Gli Stati Generali delle Donne della Calabria: “costruire politiche più attente”

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L’intervento di Filomena Tucci, manager Istituto Piepoli, Digital champion Rc e imprenditrice Ingreen, nell’ambito degli Stati Generali delle Donne della Calabria

Prevista per stamane, l’importante tavola rotonda degli Stati Generali delle Donne della Calabria, tenutasi presso la sala conferenze di Unioncamere a Lamezia Terme. Filomena Tucci, manager Istituto Piepoli, Digital champion Rc e imprenditrice Ingreen, si è soffermata su due questioni urgenti che incombono sulla Calabria: la prima si rifà al vero contrasto della disoccupazione giovanile: “i neet sono giovani che non studiano, non lavorano e non si formano  (Non in education, employment or training) e sono oltre 2 milioni, hanno un’età compresa fra i 15 e 29 anni (Istat, 2013). Secondo i dati ISTAT, la popolazione giovanile italiana (15-29 anni) si caratterizza per una quota di Neet molto elevata, pari al 26% in crescita continua. Il maggior numero, oltre un milione, si trova nel Mezzogiorno. in Calabria la quota di neet è pari al 35,6%”.

La seconda questione, invece, prende in esame la cosiddetta fuga dei cervelli:La storia dei cervelli in fuga è la storia di tutto il Paese soprattutto del nostro Sud. Il patrimonio che si perde quando un giovane cervello se ne va è un patrimonio inestinguibile non solo di conoscenza, di ricchezza che il giovane produce e consuma, ma anche e soprattutto di futuro… Purtroppo nel nostro Paese non si verifica alcuno scambio di cervelli (brain-exchange) tra il resto dell’Europa e l’Italia, né tra  Nord e Sud, ma solo una fuoriuscita di laureati (brain-drain) soprattutto a sfavore del Mezzogiorno”.

“Il Corriere della sera – si continua a trasmettere – tempo fa pubblicò un articolo ‘Chi tradisce il mezzogiorno’, ma tradire è una scelta o una necessità? Quali alternative ha chi resta? Nelle regioni meridionali – ricorda lo Svimez – si verifica un doppio spreco di cervelli (brain waste), che si riflette, da un lato, in elevati tassi di disoccupazione e in scarsi livelli di occupazione e, dall’altro lato, in una situazione professionale spesso inadeguata rispetto al titolo acquisito. Gli scarsi esiti occupazionali dei giovani laureati, il conseguente spreco delle loro conoscenze scientifiche e l’aumento della fuga delle risorse qualificate verso il resto del Paese e l’estero, riservano al Mezzogiorno un ruolo sempre più importante di Regione fornitrice di capitale umano altamente qualificato che non trova adeguato impiego all’interno dell’area e si dirige soprattutto verso il Nord e l’estero. La mobilità è il frutto della necessità non una libera scelta e se da un lato, garantisce migliori esiti occupazionali dall’altro lato, non garantisce ai cervelli in fuga migliori condizioni contrattuali, né migliori condizioni di vita dato che chi vive fuori deve sostenere numerose spese aggiuntive e perde il supporto parentale! (Anche io sono un cervello del Sud che ha vissuto all’estero e ora vive a Roma, per cui conosco bene l’argomento!!) Cosa è possibile fare in Italia per sostenere una nuova generazione di imprese capaci di crescere ed innovare in Italia e in Calabria? Sicuramente costruire delle politiche più attente, facilitare l’accesso al credito, il riuso di spazi pubblici per i giovani, ma anche una cultura orientata alla ricerca e all’innovazione, stimolando  già a partire dalla scuola la nascita di nuove imprese e sostenendo con gli strumenti adeguati le start up, per colmare eventuali gap di conoscenza e esperienza e aumentare le probabilità di successo”.

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