiderazione del Ponte sullo Stretto come infrastruttura ferroviaria“. L’aula di Montecitorio ha approvato cosi’ la mozione sulla Salerno-Reggio Calabria presentata dalla deputata calabrese del Ncd Dorina Bianchi, alla quale il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro aveva suggerito di riformulare la parte relativa al Ponte sullo stretto. La riformulazione del sottosegretario, accettata da Dorina Bianchi, recita: la Camera impegna il governo a “valutare l’opportunita’ di una riconsiderazione del progetto del Ponte sullo Stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del mezzogiorno“.

Le reazioni del mondo politico

Dorina Bianchi
Dorina Bianchi

La decisione del governo suscita la netta opposizione di Sinistra Ecologia e Liberta’, che con Arturo Scotto parla di un “un colpo di scena degno di un thriller“. “Il governo cambia idea e per tenersi buono l’alleato dell’Ncd apre alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, anche se ad uso ferroviario. Invece di impegnarsi per finire la Salerno Reggio Calabria e per ammodernare il sistema viario calabrese, preferisce assecondare il ministro dell’Interno Alfano, e il suo partito l’NCD, sponsor di questa opera inutile per lo sviluppo del Mezzogiorno. Siamo alla farsa e alla presa in giro degli italiani. Ma Renzi lo sa?“. Il tema ‘Ponte sullo Stretto’ irrompe in aula alla Camera durante la discussione delle mozioni relative alla Salerno Reggio Calabria. Tutte le mozioni meno quella di Forza Italia e di Ncd-Ap contengono una parte che chiede di interrompere ogni opera relativa al Ponte e destinarla ad altre opere infrastrutturali, a cominciare dalla Salerno-Reggio. Forza Italia e Ncd sono invece ‘continuiste’. Le loro mozioni dicono in sostanza ‘avanti con il Ponte’. Il governo, per srbrogliare la matassa, chiede ai gruppi di espungere ogni riferimento al Ponte. Ma mentre sono in corso le dichiarazioni di voto, il gruppo di Ncd incontra il sottosegretario (che viene sostituito dal collega Enrico Zanetti), come denuncia in aula Barbara Saltamartini. Al ritorno, la parlamentare di Ncd Dorina Bianchi suggerisce al governo una riformulazione sulla questione Ponte che in sostanza lo trasforma in infrastruttura ferroviaria. Dopo Bianchi riprende la parola il sottosegretario ai trasporti Del Basso De Caro e apre all’idea di un ponte quale ‘infrastruttura ferroviaria’, suggerendo lui stesso il testo della mozione che il governo potrebbe accettare. Bianchi accetta. La mozione viene approvata con 289 voti a favore e solo 98 contrari. Le mozioni dei gruppi contrari al Ponte, dove a questo punto viene mantenuto il riferimento al ‘no’ vengono bocciate.

Il “ni” di Delrio

renzi DelrioIl sottosegretario Del Basso De Caro ha accolto l’invito al governo a valutare, se vorremo, l’opportunità di riguardare costi e benefici di quel progetto. Dobiamo valutare, se vorremo, questa cosa. In questo momento non abbiamo il dossier sul tavolo. Abbiamo dossier più urgenti. Se una forza politica o il Parlamento ci invita a valutare se riaprirlo, noi non diciamo di no. Non abbiamo pregiudizi. La valutazione si fa sempre“. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, incontrando i giornalisti al suo arrivo all’aeroporto di Palermo, a proposito della possibilità che venga ripreso in considerazione il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, alla luce dell’intervento in Aula a Montecitorio del sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso de Caro che in un passaggio ha osservato di “valutare l’opportunità di una riconsiderazione del progetto del ponte sullo Stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del mezzogiorno“.

I silenzi di Renzi

LaPresse/Fabio Cimaglia
LaPresse/Fabio Cimaglia

Intanto Renzi continua a trincerarsi nei suoi silenzi sull’argomento: nonostante sia segretario del Partito Democratico da ormai quasi due anni, e Presidente del Consiglio da un anno e sette mesi, non s’è mai lasciato andare ad una sola dichiarazione sul Ponte sullo Stretto. L’impressione è che Renzi sia favorevole alla realizzazione di questa grande opera, ma è comprensibile che aspetti il momento migliore per affondare il colpo, sia a livello di assetti politici interni ed esterni al Pd, interni ed esterni al Parlamento, sia in termini economici. La fase peggiore della crisi economica, in cui effettivamente impegnarsi per la realizzazione del Ponte poteva sembrare contraddittorio rispetto alla situazione del Paese, sembrano alle spalle e l’impressione è quella che i fatti degli ultimi giorni vogliano come preparare la strada ad un’uscita del premier che finalmente possa annunciare il rilancio del progetto e l’inizio dei lavori per quello che rappresenta il grande sogno del Sud.

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