Messina, con Lo Monaco finisce malissimo: “dopo di me non c’è un cane, non lo trovate un altro coglione…”

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La conferenza stampa di Pietro Lo Monaco allo stadio San Filippo: l’ormai ex presidente del Messina conferma l’addio

Pietro Lo Monaco lascia il Messina, adesso è ufficiale. Queste le sue parole nella conferenza stampa: “sono qui dopo il risultato catastrofico del campo, per chiarire e puntualizzare gli aspetti di una decisione presa da tempo. Non c’è niente di nuovo su quello che dico, solo un’analisi della situazione perché con la nostra assenza (voluta) di questi mesi, abbiamo dato spazio e modo a tutti di venire fuori in quella che è l’essenza di ogni componente di ognuno di noi. Abbiamo chiuso un periodo di tre anni, purtroppo ottenendo un risultato tecnico che sul campo ha decretato la retrocessione del Messina dopo due campionati vinti e un risultato che è figlio di tanti modi di fare di questo sistema del calcio. Abbiamo assistito a tante di quelle nefandezze che solo Dio può averne piena contezza. Io ho sempre sostenuto che in Lega Pro si disputano due campionati, una società che si rispetti si deve preparare ad affrontare due tipi di campionati in Lega Pro, quello del campo e quello dei numeri. Ci sta che perdi in campo ma se vinci nei numeri ci sta che tu riacquisti la categoria e anche la retrocessione sul campo passa in secondo ordine. Il Messina quest’anno ha perso il campionato del campo, presumo che questa società abbia vinto il campionato dei conti perché è una società con i conti a posto, e pagherà tutti gli eroi che si sono resi protagonisti di questo campionato, ed è già oggi nelle condizioni di poter essere iscritta nella griglia delle ripescate. Giugno e luglio saranno mesi veramente caldi per la Lega Pro, com’è sempre stato negli ultimi anni. Molte squadre non si iscriveranno, il Messina oggi avendo vinto il campionato dei conti è nelle condizioni di poter presentare eventuale domanda di ripescaggio. Sotto quest’aspetto, almeno come si suol dire, si piange con un occhio solo. Questo però non ci esime da fare delle considerazioni sulla nostra proprietà, che ha preso l’impegno di rispettare tutte le proprie incombenze fino al 30 giugno, dopo di che passerà la mano a chi ha voglia di continuare, a chi pensa che il Messina possa avere un futuro nel calcio, passa la mano senza condizioni di capestro per alcuno. In tre anni abbiamo investito tante risorse economiche e non staremo qui a chiedere il rientro dei nostri investimenti. Quello che è stato è stato. Fra le incombenze che porteremo avanti fino al 30 giugno, lasceremo le carte in regola per poter accedere ad un eventuale ripescaggio. Ci sono degli obblighi tra cui quello di dimostrare di aver pagato gli emolumenti a tutti i tesserati, e noi lo faremo. C’è l’obbligo di avere i conti in regola, e noi li avremo. Poi il resto toccherà a chi decide di subentrare. Ancora non è certo, ma per un eventuale ripescaggio mi sembra che anche quest’anno la Federazione Italiana Gioco Calcio pretenda una somma a fondo perduto. Non so fino a che punto questo è legittimo o meno, ma io ormai ho smesso di pormi delle domande. Solo chi avrà voglia di fare le cose in una certa maniera ci dovrà pensare“.

“Perchè passo la mano”

Quando vinciamo vinciamo tutti insieme, quando si retrocede il responsabile numero uno è il sottoscritto. Sul campo è retrocessa innanzitutto la società, questo sia chiaro, perchè quando non raggiungi un obiettivo che ti eri posto all’obiettivo, evidentemente hai sbagliato qualche cosa. Questa è la premessa. L’analisi è tutta un’altra. Avevo preso il Messina tre anni fa sapendo che saremmo arrivati a questo punto. E’ stata una scelta masochista, che se potessi tornare indietro non rifarei assolutamente. Mi sono sentito usato, massacrato, al centro di un modo di fare. Il primo anno abbiamo fatto 700 abbonati, abbiamo fatto un primo posto, abbiamo vinto la serie D. Poi dopo 8-9 anni di oblio, torniamo nel professionismo e pensavamo di avere la risposta della gente. 300 abbonati. Li’ cari signori ho messo il mio caro errore: dovevo smettere immediatamente, perchè la risposta era chiara, inequivocabile. Una risposta che non prestava il fianco ad alcun giudizio. Fai un primo posto, torni nel professionismo e passi da 700 a 300 abbonati: o la gente non vuole te, o la gente non vuole il Messina. Oggi, dopo tutto quello che è successo, sono convinto che non volevano e non vogliono il Messina. Sono cifre ridicole per una città come Messina che ha oltre 250.000 abitanti. I risultati sono davanti a tutti, sono risultati impietosi per la città. Facciamo un altro campionato di C2, decidiamo di andare avanti, con costi pazzeschi. Apro la campagna abbonamenti subito dopo l’ultima partita di campionato, un altro campionato vinto. Veniamo promossi in C1, spiego che possiamo solo salvarci, che sarà un campionato pesantissimo con grandi oneri. Credo migliaia di abbonati. Poi abbiamo battuto un record negativo nella storia di Messina: le multe hanno superato gli incassi. Se voi considerate che per organizzare una partita in uno stadio come il San Filippo ci vogliono 5-6.000 euro ogni domenica, fare 1.800/2.000 euro di incasso diventa impossibile. Non si può andare avanti a queste condizioni. Non c’è un motivo logico. Solo un pazzo può dilapidare tutte le proprie risorse e tutto il proprio lavoro per chi non vuole. Abbiamo pagato 58.000 euro di multe, una follia. I fenomeni che parlano e sparlano sono senza palle. Nessuno si può permettere di parlare. Io sono incazzato nero. Eliminate quei 400 che sono sempre venuti allo stadio dalle mie considerazioni. Quelli ci sono sempre stati. Ma è quella tifoseria storica che merita. Elimino i 50 sciacalli autori di quello che è successo nell’ultima partita. Hanno intimidito, hanno cercato di fare azioni fuori da un contesto di civiltà. Io ne ho viste di tutti i colori, e quando dico che sono incazzato, sono incazzato perché ci ho rimesso tre milioni di euro. Io non ho interessi a Messina, io ho dilapidato, buttato nel gabinetto, tre milioni di euro. Non c’è mai stato alcun ritorno, nonostante le vittorie è stato sempre peggio. E vogliamo parlare dell’amministrazione comunale? Solo promesse, solo problemi. Siamo arrivati con lo stadio che cadeva a pezzi, l’abbiamo rimesso in sesto, gli abbiamo dato una parvenza di normalità spendendo soldi nostri, e ci hanno chiesto cifre che neanche a Milano per San Siro. Ho letto che il Sindaco dice che si impegnerà qualora la società gli consegnasse simbolicamente la squadra in mano. L’abbiamo fatto tre mesi fa, non c’è bisogno di farlo tutto il giorno. Se vuole gli consegno la società nelle mani, e gliela lascio nelle condizioni di poter partecipare ad un eventuale ripescaggio, una cosa che non compete più a questa proprietà. Mai nessuno ha alzato il telefono e ha chiesto, anche soltanto timidamente, qualcosa sul Messina. Non ho mai, e dico mai, avuto un interlocutore o pseudo interlocutore, che avesse dimostrato volontà nel Messina. Io non voglio nulla, dei miei soldi che mi sono sudato gettando sangue, io non voglio nulla. E’ un regalo che ho fatto a quella che considero una città mia perché ci vivo. Ma con tutto il sentimento è giusto e corretto che io in questo momento faccia un passo indietro, lo devo alla mia famiglia, ad anni di lavoro e ai fatti accaduti di recente. Ho fatto tutto con il cuore, mi dispiace moltissimo che l’epilogo tecnico sia stato questo, ma ha a che fare con mille cose perchè è stata una stagione disgraziata e tribolata, penso ancora oggi che l’organico poteva sicuramente salvarsi prima del tempo, purtroppo l’aspetto tecnico non si può disgiungere da quello caratteriale. I calciatori avevano le caratteristiche tecniche di potersi salvare, ma dal punto di vista caratteriale non potevano giocare neanche in prima categoria. Hanno perso 12-13 punti negli ultimi minuti, e questo è sinonimo di mancanza di carattere. Abbiamo pagato l’impegno part-time di un allenatore, abbiamo pagato problemi della direzione tecnica”.

L’attacco alla Reggina

“Abbiamo pagato anche le cervellotiche decisioni di una Lega che è assolutamente allo sbando, la Reggina ha preso 20 punti di penalizzazione, gliene hanno restituiti quasi 18 se non sbaglio, punto più punto meno. Le ultime due partite sono anche stato tentato di non giocarle, un gesto forte di dire “non ci presentiamo”, anzi – ci sono dei testimoni – gli ho detto che andavamo a Torre Annunziata, che quel sabato ci presentavamo a Torre Annunziata, è uno schifo perchè la Lega Pro combinata in questa maniera, ha consentito a società praticamente fallite di andare avanti tutto l’anno, società che forse falliranno di rinforzarsi, di promettere soldi a calciatori sul mercato e poi non pagare nessuno andando incontro a possibili fallimenti. Il comportamento degli organi della giustizia sportiva è allucinante, è la follia più totale. Se si danno 20 punti di penalizzazione, non se ne possono restituire 18. Ne abbiamo viste di tutti i colori, due giorni prima della partita stavamo partendo per Torre Annunziata e ci è arrivata la comunicazione che dovevamo andare a giocare a Reggio Calabria. Loro durante l’anno erano retrocessi tre volte, e per tre volte li hanno ripresi per i capelli. Noi, evidentemente, non siamo stati pronti ad affrontare due partite del genere dal punto di vista caratteriale, abbiamo pagato tutte queste cose. Poi la Reggina ha vinto solo caratterialmente, qui abbiamo giocato tutto il secondo tempo con l’uomo in più e non siamo riusciti a fare gol“.

L’attacco ad Accorinti

Quando parla il Sindaco si meriterebbe il cemento armato a presa rapida. La vicenda dei concerti è di uno squallore, di una gravità, di una mancanza di cura e di pensiero per la squadra della propria città, che rasenta la follia. Siamo stati sfrattati dalla nostra sede, abbiamo dovuto portare tutto via. Capisco poter fare i concerti, ma non sfrattare tutta la struttura, noi abbiamo le nostre camere, i nostri letti, tutto via per un mese, per fare i concerti. Io ho la nausea fin sopra i capelli, agibilità limitata a 6.900 persone, adesso voglio vedere come faranno in 10 giorni a dare le autorizzazioni per 40.000 persone per i concerti. Noi del Messina siamo figli di puttana per Questore, Prefetto, Sindaco. Noi 6.900 tra mille difficoltà, gli altri 40.000 in pochi giorni. La vorrò capire tutta. Il Sindaco che stia zitto, quando parla perde un’occasione buona per stare zitto. Un organizzatore di eventi, che fa il suo lavoro, giustamente ha ottenuto per un mese e mezzo il San Filippo con 600-700 persone, forse li dobbiamo ringraziare se ci lasciano la segreteria per chiudere l’anno corrente, spero che ci lascino almeno un locale per fare queste cose. Non ho mai trovato riscontri di questo tipo in nessuna altra realtà“.

Sul futuro della società

Sul Messina non c’è un cane neanche a cercarlo, sarà dura trovare un altro coglione che prende i suoi soldi e li butta nel Messina. Sfido a tutti a prendersi questa patata bollente: fate qualcosa per la vostra città, venite qua a prendervi gratis il Messina. Non c’è nessuno! Il resto è solo filosofia, tutti chiacchieroni, tutta poesia. Spero ci sia un altro coglione che prenda tre milioni di euro e li butti nel Messina. Questa città vale zero. Sfido pubblicamente tutti gli imprenditori a venire qui gratis, il socio uscente non vuole un euro. La società è qui, i bilanci parlano chiaro. Solo io ho messo soldi, ho pagato tutti. Sono stati una mucca da mungere, sono stato punto ma non ho più neanche una goccia di latte. Sono arrivato. E’ difficile immaginare che viene un arabo, prende milioni di euro e li butta nella città di Messina. Il passo più importante adesso sarebbe quello di trovare un modo per trovare i soldi del fondo perduto richiesto dalla Federazione per i ripescaggi. Io non ne voglio sapere più nulla. Sono stati tre anni pesanti. Questo mio passo indietro è legittimo, al di là delle arrabbiature. Le arrabbiature sono un conto, la realtà è un’altra, è che questa città non ha dato risposte e non merita. Non posso fare appelli, sono cose che competono a chi avrà intenzione di portare avanti le cose. Mi metterò anche a disposizione per qualsiasi cosa, ma certamente le risposte che ho avuto mi hanno indotto ad arrivare a questa determinazione. Mi ero illuso, sarebbe bastato poco dalla città, un minimo di partecipazione, un segnare per dire che ci siamo. Invece ho avuto tutti i segnali contrari e opposti. E allora chi me la fa fare? Dopo anni di oblio siamo tornati nella terza categoria, abbiamo fatto due promozioni consecutive, nell’indifferenza della città. Io ho 61 anni, sono nel calcio da 44 anni. Non ero mai retrocesso prima, è la prima volta. E’ una cosa che mi ha toccato e che mi porterò sempre dentro. Negli ultimi tre mesi non ho visto una partita del Messina, ho perso il gusto di tutto. Ogni volta che vedevo un incasso, era una coltellata e non mi sono mai riuscito a spiegare perchè la situazione è questa. Forse il Messina è lo specchio della città. Non so perchè la gente non ha risposto nonostante tutto. Fare 1.300 euro di incasso al campo mentre 70.000 persone si vedono la partita su Sportube, fa rabbia. Ho sempre, nelle mie considerazioni, salvato quei 400 che hanno sempre seguito la squadra, a quelli gli dico grazie per essermi sempre stato vicino. Elimino da loro quei 50 farabutti, nell’ultima partita avevano preparato tutto. Ben 30.000 euro di multa non li avevo mai visti, i fumogeni lanciati in campo all’inizio del secondo tempo, solo per fare un anno alla società. Sono segnali. Sono segnali tutti insieme, a cui bisogna dare risposte. Può darsi che il problema ero io, può darsi che la città non abbia voluto Lo Monaco quindi ne devo prendere atto e mi auguro che con qualche altro tutto lo splendore del Messina possa tornare in auge. Io non devo chiedere scusa di niente a nessuno! Scuse col mio culo? Il Messina è della società, i tifosi mi fanno pagare la multa e poi io devo chiedere scusa? Ma stiamo scherzando? Il mio ultimo obolo sarà l’iscrizione alla prossima serie D“.

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