Messina, emergenza cinghiali: una strategia per rompere l’impasse

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Il consigliere circoscrizionale Paolo Barbera fa il punto sulla criticità emersa nelle scorse settimane a Messina e propone una exit strategy per contrastare il fenomeno. Dallo stato di emergenza alla possibilità di catturare o abbattere alcuni esemplari: ecco le proposte sul campo

Non incedere nell’allarmismo, ma agire in maniera tempestiva con una collaborazione fra le istituzioni coinvolte: sono questi i valori quadro entro cui Paolo Barbera, consigliere della V° Circoscrizione, pensa si possa declinare un’azione di contrasto alla cosiddetta “emergenza cinghiali“. Le segnalazioni continue nei villaggi collinari e in pieno centro cittadino hanno comprensibilmente alimentato la preoccupazione della cittadinanza, vieppiù considerando il rischio tubercolosi denunziato su alcuni esemplari.

Da qui l’importanza di varare alcuni provvedimenti urgenti che Barbera suggerisce all’assessorato e alle autorità cittadina. Nella fattispecie la proposta del consigliere è circoscritta a 4 azioni chiave

  • dichiarazione dello stato di emergenza con individuazione di un commissario dotato dei necessari poteri;
  • riconoscimento di condizioni più flessibili nella disciplina dell’attività venatoria;
  • istituzione di un servizio di prelievo in sicurezza dei capi di cinghiale che si trovassero nei centri abitati;
  • valutazione, come extrema ratio qualora l’ampliamento delle condizioni di cacciabilità non fosse sufficiente a riequilibrare la pressione ambientale, dell’adozione di piani di cattura o abbattimento, anche selettivi, recentemente ammessi a livello normativo.

Quest’ultimo punto, prevedibilmente contestato dagli animalisti, rientrerebbe nel novero delle possibilità concesse dalla legge «nel caso di abnorme  sviluppo di singole specie tale da compromettere gli equilibri  ecologici o tale da costituire un pericolo per l’uomo o un danno  rilevante per le attività agrosilvopastorali».

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