Il Ministro Orlando a “Legalitalia”: “i giovani calabresi ritrovino fiducia nella politica”

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Ieri sera la serata conclusiva del meeting antimafia Legalitalia sul Lungomare di Cannitello, alla presenza del Ministro Orlando

Anche quest’anno Legalitàlia, il meeting (giunto alla nona edizione) promosso dal movimento antimafia “Ammazzateci Tutti” in occasione del 24esimo anniversario dall’uccisione del giudice Antonino Scopelliti, ha riempito per due sere consecutive il lungomare di Cannitello (RC) di un pubblico entusiasta e di nuovi spunti non solo in materia di antimafia e legalità, ma soprattutto di sviluppo e futuro del Sud. Ospite d’onore il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, che intervistato da Aldo Pecora e dai ragazzi di Ammazzateci tutti, ha commentato anche il recente rapporto dello Svimez ha detto che «i problemi del meridione sono presenti anche nel resto d’Italia ma il Mediterraneo è un’area di sviluppo che va valorizzata con i suoi settori a vocazione naturale come il turismo e l’industria, ma anche agricoltura, logistica, attività di cura».

Per Orlando il divario che si crea tra meridione e nord e l’imperversare della mafia in molta parte d’Italia è il retaggio «di una globalizzazione in cui il nostro paese non è riuscito ad assumere un ruolo chiaro, diversificando la produzione o puntando selettivamente su particolari aree di sviluppo».

Non si può dimenticare il sud quando si parla di tutti i problemi che affliggono il Paese: a partire dall’immigrazione, dimenticandoci di essere stati emigrati, per finire all’invecchiamento della popolazione contro il quale il meridione potrebbe rivelarsi una risorsa.

«Serve l’intervento dello Stato in tutti i campi – ha detto Orlando – formazione, repressione della criminalità attraverso forze dell’ordine e magistratura, ma anche sanità e imprese. Senza gli investimenti pubblici difficilmente le aziende potranno ripartire in alcune aree desertificate del Sud. Se è vero che l’imprenditoria privata è fondamentale, è altrettanto vero che senza gli investimenti statali non sarà possibile alle aziende mettere in moto il settore di ricerca e sviluppo e crescere in tal senso».

Per il Ministro della Giustizia: «Per una cultura della legalità al sud sono necessarie realtà intermedie, che possano formare l’individuo e il cittadino oltre alla scuola e in aiuto ad essa, e riempire i vuoti lasciati dall’associazionismo, dai sindacati e dai partiti dei decenni scorsi».

Ma nella lunga discussione, condotta dal giornalista e fondatore di “Ammazzateci tutti” Aldo Pecora, si è parlato del futuro dei partiti che «dovrebbero puntare meno sul populismo e sulla personalizzazione della politica per offrire una risposta collettiva alle sfide che si pongono», e dei problemi che affliggono la giustizia.

I ragazzi di Ammazzateci tutti hanno intervistato il Ministro sui temi del sovraffollamento carcerario, della corruzione, della lunghezza dei processi in Italia e certezza della pena, ma anche sulla digitalizzazione delle procedure civili – e presto anche quelle penali. Dati alla mano si sono proposte soluzioni, idee, e “best practises” già in atto per ottenere gli obiettivi sperati e cioè una riabilitazione per i detenuti, imprescrivibilità per i reati amministrativi, tempi più lunghi per la prescrizione in generale e una nuova formazione per i giovani avvocati e giuristi, già pronti a operare col digitale molto meglio che con la carta.

Significativa l’anamnesi dell’ecomafia e degli ecoreati: da ex ministro dell’ambiente, il ministro Orlando, che è stato anche Ministro per l’Ambiente nel Governo Letta, ha ricordato «prima della nostra legge questi ultimi venivano puniti con multe pur provocando malattie e morti» e che sarebbe necessario istituire in tutte le zone a rischio e nelle terre dei fuochi – che in Italia sono più di una – dei registri tumori affidabili e delle ricerche epidemiologiche accreditate che possano essere sottoposte al governo per raggiungere soluzioni definitive.

Al centro del dibattito, i recenti dati Svimez che riconoscono il Mezzogiorno fermo ai livelli di povertà del 1977. Qualche perplessità su questi dati è emersa dal palco di Legalitàlia, sebbene – come ha affermato Dorina Bianchi, deputato NCD – «dati del genere sono importanti perché ci obbligano a parlare di un Sud che tra le molte contraddizioni ha dalla sua il capitale umano di imprenditoria giovanile e di educazione alla legalità di moltissimi ragazzi».

Alla presenza dei sindaci di Villa San Giovanni, Antonello Messina, di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e il sindaco di Messina Renato Accorinti, nonché Michele Inserra, giornalista del Quotidiano del Sud, il sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo ha raccontato il ruolo del magistrato al sud, il compito che deve svolgere, la chiave di lettura che deve indicare alla cittadinanza per meglio comprendere la mafia, non per quella che era, ma per l’enorme potenza finanziaria che è diventata negli ultimi anni.

«Una mafia che non fa più vittime, ma clientela» ha specificato venerdì durante la prima giornata di Legalitàlia 2015 Salvatore Boemi, magistrato in pensione, insieme a Gianni Tonelli, segretario del sindacato di polizia SAP.

Legittimare le forze dell’ordine, ridurre i tagli e aumentare l’organico di magistrati nelle zone a rischio sono solo alcune delle soluzioni proposte durante le due serate.

Ma si è parlato anche di nuovo giornalismo digitale con Michele Cucuzza e Giancarla Rondinelli, volti noti della tv, che hanno raccontato come la stampa italiana vede e racconta la mafia, in particolare alla luce del recente scandalo di Mafia Capitale.

Un messaggio di speranza per i giovani del Sud è venuto infine da Roberto Bonzio, comunicatore e innovatore a tutto tondo, con il suo progetto Italiani di Frontiera: le storie delle eccellenze italiane nel mondo – e in particolare nella Silicon Valley – hanno vivacizzato la prima serata di Legalitàlia, raccontando come la legalità passa anche dalla condivisione del successo e da un’apertura mentale assoluta, sorda a ogni campanilismo.

Pensare in modo collettivo, europeo, globale e positivo lo sviluppo e con esso la lotta alla criminalità organizzata è lo spunto di questa nona edizione di Legalitàlia, quello che i giovani di Ammazzateci tutti si propongono di fare, arrivati oggi al decimo anno di attività e militanza.

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