Pazzi per Casa Sant’Agata: ecco perché i genitori scelgono ancora il centro sportivo della Reggina Calcio

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Boom di iscrizioni nella nuova scuola calcio del centro sportivo Sant’Agata: qualità delle strutture e competenze delle professionalità alla base di questo vero e proprio “fenomeno”

Dopo l’Open Day della scorsa settimana, con centinaia di bambini che hanno potuto “assaporare” la struttura del Sant’Agata tra giovedì, venerdì e sabato, questa settimana sono iniziate le iscrizioni per la nuova scuola calcio della Reggina Calcio, che ha già presentato un nuovo progetto imperniato sulla formazione a partire proprio dai bambini. I dati sono sorprendenti: nonostante la stagione non si possa ancora considerare iniziata, sono stati già tantissime le famiglie che hanno già formalizzato l’iscrizione dei loro bambini, non solo da Reggio, ma anche dalla provincia, da Villa San Giovanni, Palmi, Gioia Tauro e persino da Vibo Valentia e Messina. E da quest’anno non solo bambini, ma anche bambine per la prima volta nella nuova sezione femminile della scuola calcio amaranto. 

Ma come mai i genitori di Reggio (e non solo) continuano a scegliere il centro sportivo della Reggina Calcio dopo tutte le vicissitudini di un’estate tribolata? La Reggina Calcio non rappresenta più la città con una squadra calcistica, è nata invece una nuova società che sta disputando il campionato di serie D e che ha lanciato a sua volta una scuola calcio, oltre alle tante altre strutture già esistenti da tempi a Reggio. In tanti si chiedono come sia possibile che ancora così tanti affidino i loro bambini alla “vecchia” Reggina e al suo Centro Sportivo Sant’Agata. Per capirlo, abbiamo incontrato nella struttura di Via delle Industrie i responsabili del progetto tecnico, Salvatore LaiaconaPasquale Sorgonà. Dopo aver visitato le strutture e conosciuto le professionalità che lavorano con i bambini (le prime lezioni sono già iniziate e sono partecipatissime), possiamo illustrare tutti i segreti di questo “fenomeno sociale” e riusciamo a capire come chi conosce il Centro Sportivo amaranto non riesca in alcun modo ad andare altrove. In fondo anche chi ha avuto la fortuna di spostarsi nelle ultime settimane in club più importanti e prestigiosi dopo lo svincolo da parte della FIGC, adesso rimpiange la struttura reggina.

Due campi di calcio a 11 in erba naturale, tre campi di calcio a 11 in erba sintetica, un campo ridotto a nove in erba sintetica, un campo ridotto multi disciplina, due palestre, dieci spogliatoi, due sale mediche, una sala conferenza, gli uffici e la foresteria con 40 posti letto sono soltanto il biglietto da visita “strutturale”, non indifferente, del Centro Sportivo ormai da tutti ribattezzato “Casa Sant’Agata”. Strutture riempite da contenuti: l’organigramma del nuovo progetto tecnico è già ben definito, dai responsabili Laiacona e Sorgonà al responsabile sanitario e al responsabile scouting e a tutte le figure relative ad ogni settore. C’è l’area psicopedagogica, l’area di studi e ricerche, il medico sociale, il fisioterapista, gli istruttori per tutte le categorie, i preparatori fisici, i preparatori dei portieri, il maestro della tecnica, il video analista. Resta inoltre attiva la Scuola di portieri “Numeri 1” che già negli scorsi anni ha avuto risultati straordinari.

Quello del Sant’Agata è un vero e proprio metodo di formazione, è uno stile di vita, una cultura. La struttura consente determinati standard d’eccellenza, ma sono le metodologie e le professionalità che portano i genitori ad affidarsi al top del settore. La qualità alla base della formazione di piccoli talenti che si divertono rincorrendo un pallone e imparano prima di tutto a diventare uomini, poi calciatori se hanno i numeri e la forza di volontà. Al Sant’Agata il calcio viene concepito come divertimento, educazione, crescita e formazione: ai bambini che vivono in questo “villaggio” vengono riconosciute tutte le attenzioni che ormai sempre più spesso mancano anche nelle famiglie, senza alcuna illusione sull’aspetto professionale (nessuno lì dentro vi dirà mai che vostro figlio diventerà un calciatore di serie A, ma sono stati i fatti nella storia a dimostrare che tanti figli del Sant’Agata sono arrivati in A e qualcuno ha anche alzato al cielo la Coppa del Mondo) ma con tante certezze sull’aspetto educativo e formativo. Non una novità di quest’anno, ma una caratteristica di sempre. Agli istruttori del Sant’Agata piace educare: prima di tutto la persona, poi il calciatore. Ecco perché gli esiti scolastici sono sempre stati fondamentali per il settore giovanile della Reggina, e sempre continueranno ad esserlo.

Laiacona e Sorgonà ci accompagnano per mano a scoprire l’eccellenza del Centro Sportivo: “abbiamo iniziato ad utilizzare lo spogliatoio della prima squadra, con le docce idromassaggio, le televisioni. I bambini prima timidi e restii, con noi imparano anche la disinvoltura, la professionalità di arrivare vestiti, giocare, farsi la doccia e uscire nuovamente vestiti senza rimanere sudati chissà quanto fino a casa, e sognano di diventare campioni calcando i campi di tanti big. Hanno visto le targhe dei vari Di Michele, Belardi, Cirillo e sono rimasti affascinati. Adesso tutti vogliono rimanere a fare la doccia qui. Questa società ha sempre avuto grandissima attenzione sul settore giovanile, è stata una vera e propria filosofia della società e lo sarà ancora. Il nostro metodo è un vero e proprio modello: abbiamo intenzione di costruire una solida base nel territorio, e le risposte sono già positive. Continuiamo a portare avanti quella che è una scuola calcio e un settore giovanile di altissimo livello”. 

E i numeri sono incredibili. Quando tutte le categorie saranno a regime, probabilmente a partire da ottobre, i bambini della scuola calcio di “Casa Sant’Agata” potranno essere oltre 250. Mai erano stati così tanti come adesso, neanche negli anni della serie A.

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