Il saluto di Oliverio al nuovo arcivescovo di Cosenza-Bisignano

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Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha partecipato nel pomeriggio di oggi all’incontro con le istituzioni che il nuovo arcivescovo di Cosenza, mons. Francesco Nolè, ha voluto avere presso l’auditorium “Guarasci” di Cosenza prima dell’insediamento ufficiale

Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha partecipato nel pomeriggio di oggi all’incontro con le istituzioni che il nuovo arcivescovo di Cosenza, mons. Francesco  Nolè, ha voluto avere presso l’auditorium “Guarasci” di Cosenza prima dell’insediamento ufficiale. Il Governatore della Calabria, prima di rivolgere il saluto al nuovo arcivescovo, ha brevemente ricordato gli anni di episcopato di mons. Nunnari. “E’ stato –ha detto Oliverio- un produttore di fiducia, un’alta guida morale, un punto di riferimento, che ha saputo andare oltre la Chiesa, oltre il mondo dei fedeli. E solo Dio sa quanto questa terra abbia bisogno di punti di riferimento perché non prevalga la sfiducia e si affermi la speranza per costruire un futuro diverso soprattutto per i giovani e le ragazze di questa terra”. “Questa regione –ha proseguito il presidente della Regione- ha bisogno di un’attenzione diversa da parte dell’Europa e, ancor più, di questa attenzione ha bisogno il Paese, perché il Mezzogiorno oggi può costituire e costituisce, nelle trasformazioni e  nella globalizzazione, non un problema ma una grande risorsa. Gioia Tauro può e deve diventare la porta dell’Europa verso il Sud del Mediterraneo e favorire nuove relazioni, nuove attenzioni verso questa parte del mondo che è in sofferenza e che produce la spinta all’esodo per centinaia di migliaia di suoi figli.  Il Mezzogiorno può costituire una grande opportunità per rimettere al centro l’uomo con la sua dimensione umana e valoriale e, in questo, credo che lo sforzo che noi dobbiamo compiere è quello di attuare una bonifica morale e culturale, perché senza una dimensione etica e senza la necessaria spinta culturale non si inverte la tendenza che in questi anni ha spinto grandi realtà umane alla marginalità e alla sofferenza”.

“In questo contesto –ha aggiunto il Governatore della Calabria- la Chiesa ha una grande funzione che è quella non solo di essere punto di speranza e di riferimento per i cattolici, per milioni di uomini e donne, ma anche e soprattutto per il complesso dell’umanità. Essa deve essere un fattore di riconquista di fiducia, di spinta verso l’affermazione di nuove relazioni, di nuovi rapporti, di una nuova dimensione etica dell’essere. Noi stiamo lavorando, non senza fatica e ostacoli, perché questi valori si affermino anche qui in Calabria. Credo che, attraverso la spinta necessaria che si può e si deve determinare nel rapporto tra le istituzioni ed il Mezzogiorno, sia possibile dare un contributo decisivo perché si possa aprire una stagione nuova nella quale soprattutto tante ragazzi e tante ragazze possano riconquistare fiducia nel loro futuro. Questa arcidiocesi è una grande fucina culturale, attenta, intelligente e sensibile. Oggi, nel giorno in cui mons. Nunnari le passa ufficialmente il testimone, sento il dovere di ringraziarlo per quello che ha fatto e per l’impronta che ha saputo imprimere non solo alla Chiesa, ma all’intera comunità cosentina in qualità di arcivescovo di Cosenza.  Mi si consenta di ringraziarlo anche in qualità di presidente della Regione per il contributo che ha dato come presidente della Conferenza Episcopale Calabra, spingendo oltre la frontiera tradizionale la Chiesa nella riflessione, nella elaborazione e nella indicazione della strada per il contrasto alla criminalità organizzata, per l’affermazione di una dimensione etica della legalità e, nella funzione di rappresentanza pubblica, per avere indicato anche alla società calabrese la frontiera giusta sulla quale bisogna profondere l’impegno per il riscatto e per la crescita di questa terra”. “Sono sicuro che Ella, reverendissimo mons. Nolè –ha concluso Oliverio- non sarà da meno in questa opera di cui ha bisogno la società calabrese e le nostre comunità, che è un opera di aiuto, di sostegno e di riferimento perché gli ultimi possano avere la speranza di costruire un futuro, ma soprattutto nell’opera necessaria di una interlocuzione positiva, anche critica quando è necessario, perché le istituzioni, le rappresentanze possano corrispondere al meglio al compito difficile ma necessario per il riscatto della società calabrese”.

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