Reggio, Mucciola verso 32 “licenziamenti collettivi”: i sindacati lanciano l’allarme

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Reggio, licenziamenti collettivi da parte della società Mucciola

mucciola spaOggi 25 Giugno 2015 si sono incontrati presso la sede di Confindustria di Reggio Calabria il Segretario della Fiom-Cgil Reggio Calabria Locri Pensabene Antonio e l’RSA Fiom-Cgil Antonio Faccì con il rappresentante legale della società Mucciola Spa. Lo afferma in una nota la Segr. Fiom-Cgil Reggio C. Locri.

La suddetta azienda ha comunicato ufficialmente la volontà di procedere a licenziamenti collettivi degli attuali 32 dipendenti alla scadenza del contratto di solidarietà il 30 Giugno 2015.

La Mucciola Spa è sottoposta dal 2012 a interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura, per la quale sono in corso innumerevoli ricorsi e contro ricorsi con relativi tempi giudiziari, e nel frattempo è da tale data che tutti gli appalti sono bloccati con conseguenze gravissime.

IMG_20150625_112145Si è passati infatti, come da dati forniti da Confindustria, da 23 milioni di euro di fatturato a un milione di euro, e da 100 dipendenti circa a alle 32 attuali unità ora anch’esse a rischio occupazionale, a causa della conseguente crisi finanziaria e di liquidità generale dell’azienda.

Crisi che si è ripercossa sui lavoratori i quali hanno accumulato dei crediti da retribuzione consistenti, anche durante l’esecuzione del contratto di solidarietà.

Dalla discussione è emersa la possibilità della salvaguardia dei posti occupazionali e dell’incremento fino a 100 unità lavorative con lo sblocco dell’appalto dell’Aeroporto gestito dalla Sogas S.p.a., soluzione possibile con la nomina di un Commissario incaricato dal Prefetto in conformità con il recente D.L. 90/2014, soluzione che per quello che ci è dato sapere è attualmente al vaglio del Prefetto di Reggio Calabria.

Come organizzazione sindacale ci opponiamo con forza a tali licenziamenti, e senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie personali ci permettiamo di criticare provvedimenti così pesanti che, non solo non passano al vaglio di un giudice preventivamente o in tempi brevi come dovrebbe essere in uno Stato di Diritto, ma negli effetti non tengono conto di soggetti che nulla hanno a che vedere con le questioni di polizia: nella fattispecie i lavoratori, cioè altri cittadini non accusati di nulla e a cui nulla è imputabile per la vicenda in corso.

Siamo altresì convinti che lo Stato deve fare lo Stato fino in fondo, e quindi adottare le misure che ritiene necessarie per la sicurezza pubblica ma senza colpire neanche indirettamente soggetti innocenti. E in questo ruolo importantissimo, al fine di non discreditare o macchiare l’onorevole azione dell’antimafia  che come organizzazione sindacale sosteniamo sempre con forza, ogni istituzione è chiamata a fare la propria parte in sinergia.

La Regione Calabria, la Provincia e il Comune di Reggio Calabria sono, chi più chi meno, azionisti della Società di gestione dell’aeroporto reggino, e manifestiamo il nostro dissenso per aver partecipato essi a una Conferenza di Servizi sulla questione dell’appalto aeroportuale senza che al tavolo ci fosse chi doveva rappresentare i diritti e gli interessi di una parte importante del territorio, i lavoratori.

Probabilmente in un territorio come quello calabrese con tassi di disoccupazione tra i più alti in Europa, evitare 32 licenziamenti ed anzi assicurare lavoro per 100 cittadini di Reggio Calabria per almeno 2 anni grazie ai fondi europei non era un argomento che ha trovato la giusta sensibilità nei nostri rappresentanti politici, ma si è sempre in tempo a riparare, se esiste la volontà.

Siamo convinti infatti che se quest’azienda chiuderà a causa di questa misura antimafia, indipendentemente dalla legittimità o meno dell’azione cautelare, lasciando altri 32 disoccupati sul territorio, operai installatori, manutentori, ingegneri, impiegati e appartenenti a categorie protette come gli invalidi , sarà una sconfitta prima di tutto dello Stato, e con esse di tutte le sue Istituzioni, oltre che colpire ingiustamente e senza ragione dei cittadini-lavoratori.

Per la Fiom questi lavoratori non sono lavoratori di serie B o figli di un dio minore, e speriamo che anche per lo Stato e tutte le sue Istituzioni sia così, e li consideri come noi uguali a tutti gli altri suoi cittadini, cioè soggetti meritevoli di attenzione e tutela.

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