Reggina, verso l’ok per la maglia amaranto. Per il nome basterà fare domanda entro il 5 luglio 2016

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Reggina, ecco le norme che regolamentano denominazione e colori sociali: la nuova società ha già ereditato il titolo sportivo del vecchio club, che l’ha perduto con la mancata iscrizione, e a luglio 2016 potrà nuovamente chiamarsi Reggina

Una formalità. Lo scriviamo da giorni, infatti non abbiamo mai smesso di chiamarla “Reggina”. Nelle classifiche ufficiali della Federazione si leggerà “Reggio Calabria” (che è comunque il nome della città), ma è sempre e soltanto la Reggina. La vera Reggina. Non è un’altra entità, non è una “maschera” di un club che ha acquistato un altro titolo sportivo, non è chissà cosa. E’ la Reggina, la principale squadra che rappresenta la città che è rinata rispettando tutte le normative federali dopo la mancata iscrizione della precedente al campionato a cui aveva diritto (la Lega Pro). Con quella mancata iscrizione, la Reggina ha già perso l’affiliazione (un provvedimento che formalmente verrà ratificato entro 6 mesi dal Presidente Federale) e la nuova Reggina ha già ereditato il titolo sportivo ottenendo l’ammissione in soprannumero alla prossima serie D. Se non avesse ereditato il titolo sportivo, non sarebbe stata ammessa in serie D perchè solo con il titolo sportivo si ha diritto a ripartire dai Dilettanti.

Un iter regolamentato dalle Norme organizzative interne della FIGC, che in alcun modo vede particolarità per il caso della Reggina rispetto ad altri. Ininfluente il ruolo del Sindaco, che avrebbe avuto un senso soltanto se ci fossero state più cordate ad ambire all’eredità della Reggina: in quel caso il primo cittadino avrebbe dovuto indicare alla FIGC una sua preferenza quella che più di ogni altra rappresentava la città, ma sarebbe stata comunque poi la FIGC a decidere autonomamente quale ammettere in soprannumero alla prossima serie D e quindi a chi concedere l’eredità sportiva della Reggina. Esattamente come accaduto a Parma dove erano state due le società a presentarsi con l’ambizione di dare continuità alla storia calcistica degli emiliani.

A Reggio c’è stata una sola cordata, che poi era la stessa che aveva tentato in extremis il salvataggio della vecchia società in Lega Pro, quindi non c’è stato nulla da scegliere. Il nuovo club non può chiamarsi Reggina perchè il nome Reggina non è il nome della città, quindi in attesa della formalizzazione da parte del presidente federale della perdita dell’affiliazione, non possono coesistere in FIGC due nomi identici. E’ già successo alla Fiorentina nel 2002 e alla Salernitana del 2011.

Il mutamento di denominazione sociale delle società può essere autorizzato, sentito il parere della Lega competente o del Settore per l’Attività Giovanile e Scolastica, dal Presidente della F.I.G.C. su istanza da inoltrare improrogabilmente entro il 15 luglio di ciascun anno; per le società associate alla Lega Nazionale Dilettanti tale termine è anticipato al 5 luglio. All’istanza vanno allegati in copia autentica, il verbale dell’Assemblea che ha deliberato il mutamento di denominazione, l’atto costitutivo, lo Statuto sociale e l’elenco nominativo dei componenti l’organo o gli organi direttivi. Entro il 5 luglio 2016, quindi, la società dovrà presentare alla Federazione tutta la documentazione e potrà nuovamente chiamarsi Reggina. A prescindere dal destino del vecchio club.

Se la Reggina Calcio Spa – com’è probabile – continuerà a rimanere in vita portando avanti una serie di progetti sociali, formativi ed educativi nel Centro Sportivo Sant’Agata (che è di sua proprietà), non ci comunque sarà nessun problema. L’unico nome che la nuova società non potrà scegliere, sarà “Reggina Calcio Spa”, e l’unico marchio che la nuova società non potrà scegliere, sarà il logo con la R e il pallone che è appunto rappresentativo della Reggina Calcio Spa. Ma la nuova società ha già deciso che si chiamerà AS Reggina, e che il logo è rotondo con un pallone e il simbolo di San Giorgio, com’era stato per decenni prima del 1986 nell’ultracentenaria storia amaranto, per dare continuità ad un’identità e ad una passione che non ha età. Nessun problema, quindi, anzi la sopravvivenza della Reggina Calcio con tutta una serie di attività che porteranno un importante ritorno alla città soprattutto nel settore del calcio, potrà soltanto aiutare la nuova Reggina a crescere nel modo migliore possibile.

A tal proposito, è bene specificare come si vada verso l’ok per l’utilizzo della maglia amaranto già vista ieri nell’amichevole di Polistena. Non dovrebbero esserci problemi per il colore sociale, in quanto non esiste una norma federale di specifico riferimento. La Reggina è e rimane amaranto, anche in questa fase di transizione. Ad ulteriore testimonianza che non c’è alcun problema d’identità. La Reggina è una sola, ed è quella che l’anno prossimo disputerà la serie D con Messina, Siracusa, Rende, Vibonese, Agropoli, Turris e altri club che renderanno la stagione zeppa di sfide dal sapore d’altri tempi.

A guidare la società c’è un gruppo di imprenditori privo di straordinarie risorse economiche ma spinto da una eccezionale passione e da un entusiasmo tale da provare a spingersi oltre l’ostacolo. Ovviamente serve il sostegno della piazza. L’abbonamento in Curva Sud costa 25 euro per 19 partite. Non ci sono più scuse o alibi che tengano. Chi tifa Reggina deve rispondere “presente”, perchè anche in serie D questa passione non muore mai.

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