Reggio: mercoledi Gherardo Colombo in città

StrettoWeb

Dopo “Il diario scolastico per i diritti”, si rinnova a Reggio Calabria la collaborazione tra “Quello che non ho”, ANPI, Magistratura Democratica e Gherardo Colombo

 Dopo “Il diario scolastico per i diritti”, si rinnova a Reggio Calabria la collaborazione tra “Quello che non ho”, ANPI, Magistratura Democratica e Gherardo Colombo. Il 17 giugno, infatti, a Reggio Calabria, l’autore Gherardo Colombo sarà alle ore 16.00, presso il Malavenda Cafè, in via Zecca 1, per presentare il suo ultimo libro “Lettera a un figlio su mani pulite” edito da Garzanti, appena uscito nelle librerie. L’ex-magistrato racconterà ai presenti, per la prima volta e rivolgendosi in particolare ai più giovani, una stagione controversa della storia d’Italia. Che cosa è stata Mani Pulite e qual è oggi la sua eredità civile? Su questo si interrogheranno e ne discuteranno con Gherardo Colombo gli organizzatori dell’incontro Francesco Alì, portavoce di “Quello che non ho”, Filippo Aragona, giudice penale e segretario di Magistratura Democratica di Reggio Calabria, Sandro Vitale, presidente dell’ANPI di Reggio Calabria. In riva allo Stretto si discuterà del periodo che va dal 17 febbraio 1992, giorno dell’arresto di Mario Chiesa, passando per le “accuse” ai membri del pool che ha smascherato quel sistema criminale e corrotto, e si arriverà ai giorni nostri. Un confronto che muove dal libro-testimonianza con cui Gherardo Colombo racconta, per la prima volta, gli anni drammatici e carichi di speranza che lo hanno visto tra i protagonisti della più importante inchiesta giudiziaria sulla corruzione della recente storia d’Italia. Lettera a un figlio su Mani Pulite è il libro di un padre capace di trasmettere il senso ideale della giustizia e del rispetto delle regole; è l’opportunità di far ripercorrere a tutti, grazie a un protagonista d’eccezione, un’inchiesta che suscita tuttora slanci di consenso e sostegno; è l’occasione per cercare di ricostruire una società solidale capace di scandalizzarsi e prendere posizione contro ogni tipo di illegalità e abuso. Ma è anche l’occasione per chiedersi, attraverso le riflessioni dell’autore, perché “la corruzione ha vinto sulla cultura della Costituzione”, perché “un processo penale non può risolvere il problema della corruzione”, se “per limitare la trasgressione delle leggi non si debba pensare ad un campo di intervento diverso dalle aule giudiziarie”. Gherardo Colombo, “mettendo in dubbio le sue convinzioni originarie”, parla del ruolo dell’informazione, dei cittadini e del lavoro, della Costituzione, di libertà, uguaglianza, democrazia e di educazione, di amministrazione della giustizia. Perché “non si può delegare a una funzione come quella giudiziaria la soluzione di questioni endemiche”. Viceversa, “una società, per crescere, ha bisogno che i suoi cittadini si mettano in gioco e si impegnino a percorrere la strada, a tratti faticosa ma piena di promesse, della libertà.»

 

Condividi