E innegabile infatti che la riqualificazione di questa zona non possa prescindere dall’eliminazione di quelle cabine che, nel nuovo contesto urbano determinatosi con il Lungomare, sono ormai un corpo estraneo la cui sostituzione con un nuovo e poco impattante impianto di cabine consentirebbe di riappropriarsi di elevati valori paesaggistici saldando, urbanisticamente e funzionalmente, la passeggiata della bassa via Marina con l’area del LIDO.
Adesso il TAR ha ritenuto illegittimo la suddetta prescrizione, viziata da accesso di potere, carenza e contraddittorietà della motivazione, ed ha annullato il provvedimento della Direzione Regionale dei Beni Culturali del 3 Dicembre 2014.
Ebbene a fronte di ciò la stampa ha dato in questi giorni notizia di un ulteriore e gravissimo provvedimento che sarebbe stato assunto dalla Sovrintendenza: l’apposizione di un nuovo vincolo su quei fatiscenti manufatti, in ragione di motivazioni che si stenta ad immaginare e esulano certamente dai compiti istituzionali di tutela dei valori storici, architettonici e paesaggistici.
Saremmo quindi di fronte al tentativo di continuare nel solco dei comportamenti dilatori e strumentali messi già in atto dalla Sovrintendenza di Reggio Calabria, con il risultato della probabile perdita di un importante finanziamento europeo che l’Amministrazione comunale intende meritoriamente utilizzare per il recupero di un’importante e strategica area del nostro territorio.
Adesso quindi la vicenda diventa tutta politica. Se in passato l’ incredibile vicenda del Lido si è sviluppata in assenza di una rappresentanza comunale democraticamente eletta, oltre che nell’afasia totale della politica (ci si chiede dove fossero i parlamentari reggini a quell’epoca ed in quali faccende fossero affaccendati) ci si aspetta adesso che nella nostra città possa finalmente aprirsi una fase nuova e diversa rispetto al recente passato di gestione commissariale.
Una fase in cui l’operato di quanti ritengono di potere abusare del loro potere calpestando gli interessi della città e che non si fanno scrupolo di intraprendere assurde e grottesche crociate, combattute peraltro in nome di opachi interessi, possa essere contrastato efficacemente dall’azione di coloro che sono titolati, per mandato popolare, a tutelare i legittimi interessi della città e le prerogative delle istituzioni locali. Ciò non dovrà avvenire solo nelle aule dei Tribunali amministrativi ma, anche e soprattutto, nelle sedi più alte della Politica.
Confidiamo quindi che la vicenda del Lido Comunale, indipendentemente dai tecnicismi tecnico-giudici, possa dare voce e coraggio innanzitutto a coloro che sono stati designati democraticamente a rappresentare gli interessi della comunità cittadina, e che ciò sia fatto mettendo da parte tatticismi ed opportunismi di basso profilo.
Da palazzo San Giorgio si abbia la forza di interessare il Ministro, con motivate e vibranti argomentazioni, affinchè intervenga sbloccando questa pantomimica situazione, risolvendo l’annosa questione a sostegno di una Città che, impunemente, continua ad essere mortificata nelle sue legittime prospettive.