Reggio, lettera di Romeo a Falcomatà: “sconcertante il comportamento di Burrone”

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La lettera di Oreste Rome al sindaco di Reggio Falcomatà sul comportamento del consigliere comunale Burrone

Di seguito la lettera di Oreste Rome al sindaco di Reggio Falcomatà sul comportamento del consigliere comunale Burrone:

Signor Sindaco,

la sconcertante vicenda di cui si è reso protagonista il consigliere Burrone sconforta oltre misura, soprattutto, per il il fatto che sia stato un giovane, investito di rappresentanza delle istituzioni cittadine,  ad aver gratuitamente manifestato disprezzo delle stesse abbandonandosi a forsennate dichiarazioni dal contenuto delirante ed anacronistico. Mi ostino a credere che la mia fede politica, diversa dalla Sua, non rappresenterà un ostacolo perchè anche Lei possa convenire sul fatto che la condotta del Consigliere Filippo Burrone abbia solo messo a nudo una disarmante mancanza di sensibilità istituzionale della quale a Reggio, in questo momento, non si avvertiva necessità alcuna. La gravità dell’episodio, peraltro non isolato od estemporaneo, è tale da non avermi mai indotto a sperare, neppure per un istante, che lo sprovveduto autore di quelle esternazioni si potesse consegnare spontaneamente ad una opportuna resipiscenza e giungesse a compiere un passo indietro che restituisse decoro all’aula consiliare di recente dedicata all’indimenticato Piero Battaglia, il cui esemplare impegno civile ha lasciato una traccia ancora viva nel cuore e nelle menti dei Reggini. Le mie aspettative erano e continuano ad essere ben altre. Forse perché convinto che dal letame nascono i fiori, ingenuamente ho creduto che tutti gli altri componenti del consiglio comunale, ponendosi al di sopra degli schieramenti, avrebbero avvertito la responsabilità di offrire alla cittadinanza una risposta rassicurante, magari dando prova che all’interno del civico consesso reggino resistono, a fronte di episodi sconvolgenti, il decoro istituzionale e la dignità della carica, l’uno e l’altra, grevemente calpestati dal delirio impadronitosi del sig. Burrone in un’afosa domenica di giugno. Questa prospettiva di recupero di civiltá, ahimè, è stata inopinatamente annichilita dalla nota con la quale i capigruppo della maggioranza consiliare non hanno inteso prendere alcuna distanza da quella “prodezza” che ha offeso la città nella sua interezza. A fronte di ciò, affido a Lei, Sindaco della città, la speranza di un intervento chiaro, fermo e risoluto che ponga le basi per un sollecito recupero di coesione sociale e releghi l’oscenità di quel gesto tra le iniziative sconsiderate, senza legittimare, neppure indirettamente, ciò che resta blasfemia istituzionale ed, in quanto tale, mortifica le regole di civiltà e buona educazione cui è improntato il confronto democratico Trovo superfluo ricordarLe la richiesta di dimissioni dell’assessore Tuccio che da capogruppo di minoranza in Consiglio Comunale Lei avanzò per una estemporanea caduta di stile alla quale erano fulmineamente seguite scuse pubbliche e, se mi consente, signorili. Formulo il conclusivo auspicio che su questa vicenda Le sia estraneo lo zigzagare al quale ci ha ormai abituati il “nostro” premier, ed anticipatamente La ringrazio per l’attenzione.

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