Reggio, operazione il padrino: il TDL annulla l’arresto del primario Francesco Pellicano

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Reggio, il dott. Pellicano era stato arrestato con l’accusa di aver preso parte alla cosca Tegano – assieme al fratello Giovanni Pellicano che rimane in carcere – per avere fornito aiuto nelle cure da praticare al noto boss Antonio Pelle, il quale dopo lunga latitanza si era ricoverato, malato ormai terminale di cancro, all’ospedale di Polistena

ProcessoNella tarda serata di ieri è stata depositata l’ordinanza del TDL (Leonardo presidente, Leonello e Plutino a latere) che, in accoglimento dell’istanza di riesame degli avvocati Emidio e Paolo Tommasini e Giovanni De Stefano, ha annullato l’ordinanza cautelare emessa circa otto mesi fa, nell’ambito dell’operazione “il Padrino”,  a carico del dott. Francesco Pellicano, primario medico dell’ospedale di Polistena. L’arresto del dott. Pellicano aveva destato molto clamore sia perché si tratta di un medico molto noto e sia perché veniva posta in risalto la capacità di infiltrazione della ndrangheta nella società civile attraverso quella “zona grigia” verso la quale da tempo si concentrano le indagini della direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Cafiero De Raho. Il dott. Pellicano era stato arrestato con l’accusa di aver preso parte alla cosca Tegano – assieme al fratello Giovanni Pellicano che rimane in carcere – per avere fornito aiuto nelle cure da praticare al noto boss Antonio Pelle, il quale dopo lunga latitanza si era ricoverato, malato ormai terminale di cancro,  all’ospedale di Polistena, e per altri episodi riconducibili ai rapporti col fratello, nipote acquisito dei fratelli Tegano. Il TDL aveva rigettato inizialmente l’istanza di riesame confermando l’ordinanza del GIP Santoro (PM Lombardo). Gli avvocati Tommasini e De Stefano ricorrevano per cassazione e il 17 giugno scorso la Quinta Sezione della Suprema Corte disponeva l’annullamento con rinvio allo stesso TDL per un nuovo esame. La cassazione ribadiva con tale sentenza importanti principi di diritto a cui i giudici devono attenersi in tema di libertà del cittadino. In primo luogo la Corte ribadiva il principio secondo cui non può essere considerata penalmente rilevante ai fini associativi la condotta del medico che presti aiuto a un malato a meno che non si dimostri che l’aiuto sia prestato non solo a favore del paziente ma per favorire l’associazione mafiosa. La Cassazione, inoltre, ribadiva che i rapporti di frequentazione tra fratelli non possono essere considerati – in assenza di altri elementi significativi della volontà di fornire un concreto aiuto all’associazione mafiosa – indizio grave della partecipazione a una cosca. La sentenza della Suprema Corte ha passato in rassegna tutti gli elementi posti a carico del dott. Pellicano nella corposa ordinanza per concludere che nessuno di essi era idoneo a giustificare il convincimento che il medico fosse associato alla cosca Tegano, per cui annullava l’ordinanza per nuovo esame. Il 28 luglio scorso, pertanto, si è nuovamente riunito il TDL, presieduto sempre dal dott. Leonardo, che, adeguandosi ai principi di diritto fissati dalla Cassazione, in accoglimento dell’istanza  degli avvocati Tommasini e De Stefano, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare e disposto la scarcerazione del dott. Pellicano.

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