Obiettivo di questa proposta di legge è quello di mettere in atto una serie di misure a sostegno del reddito dei soggetti economicamente svantaggiati e in sofferenza economica. Il Reddito minimo garantito rappresenta un deterrente contro gli squilibri sociali e reddituali oltre che fattore anticiclico a contrasto della crisi economica. Inoltre è il “mezzo” mediante il quale ricostruire i principi di autonomia e dignità della persona – da un lato – e di appartenenza dell’individuo alla propria comunità civile e sociale, dall’altro.
Il reddito minimo è un presidio di civiltà prima ancora che economico, considerando i dati sulla povertà in Calabria registrati da ISTAT e SVIMEZ che presentano il 31% della popolazione calabrese in uno stato di quasi o totale indigenza economica. Dal 2012 al 2014 si sono registrati 12 punti in più di disoccupazione e questo stillicidio sembra non volersi arrestare. Paradossalmente, a fronte degli alti indici di povertà si registra una forte pressione fiscale e un’alta onerosità dei servizi, per cui ci collochiamo ai primi posti. Siamo la regione più povera d’Italia e dinnanzi a questi dati il Consiglio regionale non può restare indifferente. Adesso è una volontà tutta politica e tocca all’intera Giunta regionale assumersi questa responsabilità e operare affinché si attivino nel più breve tempo possibile tutte le procedure necessarie per l’approvazione della proposta di legge.