Messina, Signorino contro “i profeti di sventura”: il Piano di Riequilibrio è solido

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Il vice-sindaco contesta le letture di CapitaleMessina e fa il punto sulla solidità del documento contabile approvato dalla Giunta

Le richieste di chiarimento pervenute a Palazzo Zanca in merito alla tenuta del Piano di Riequilibrio, richieste giunte nelle stanze del Comune dopo il varo della nuova normativa sulla gestione delle risorse idriche approvata a Palermo, sono state accolte da Guido Signorino con una scrollatina di spalle. Il vice-sindaco, infatti, non ha gradito neanche un po’ le osservazioni critiche dei “profeti di sventura“, incapaci a suo giudizio di elaborare una sola proposta per il risanamento finanziario della città. “Si è sempre sentito dire che le misure non vanno, ma non si è mai udito il suggerimento di una singola idea in aggiunta o in alternativa da parte degli attuali censori” ha ribadito Signorino in una nota, evidenziando la solidità del documento contabile e stigmatizzando i rischi all’orizzonte, definendoli frutto di una “lettura pessimistica“.

In realtà – prosegue Signorino – il piano di riequilibrio di Messina è perfettamente in grado di riassorbire anche l’eventuale scomparsa del contributo AMAM, per più ragioni concomitanti. Il paragrafo 4 del capitolo dedicato alle misure di riequilibrio prevede opportune “misure aggiuntive”, non quantificate ai fini della tabella perché in quel momento ancora in fase di attivazione. Lo scopo di tali misure è proprio quello di evitare che eventuali défaillance di singoli interventi possano porre in crisi l’intero piano di riequilibrio. È il principio economico della distribuzione del rischio tra più e diverse attività. Tra queste misure si trova il riferimento ad un intervento normativo all’epoca reclamato dall’amministrazione Accorinti sulla distribuzione del gas; il recepimento immediato della normativa nazionale consente al Comune di Messina di sospendere l’affidamento gratuito del servizio al gestore privato, reclamando da subito un contributo (calcolato in circa 700.000 Euro l’anno) e procedendo all’assegnazione in gara a titolo oneroso del servizio. La stima pervenuta dall’assessorato all’energia determina in oltre 22 milioni il contributo al piano di riequilibrio proveniente da questa misura. Come si vede, tale previsione aggiuntiva equivale perfettamente all’eventuale perdita del contributo AMAM. Ancora, sempre tra le misure aggiuntive è indicata una potenziale risorsa derivante dal contenzioso “attivo” del Comune: si tratta di crediti vantati dall’ente per i quali si attende l’esito di un giudizio, per un totale di circa 14,5 milioni di Euro”.

I rilievi offerti dall’Amministrazione lasciano indurre buoni presagi: entrambe queste misure si andrebbero concretizzando e questo testimonierebbe la salda tenuta del piano d’azione a fronte di altre realtà, come ad esempio quella partenopea, in cui le Amministrazioni hanno operato diversamente. La conclusione non può che essere rasserenante: il piano di riequilibrio, sintetizza l’esponente della Giunta, è “costruito in costanza di un quadro normativo che può sempre variare, è stimato con criteri di prudenzialità e dotato di ampi margini di flessibilità interna“.

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