Uomo ucciso in Sicilia, la moglie confessa: “l’ho ucciso perché mi maltrattava” [FOTO]

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Sarebbero state le numerose violenze domestiche subite a spingere Vincenzina Ingrassia a uccidere, fracassandogli il cranio con un ciocco di legno, il marito Alfio Longo, l’elettricista 68 enne morto ieri nella sua casa a Biancavilla, in provincia di Catania. La donna 63 anni, ha tentato di negare ogni responsabilità inventando una finta rapina, ma alla fine di un serrato interrogatorio durato tutta la notte è crollata: questa mattina è stata arrestata dai carabinieri del comando provinciale di Catania, insieme ai colleghi dell’anticrimine di Palermo e Catania, del reparto crimini violenti del Ros e del Ris di Messina. La 63enne aveva raccontato che due persone, armate di pistola, si erano introdotte nella loro casa e, dopo una breve colluttazione, avrebbero legato i due coniugi con delle strisce ricavate da un lenzuolo. Il marito, sempre secondo il racconto, non aveva ceduto alle minacce e non aveva rivelato dove la coppia custodiva i soldi. I malviventi, a quel punto, lo avevano picchiato e colpito a morte al cranio con un ciocco di legno raccolto nel giardino dell’abitazione. La donna, subito dopo, era riuscita a liberarsi ed a chiamare i carabinieri ai quali aveva poi raccontato quello che, secondo il suo racconto, era accaduto. La sua bugia però è durata poco. E’ bastato il sopralluogo effettuato dagli uomini del Ris per mettere in luce le incongruenze del suo racconto.Lo studio dei dati tecnici fatto dai militari del reparto operativo unitamente a quelli del reparto crimini violenti ha poi confermato i sospetti. A quel punto gli inquirenti, coordinati dal magistrato della Procura etnea, hanno cominciato un estenuante interrogatorio che si è protratto per tutta la notte. Alla fine Vincenzina non ha potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità. Crollata di fronte agli inquirenti, ha ammesso di aver inventato la rapina e di essere stata proprio lei a colpire alla testa il marito nel sonno con un ciocco di legno. A spingerla al terribile gesto, sarebbe stata una situazione famigliare difficile. La donna ha raccontato di continue violenze patite da parte del marito negli ultimi 40 anni. Ieri sera l’ennesimo litigio, durante il quale l’uomo avrebbe colpito la donna alle gambe proprio con quella che poi sarebbe diventata l’arma del delitto. La signora, a questo punto, ha aspettato che il marito si addormentasse e, disperata, ha colpito alla testa l’uomo proprio con lo strumento con il quale era stata ferita poco prima. Dopo la confessione è stata accompagnata presso il carcere di piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida che si terrà nei prossimi giorni.

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