Reggio, lo scippo continua: il governo sposta a Roma la sede dell’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati

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Il governo riforma l’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati: Reggio non sarà più la sede principale dell’ente voluto dal governo Berlusconi ed inaugurato nel 2010 dal Sindaco Scopelliti e dal Ministro Maroni

Trecento dipendenti ben formati per l’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati contro i 100 lavoratori attuali, sede principale a Roma e non piu’ a Reggio Calabria, che diventera’ la sede secondaria con una banca dati aggiornata, mantenimento almeno delle 5 sedi attuali, guida della presidenza del Consiglio dei ministri (oggi l’Agenzia e’ sotto il ministero dell’Interno) e direzione affidata non necessariamente a un prefetto ma magari a un manager: queste le novita’ che, apprende l’ANSA, prevede la riforma che entro dicembre sara’ approvata dal Parlamento.

L’agenzia per gestire i beni sequestrati e confiscati era stata voluta dal governo Berlusconi, che aveva scelto Reggio Calabria per essere presente sul territorio in cui doveva combattere il fenomeno mafioso. L’Agenzia veniva inaugurata nel 2010 dal Sindaco Scopelliti e dal Ministro Maroni. Oggi, dopo 5 anni, il governo Renzi decide di accentrare tutto a Roma.

Le parole di Rosy Bindi

“La riforma del sistema dei beni confiscati e’ stata fin dall’inizio della legislatura un nostro obiettivo e abbiamo dato un contributo importante”: a sostenerlo e’ la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, che chiarisce: “Il testo base all’esame della commissione e’ in sostanza il risultato dell’abbinamento tra una proposta di legge d’iniziativa popolare e la proposta di legge elaborata dalla Commissione Antimafia, che aveva svolto un approfondito lavoro d’indagine e presentato la prima Relazione proprio sulle lacune normative e le carenze organizzative che frenavano una buona gestione dei beni sottratti alle mafie. Siamo soddisfatti, il lavoro che si sta facendo in Commissione puo’ dare nuovo slancio e nuova forza a un settore strategico della lotta alle mafie, in cui tra l’altro si gioca buona parte della credibilita’ delle istituzioni”.

Mattiello (Pd): “è potente come l’Anac”

L’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati deve avere una potenza di fuoco pari almeno a quella dell’Anac, l’Autorita’ nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantone“: il relatore della riforma del Codice Antimafia che riguarda le misure di prevenzione e l’Agenzia, il deputato Pd Davide Mattiello (nella foto), non ha dubbi: la riforma del Codice Antimafia e dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, “e’ una grande sfida alla quale sono certo tutti, maggioranza, opposizione, Governo, vorranno concorrere lealmente: sottrarre ricchezza al circuito criminale e immetterla fruttuosamente nel circuito legale e’ uno degli investimenti piu’ concreti, convenienti e giusti che si possano fare in questi tempi di crisi e scarsita’ di lavoro“. Obiettivi della riforma sono rendere piu’ veloce, piu’ tutelante e piu’ efficace il procedimento che conduce dal sequestro alla confisca definitiva dei beni; potenziare l’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati in modo tale che questa possa procedere con maggior efficienza alle destinazioni dei beni definitivamente confiscati; predisporre strumenti di sostegno economico dedicati alle aziende, a tutela di lavoratori, fornitori e clienti. “Bisogna avere cura di stabilire rigorosamente la vitalita’ reale delle aziende e di evitare di produrre effetti distorsivi della libera concorrenza“, mette in guardia il relatore, che puntualizza: “La riforma del Codice Antimafia e’ una occasione di sviluppo per il Paese e per il Sud in particolare, oltre ad essere una questione di giustizia. Stiamo parlando dei patrimoni illegittimi tanto dei mafiosi quanto dei corrotti e tra poco magari anche di quegli imprenditori agricoli che consapevolmente utilizzano manodopera sfruttata. E’ una vera fortuna, stimata in decine di miliardi di euro, che non puo’ andare sprecata, ma deve essere valorizzata a beneficio di chi le regole le rispetta“.

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