Messina: arrestato un 40enne per l’agguato a colpi di fucile del 22 marzo scorso

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I Carabinieri della Stazione di San Filippo del Mela agli ordini del Luogotenente Rocco Romeo nella serata di ieri hanno arrestato Cuzzupè Lorenzo, 40enne di San Filippo del Mela

I Carabinieri della Stazione di San Filippo del Mela agli ordini del Luogotenente Rocco Romeo nella serata di ieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal GIP del tribunale di Barcellona P.G., su richiesta della Procura di Barcellona P.G., traevano in arresto Cuzzupè Lorenzo, 40enne di San Filippo del Mela, operaio, già noto alle forze dell’ordine per i reati di “detenzione e porto illegale di armi da sparo” ed “esplosioni pericolose”. L’arresto scaturisce da un episodio del 22 marzo scorso, che aveva creato grande allarme sociale nella piccola frazione di “Cattafi” nel comune di San Filippo del Mela. L’odierno arrestato a bordo della sua autovettura lo scorso marzo si recò davanti all’abitazione di un 34enne di Cattafi, anch’egli già noto alle forze dell’ordine, ed esplose 3 colpi di fucile ad altezza uomo verso la porta di ingresso di quella abitazione. Subito dopo aver esploso i colpi il Cuzzupè si dava alla fuga facendo perdere le proprie tracce. I Carabinieri di San Filippo del Mela intervenivano pochi minuti dopo l’agguato, nel quale non si registravano feriti e che miracolosamente provocava solo il danneggiamento di una porta finestra al piano terra. Sul posto venivano rinvenuti e sequestrati 3 bossoli di fucile Cal. 12. In poco tempo i Carabinieri riuscivano a ricostruire quanto accaduto e risalire alla vettura utilizzata per l’agguato. Il veicolo veniva trovato abbandonato poco dopo e sottoposto ad accertamenti tecnici con l’ausilio del Ris di Messina. Proprio gli accertamenti scientifici del Ris hanno permesso di evidenziare che all’interno dell’abitacolo del Cuzzupè vi erano numerose tracce di polveri da sparo. I preziosi dati di laboratorio del Ris, insieme alle numerose fonti testimoniali, ai video delle telecamere di sorveglianza e ad altri accertamenti, hanno permesso ai Carabinieri di dimostrare che l’agguato del 22 marzo è stato eseguito dal Cuzzupè con un fucile illegalmente detenuto.
Non è chiaro invece il movente dell’aggressione, quel che è certo è che tra il Cuzzupè e la vittima, come confermano vari testimoni, c’erano sicuramente delle questioni “in sospeso” e non corresse buon sangue. Il Cuzzupè tratto in arresto è stato tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

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